CAPITOLO 15

976 116 14
                                    

Dopo giorni di intensa concentrazione sui conti di una società che alla fine decise di non acquistare, Reign cambiò approccio e le fece controllare una società che già possedeva. Minerva non ebbe niente da aggiungere. Doveva mantenersi occupata.

Nella tarda mattinata di venerdì, Minerva entrò nell'ufficio di Reign per lasciarli dei messaggi e consegnargli dei documenti da firmare. Lui la ringraziò con una semplice mossa della testa.

"Ha chiamato la signora Jones dell'ufficio delle Risorse Umane. Voleva parlarti personalmente."

"Molto bene. La chiamerò io," rispose lui, finendo di firmare i documenti.

"Si tratti ancora dei dodicimila dollari?" continuò Minerva con tono leggermente irritato. "Pensavo fosse una cosa risolta."

"Nel caso ti sia sfuggito questo piccolo dettaglio, non sei la mia unica dipendente," fu la replica tagliente di Reign. "Comunque, per tua informazione, il problema del bonus è stato sistemato."

Se non si trattava di lei, perché non alzava la testa?

Perché non la guardava negli occhi?

"Bene. Grazie."

Si voltò con calma, però, mentre stava per lasciare l'ufficio di Reign e tornare alla sua scrivania, la voce di Reign la fermò a metà strada. Si girò piano. Concentrato su dei dati che lei gli aveva fornito quel giorno, Reign le indicò un file appoggiato sul tavolino vicino al divano di pelle.

"Prendi quel file, per favore. Inizia a studiarlo con molta cura. Ho bisogno che tu faccia una ricerca completa e approfondita delle informazioni che contiene. Vorrei avere i risultati per lunedì mattina. Pensi di potercela fare?" domandò lui senza alzare lo sguardo dal documento che stava leggendo.

"Sono sicura di sì. Il software che usiamo qui è molto performante," rispose Minerva con tono molto determinato. "Spero solo che non sarà un altro lavoro fatto per niente," aggiunse, sperando di stuzzicarlo e di farlo reagire in qualche modo.

Tutto era meglio fuorché il suo silenzio snervante e la sua immensa indifferenza. Le mancavano i loro giorni passati in Spagna. Le mancava il Reign di allora. Un po' più rilassato e comunicativo... molto più affascinante.

Le mancava tutto quanto di quel viaggio.

"Nessun lavoro che si sta svolgendo all'interno della mia compagnia è fatto per niente, Minerva," replicò Reign, con lo stesso tono snervante di prima. "Tutto quanto ha un senso, anche se non sembra così. Non ho portato 'Infierno' fino a questo punto senza sapere cosa sto facendo."

Ma la sua testa non si alzò neanche stavolta. Minerva si sentì un po' in colpa.

"Reign..."

Lui alzò la mano e la fermò.

"Avrei un paio di telefonate importanti da fare," disse con molta calma. "Se non c'è altro, dovresti iniziare a lavorare su quello che ti ho chiesto. Questa ricerca è parecchio impegnativa, con punti che necessitano la tua completa attenzione."

"Però..."

"Ho molto lavoro da fare, Minerva, e poco tempo per altro. Ti prego di non passarmi telefonate o messaggi. Ci vediamo lunedì. Chiudi la porta dietro di te, grazie."

Con quel saluto piuttosto impersonale, Reign chiuse la conversazione. Minerva lottò fortemente contro l'impulso di mandarlo a quel paese.

"A lunedì," aggiunse e lasciò l'ufficio di Reign.

"Asino arrogante," mormorò lei e si sedette alla scrivania.

Il lavoro la tenne occupata fino alla chiusura, ma aveva fatto tutto quello che lui le aveva chiesto. Le bruciavano gli occhi e le faceva male il collo e la schiena, ma era piuttosto contenta del lavoro che aveva fatto.

LA BELLA ASSISTENTE & IL CEOWhere stories live. Discover now