Capitolo 161 - Scommessa -

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Castelnuovo, 30 luglio

- In una sola giornata tutti i miei piani sono stati stravolti - aveva proferito Napoleone, non appena si era reso conto della situazione. Wurmser stava dimostrando la sua incredibile abilità bellica e strategica, nonostante l'età piuttosto avanzata. Era riuscito a coglierlo di sorpresa: il giorno prima con gli attacchi di Quasdanovich, il quale dopo aver tenuto sottoscacco circa 600 soldati francesi, in una fortezza, aveva scacciato gli uomini di Sauret da Salò, nonostante i continui cambi di mano della cittadina.

Aveva messo in difficoltà persino un generale eccellente come Masséna, alle tre della mattina, che fu attaccato ripetutamente da numerosi gruppi di soldati austriaci, presso la Madonna della Corona e Rivoli, costringendolo alla ritirata, seguendo il corso dell'Adige, giungendo a Bussolengo. "Riprenderemo domani, o più avanti, quello che avete perso oggi. Nulla è perduto, finché c'è il coraggio" rimembrò quanto aveva riferito al generale nizzardo, una volta saputo della vicenda. Sperava di ritemprare il suo umore e quello dei soldati francesi sotto il suo comando, soprattutto dopo le ingenti perdite che aveva subìto: ben 1600 uomini tra morti, feriti e prigionieri. "Se abbiamo anche la fortuna dalla nostra possiamo ancora vincere" rifletteva, ma non era affatto tranquillo. Una strana paura si stava insidiando nel suo cuore, generandogli una profonda inquietudine.

Brescia

- Certo che il mondo è proprio piccolo - emise Murat nel trovarsi davanti una persona ben nota, occupare un altro letto dell'ospedale, in cui venivano soccorsi i feriti francesi - Chi l'avrebbe mai detto che ci saremmo rivisti in una situazione del genere, cittadino Lannes - aggiunse con sarcasmo.

Il collega lo guardò un po' dolorante, ringhiando al pari di un animale colpito durante una battuta di caccia, che era sfuggito al cacciatore; era stato fasciato per bene, eppure alcune ferite gli facevano più male delle altre, forse perché avevano riaperto alcune cicatrici - Peccato che tu non sia qui...per una ferita di guerra...ma per una stupida malattia venerea! - gli sputò aggressivo come al suo solito. Proprio non lo sopportava quello stangone riccioluto, con quella sua arietta da don Giovanni - Vuoi...anche le cure delle... infermiere...immagino!

Murat sollevò gli occhi al cielo e si lasciò cadere sul cuscino, quel tipo era davvero impossibile. Si chiedeva come facesse il suo reggimento a sopportarlo; non discuteva del suo coraggio indomabile, al limite del suicidio quasi, di questo non poteva che complimentarsi. Ma il carattere era davvero terribile, da quel che sapeva, aveva persino una moglie, accolta nella sua città natale; "Uno come lui è riuscito a sposarsi, mentre io ancora no, a parte scappatelle qua e là non ho trovato la donna con cui mi piacerebbe dividere il resto della vita" sospirò leggermente, per poi sorridere divertito "Forse non sono adatto alla vita matrimoniale, perché a differenza sua io sono molto più bello e affascinante".

Poco distanti dalla città di Brescia, nascosti dall'ombra, gli austriaci erano in attesa dell'ordine del loro comandante, aveva soltanto riferito di restare celati e accorti agli occhi del nemico - Se tutto andrà come previsto, presto la città sarà sotto il nostro controllo! - sussurrava uno degli uomini, cercando di allontanare un po' di terriccio che stava rovinando l'uniforme bianca.

- Al momento quegli sciocchi dei rivoluzionari francesi hanno la guardia abbassata - rispose un suo compagno in un tedesco perfetto - Non si aspetteranno nulla del genere, quei ladri! - aveva ottenuto delle informazioni circa il comportamento non proprio esemplare degli oltralpe, i lamenti più frequenti erano i furti costanti che si perpetravano. Ovviamente il caporale era consapevole del fatto che la razzia fosse una pratica adoperata in qualsiasi esercito; ma era comunque utile sfruttare il malumore nei confronti del nemico per indebolirlo.

Erano intenzionati più che mai a dare una lezione a quei maledetti che non solo avevano ucciso una principessa e regina austriaca, stavano, persino cercando di conquistare territori, utilizzando il pretesto di voler estendere gli ideali rivoluzionari, al di fuori dei loro confini. Si stavano rivelando una vera minaccia, che dovevano frenare in tempo, sia sui confini italiani, sia lungo quelli del Reno. Non potevano assolutamente permettere che i francesi diventassero troppo potenti, scombussolando i delicati equilibri europei.

L'Uomo Fatale [In revisione]Donde viven las historias. Descúbrelo ahora