3.🌺

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Odio la matematica.

Tutti quei numeri, quelle operazioni, quei calcoli e quelle leggi che non ho la minima idea di come, dove e quando applicare.

Un insieme di geroglifici assolutamente incomprensibili ed equazioni, logaritmi che non so neanche leggere.

Se questa materia fosse una persona penso infatti che l'avrei fatta fuori dopo soltanto quindici secondi averla conosciuta.

Preferisco di gran lunga le materie umanistiche, letterarie e, soprattutto, orali. Ho sempre amato parlare ed esporre qualsiasi argomento, a differenza di trasformarmi in una scriba e svolgere una serie di esercizi che non sono di alcuna utilità.

Per questo mi ritrovo a sospirare frustrata nel momento in cui preparo lo zaino per andare a studiare a casa di Jasper per svolgere gli esercizi, come ogni volta che abbiamo da fare matematica per i prossimi esami.

Non che lui se ne intenda tantissimo, certo, ma almeno riesce ad applicare le regole basilari.

Ci vogliono dieci esaurimenti nervosi, tre crisi isteriche e una diagnosi psichiatrica prima che riusciamo a terminare gli esercizi, ma almeno li portiamo a termine.

Giusti o sbagliati che siano.

Esco quindi di casa, percorrendo il breve tratto da casa mia a quella degli Adams con la musica a palla nelle cuffiette.

L'unica nota positiva nello studiare matematica è che passo del tempo insieme a Jasper, e questo mi rende davvero euforica.

Busso infatti un paio di volte alla porta di casa sua e attendo che mi aprano.

Passano però circa una ventina di secondi, ma nessuno si presenta.

Sbuffo.

Suono un'altra volta e incrocio le braccia al petto, colpita dalla folata di brezza autunnale che si scontra con la mia pelle.

Avanti, Jasper...

Suono altre innumerevoli volte e in modo sempre più aggressivo. Comincio infatti a innervosirmi, e non ho alcuna intenzione di stare fuori dalla porta per altri dieci minuti.

Perciò inizio a battere anche la mano sul legno della porta con violenza, avvertendo pian piano il mio nervosismo aumentare.

E passano forse dieci secondi, durante i quali non faccio altro che bussare fortemente alla porta, fino a quando però questa non si spalanca di botto.

«Ma che cazzo-» la figura sulla soglia si blocca d'istinto nel momento in cui mi vede sull'uscio.

Duke.

Oh mio Dio.

Non ci credo.

Assumiamo due espressione completamente diverse nel momento in cui ci ritroviamo davanti: io sgrano gli occhi e schiudo le labbra, stupita di vederlo, mentre lui... sorride.

Increspa le labbra in un ghigno, come se fosse divertito della mia presenza, lì davanti alla sua porta.

Non è possibile.

Con tutte le persone che fanno parte della famiglia Adams, proprio lui doveva venire a rompermi i co-

«Quale buon vento... La principessa della porta accanto.» incrocia le braccia al petto e si appoggia con la spalla possente all'uscio della porta.

Indossa una semplice t-shirt nera a maniche corte, nonostante le temperature si stiano alzando, e ciò mette in risalto i suoi bicipiti.

Il braccio è infatti grande quanto la mia faccia, eppure non risulta eccessivo, solo tremendamente... attraente.

Fire hearts Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon