CAPITOLO 13

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Il giorno dopo, insieme ad Eva, tornarono nella casa di Santiago. Come aveva fatto già il giorno prima, per tutto il tempo lì, Reign osservò Minerva aiutare Santiago mentre lui ed Eva stavano lavorando sui pezzi da presentare alla mostra.

Ogni volta che lei diceva qualcosa a Santiago, Reign provava una strana sensazione di sconforto. Quando guardava Santiago e Minerva parlare, ridere, scherzare, vedeva una coppia consolidata, due persone che sembrava che si conoscessero da una vita. Quando pensava a sé stesso insieme a lei, immaginava solo un enorme disastro.

Allora perché, due giorni dopo, sentiva ancora nella testa la sua voce sensuale mentre gli chiedeva quasi senza respiro, di chiamarla 'Mina'? Perché quel ricordo era ancora così vivido e lo riempiva di un desiderio tale che voleva fare molto di più che baciarla?

Non riusciva a capacitarsene.

Ma era davvero innegabile. Qualcosa in lei lo attraeva in un modo così forte... Sentiva una tale voglia di averla, una voglia che gli era entrata nel sangue, una voglia che non aveva mai provato prima...

Forse era arrivato il tempo di smettere di negare l'attrazione che sentiva per Minerva?

Forse era arrivato il momento di parlarle apertamente, di dirle quello che gli stava succedendo ogni volta che la guardava?

Eva iniziò ad esaminare i dipinti uno ad uno, mettendone due vicini, per poi dividerli in due pile diverse poco dopo. Un processo che pensava avrebbe richiesto giorni sembrava potersi concludere in qualche minuto. Alla fine, Eva sospirò.

"Devo dirvi che mi trovo in una grossa difficoltà," disse lei stringendo lo sguardo, fissando una pila di quadri, poi l'altra. "Non abbiamo il materiale giusto per una mostra..."

"Cosa?" chiese Minerva.

"Be'... Potrei creare qualche altro quadro..." aggiunse Santiago, leggermente perplesso.

"Per carità, no..." esclamò Eva e lo fissò attentamente. "Un altro quadro ancora e non saprei più come sistemare le cose."

"Non capisco..." disse anche Rodrigo. "Avevi detto..."

"So bene cosa ho appena detto, mio caro Rodrigo. Non abbiamo materiale per una mostra, bensì per due... La verità è che mi piacciono tutti i tuoi quadri, Santiago, e vorrei esporli tutti."

Sia lui che Minerva fecero un sospiro di sollievo. Reign non disse nulla, rimanendo leggermente in disparte. Era l'idea di Minerva, era lei quella che doveva gestire tutto quanto.

"Stavo solo pensando come fare..." disse Eva e rimase in silenzio per qualche secondo. "Potrei metterne quasi la metà al pianterreno della galleria, ma se aprissimo un altro piano, potrei raddoppiare e aggiungere tutti quanti i tuoi lavori."

"Un'idea magnifica!" esclamò Minerva e toccò il braccio di Santiago. "Non è così?" gli chiese.

"Direi di sì..." rispose il giovane artista.

"Certo che sì!" aggiunse anche Rodrigo, fierissimo di suo figlio.

Pure Reign pensava che fosse una buona notizia, ma notò che Santiago non sembrava molto tranquillo. Aveva un'aria leggermente ansiosa. Ma nessuno, a parte lui, se ne accorse di quel piccolo malessere, nemmeno Rodrigo. La sua espressione era piena di gioia, di orgoglio.

"Ragazzo mio, inviteremo tutti. Ho incaricato la mia assistente personale di stilare una lista. Saranno migliaia."

Santiago sembrava sul punto di svenire. Minerva capì che per Santiago le cose andavano avanti in un ritmo irrefrenabile, e lo prese per un braccio.

LA BELLA ASSISTENTE & IL CEODove le storie prendono vita. Scoprilo ora