CAPITOLO 12

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La mattina dopo, la stupidità di quello che aveva detto e fatto la colpì come un treno ad alta velocità. 

Lui l'aveva baciata e lei era scappata via come un coniglio impaurito.

Quando scese per colazione dovette fermarsi fuori dalla sala da pranzo per calmarsi, per fermare il tremolio delle gambe. Si passò i palmi sudati sul prendisole, contenta di avere il suo vestito preferito a darle coraggio. Non che l'avrebbe aiutata quando stava giusto per rivedere l'uomo che cominciava a piacerle, l'uomo che l'aveva baciata qualche ora prima. L'uomo che era completamente lontano dalla sua portata.

Non sapeva come smettere di pensare a lui, di sognarlo, di desiderarlo. Dopo l'aggressione subita da parte di Harland Stevens, la paura l'aveva privata delle normali esperienze relazionali che una giovane donna doveva sperimentare.

Anche se la paura stava diminuendo e Reign le faceva desiderare cose normali per le altre donne, era certa che sarebbe stata ferita. Eppure, sapeva che doveva ritornare a vivere per davvero. Doveva tornare ad essere una donna come tutte le altre e godersi la vita.

Okay, doveva entrare nella sala da pranzo, non poteva più rimandare. Altrimenti non avrebbe fatto altro che peggiorare le cose. Con un profondo respiro, sollevò la testa ed entrò. Trovò Reign e Rodrigo intenti a leggere il giornale. Rodrigo si alzò e le venne incontro.

"Buongiorno, Minnie querida."

Le porse una sedia e la aiutò a sedersi. Quando tornò al suo posto, Reign alzò la testa dal giornale.

"Buongiorno, Mina."

Quella voce così profonda e sensuale...

Il modo in cui pronunciava il suo nome...

Minerva sentì la temperatura che le saliva, ma si rifiutò di essere imbarazzata o pensare a cosa potesse significare. Voleva ricordarle che la sera precedente gli aveva detto de le piaceva essere chiamata così da lui e aveva deciso di accontentarla? O la stava semplicemente prendendo in giro? Voleva ricordarle il modo in cui aveva reagito quando l'aveva baciata, facendola sentire per qualche momento come una vera donna... come una donna unica?

La cameriera di Rodrigo accompagnò nella sala una donna sulla trentina. Indossava un tailleur su misura e aveva una borsa D&G... Lei sì che era una che poteva sfidare Francisca Navarro e farla tremare.

Rodrigo balzò in piedi.

"Eva! Bienvenida!"

Le prese le mani nelle sue e la baciò sulle guance.

"Reign, Minnie, vi presento Eva Zambrano. Lei è la proprietaria della galleria dove verranno esposti i quadri di Santiago."

Dopo aver stretto le loro mani, Eva disse qualcosa in spagnolo a Rodrigo. Lui sorrise.

"Mi querida, dovremmo scordarci dello spagnolo mentre siamo con loro due. Non sarebbe un problema per Reign, lui parla spagnolo. Però, Minnie non lo parla per niente."

"Allora, parleremo in inglese," disse Eva sorridendo.

Rodrigo offrì una sedia ad Eva.

"Vuoi mangiare qualcosa, querida? La mia cuoca ha preparato una colazione con i fiocchi."

"Ho già fatto colazione prima di venire qui, però, prenderò volentieri una tazza di caffè."

Eva sorrise a Minerva.

"Allora sarà lei il mio contatto..."

"In realtà, il signor Keller è incaricato del progetto."

Lo guardò rapidamente, abbastanza da vedergli strizzare gli occhi mentre lei parlava. L'imbarazzo crebbe dentro di lei.

LA BELLA ASSISTENTE & IL CEOWhere stories live. Discover now