Capitolo 9 - L'attesa è la madre di tutte le frustrazioni -

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5 marzo 1782

Napoleone stava chino sul tavolo che aveva nella sua camera, erano le tre di notte, si era svegliato da poco, come di consueto. Il silenzio, quasi assordante, veniva interrotto dalle pagine del quaderno degli appunti che sfogliava, erano le lezioni di quella giornata,  delle materie più tecniche dell'ambito militare, ossia armamenti e fortificazioni.

Due materie distinte, che lui studiava insieme, poiché erano strettamente collegate: nella prima si esaminavano le tipologie di armi, la loro storia, l'evoluzione, soprattutto le armi da fuoco come baionette, pistole di vario calibro e cannoni; la moderna e nuovissima artiglieria, infatti, stava assumendo sempre più importanza nelle battaglie e scontri campali. Nella seconda si esaminavano le varie tecnologie per poter proteggere città, monumenti, castelli e case dagli attacchi delle sempre più potenti e precise armi da fuoco.

Tuttavia, la sua mente, ritornò alla discussione che aveva avuto la mattina prima con Louis Antoine, durante l'ora di ballo. Anche se incredibilmente dotato e per nulla goffo, il ragazzino corso concepiva la danza come qualcosa di inadeguato alla disciplina militare.

- Se una donna ti invita ad un ballo non puoi dirle di no! - insistette Louis Antoine che compì due passi di danza e si inchinò di fronte a lui.

- Non mi piacciono le feste mondane...un uomo d'armi non dovrebbe perdere tempo per certe cose! - esclamò a braccia conserte, stufo già di quell'ambiente, ai suoi occhi, troppo cortigiano e frivolo. Pensò subito a suo padre, a suo agio in mezzo a dame e signori rispettabili, ma lui non aveva quel carattere amichevole e confidenziale.

- Va bene, va bene! - rise Louis Antoine - Io però penso che non sia poi così male...in fondo anche i soldati sono uomini e quindi trovo che sia giusto svagarsi un po', soprattutto dopo aver visto tanto orrore...

- Ti ho detto più di una volta che non mi interessano le tue considerazioni! - lo interruppe il corso, guardandolo fisso, con aria tesa - E poi tu non sai proprio cosa significa la parola orrore, sei un francese! - aggiunse cercando di non perdere del tutto la calma, per cui uscì dalla sala di ballo per dirigersi nella sua stanza a studiare.

Louis Antoine volle fermarlo e farlo ragionare, però, sapeva, oramai, che l'unico modo per fare sbollire quel carattere difficile era di lasciarlo andare per conto suo. Quelle poche volte con cui si confidava bastavano per il momento, doveva pazientare ancora un po' per avere la sua completa fiducia.

"Nonostante gli abbia parlato in quel modo, poco dopo, è venuto a parlare con me, come se nulla fosse accaduto" disse Napoleone tornando nel presente "Insiste nel considerarmi e chiamarmi suo amico, quando sa benissimo che per me l'amicizia è solo una bugia colossale, so che non mi farebbe nulla di male, ma non mi fido, non ci riesco, mi sentirei un traditore, e poi se fosse un modo per umiliarmi? No, non devo cedere..." si diede qualche pugno sulla testa, come a voler eliminare quei pensieri che affollavano la sua mente e concentrarsi sui fogli che aveva davanti.

La fievole candela creava una strana ombra sul viso scavato del ragazzo, mettendo in luce il suo tormento interiore, che stava tentando di eliminare dedicandosi alla lettura incessante di ciò che gli capitava o di concentrarsi nell'apprendimento di nuove discipline, alcune volte ci riusciva, altre, come in quel giorno, invece riemergeva di notte, quando il buio dovrebbe inghiottire ogni cosa, perfino le preoccupazioni. Alla fine, dopo aver fissato per parecchio il quaderno, si diede uno schiaffo per incoraggiarsi e riprendere a compiere il suo dovere, senza sosta, fino all'alba.

Il nuovo giorno si aprì con un'altra splendida giornata di sole, per Napoleone non poteva esserci condizione migliore, avrebbe potuto studiare all'aperto, come faceva da quando i monaci concessero agli studenti di occuparsi, a gruppi di tre, di un piccolo pezzo di terra presente intorno alla struttura.

L'Uomo Fatale [In revisione]Where stories live. Discover now