CAPITOLO 14

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 Due giorni dopo, con Santiago tranquillizzato e preparato mentalmente per la mostra e Rodrigo che iniziava a pensare che forse poteva essere lui quello che avrebbe parlato personalmente con suo figlio, Minerva e Reign lasciarono la Spagna.

Per Minerva questa era la decisione migliore. Dopo la loro cena, Reign era diventato estremamente silenzioso, per cui non la sorprese quando le affidò un compito sul volo lunghissimo che li avrebbe portato a New York.

"Vorrei avere questi dati pronti per i prossimi giorni. C'è tanto da fare, per cui, sarebbe meglio iniziare a lavorare sin da adesso," disse lui e poi si ritrasse alla sua solita postazione, dietro l'aereo.

Non si era alzato che un paio di volte e aveva lavorato per tutto il tempo del volo, evitando gli innumerevoli tentativi piuttosto goffi di Minerva di attirarlo in qualche conversazione, giusto per aiutarlo a rilassarsi un po', per riuscire a capire cosa gli passasse per la testa.

Per un po' aveva pensato che il viaggio in Spagna gli avesse avvicinati in qualche modo, ma una volta finita la loro cena, una volta andato via dalla sala da pranzo in modo così brusco, di punto in bianco, tutte le sue speranze di creare una qualche connessione con lui, erano svanite. E da allora, lo aveva sentito allontanarsi ancora di più, cosa che la faceva impazzire.

Qualche ora dopo atterrarono all'aeroporto privato e salirono sulla limousine. Lui diede istruzione all'autista di accompagnare prima lei.

"Buona serata, Minerva," disse Reign con tono piuttosto impersonale, quando arrivarono di fronte al palazzo dove abitava.

"Buona serata anche a te," rispose lei e senza aggiungere altro, uscì dalla macchina senza aspettare l'aiuto dell'autista che si era fermato a metà strada.

Sforzandosi di non iniziare a piangere di fronte a lui, Minerva si girò ed entrò velocemente nell'atrio.

"Sei una stupida," disse piano. "Smetterai di sentire qualcosa per il tuo capo..."

Quello parole furono pronunciate come un mantra mentre saliva le scale.

"Smetterai di sentire qualcosa per il tuo capo... Smetterai di sentire qualcosa per il tuo capo..."

Arrivata di fronte alla porta, su fermò e fece un bel respiro.

"Non t'innamorerai di Reign Keller... Non t'innamorerai di Reign Keller."

Sì, il mantra era cambiato...

Quando entrò nell'appartamento, Sunny e Leena la bombardarono di abbracci e di mille domande. Riuscì ad evitare gli aspetti più personali del viaggio concentrandosi su cose molto basiche.

Parlò di Santiago e dei suoi quadri meravigliosi, della mostra che si stava preparando per lui nella galleria di arte di Eva Zambrano, delle partite di biliardo giocate nella compagnia di un gentilissimo miliardario spagnolo. Finì per raccontare dei meravigliosi paesaggi della Catalogna e poi si emozionò a parlare della stupenda città di Rosas e dei dintorni.

"Semmai riusciremmo a mettere da parte qualche soldino, andremmo lì tutte tre. Sono sicura che piacerà anche a voi tanto quanto è piaciuto a me."

Minerva dormì come un sasso. Il mattino dopo si svegliò frastornata, ma in grado di lavorare. Scelse l'outfit adatto alla giornata calda di luglio - un paio di pantaloni grigi e una camicia rosa, senza giacca – e andò in ufficio.

Non fu sorpresa di vedere Reign già lì, con la testa piegata sulla sua scrivania, come al solito, concentrato su qualche documento molto importante. Confusa, Minerva rimase di fianco alla sua scrivania. Nel giro di una settimana, lei e Reign Keller erano passati dall'essere quasi avversari a... Be', non lo capiva molto bene.

LA BELLA ASSISTENTE & IL CEOWhere stories live. Discover now