Capitolo 31 - Il ritorno del Patriota -

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Ajaccio, 20 febbraio

L'alba non era ancora sorta e Napoleone, per placare la sua insonnia, passeggiava tranquillamente per le vie della città, nonostante il freddo pungente, aveva indosso la divisa pesante e un giaccone lungo fino ai polpacci che gli andava largo, che lo scaldava un po'. Riusciva a sopportare il caldo più estremo, i temporali più spaventosi, ma non la neve, il ghiaccio e il freddo che fin da ragazzino aveva odiato. Per sua fortuna ad Ajaccio il freddo era sì penetrante, però non ai livelli del rigido clima francese. Si aggirava con il suo passo svelto, diretto al porto, ad osservare l'orizzonte invaso dalle nubi che, con i primi raggi del sole che, come fasci di luce, si tuffavano nel mare.

Un manifesto appeso al muro lo smosse dal suo iniziale obiettivo. Si avvicinò con foga. Notò che era stato attaccato da poco, inoltre sembrava essere un pezzo del quotidiano di quella medesima giornata. 'Pasquale Paoli, u Babbu a patria, da Londra denuncia fortemente gli ultimi fatti accaduti sull'isola:"Quanto sta accadendo alla mia amata isola natia, la Corsica mi rincresce fortemente, in quanto il provvedimento preso è concepito per imporre la volontà di Parigi sull'isola, qualcuno sta tramando alle spalle del mio popolo per sottometterlo definitivamente al suo potere..."'

Interruppe la lettura con un sorrisetto sulle labbra - Credo proprio che ci sarà da divertirsi e qualcosa mi dice che presto o tardi lui ritornerà - disse soffuso il ragazzo - E io sarò tra i primi ad accoglierlo come un vero patriota... - sogghignò.

Il freddo iniziò ad intensificarsi, si strinse al pesante giaccone e rabbrividendo corse fulmineamente verso casa, non ci mise molto poiché si ricordava ogni angolo, ogni stradina, ogni scorciatoia. Arrivò con il fiatone e le guance arrossate, si strofinò le braccia raffreddate, si diresse verso il camino ancora acceso e lo alimentò con altra legna, mettendosi a leggere.

Parigi

Nella capitale, la Rivoluzione continuava imperturbabile il suo corso di riforma della monarchia per riempire le casse dello stato. Sembrava che il suo iniziale impulso si fosse assopito, in realtà il fuoco bruciava ancora sotto la cenere. Le vie continuavano ad essere invase da rivolte contadine, mentre si innalzavano sempre più inni all'uguaglianza che furono accolti. Erano stati creati, nel dicembre dell'anno passato, 83 dipartimenti divisi in distretti, cantoni e comuni per poter gestire con più facilità la situazione, tentare di risolvere i problemi e cercare di placare le liti.

Inoltre iniziò un processo di democratizzazione del potere, attraverso le prime votazioni per rinnovare l'Assemblée in gennaio, anche se non mancarono problemi soprattutto sull'estensione del diritto di voto a tutti i cittadini maschi che non era ben vista da molti.

- Fate silenzio! - urlò alzandosi in piedi Emmanuel Joseph Sieyès, un abate dalle idee rivoluzionari e uno dei membri più influenti e importanti dell'Assemblée, tanto da essere indicato aspramente dai nemici della Rivoluzione come 'teorico della Rivoluzione' - Siamo riuniti per un incontro assolutamente pacifico e democratico in cui ognuno può esprimere liberamente la propria opinione ed ora se permettete, cittadini, vorrei esporre la mia - disse muovendo i suoi occhi scuri da destra verso sinistra, facendo zittire tutti i presenti.

Era un uomo sulla quarantina dal fisico minuto, ingrossato dalla lunga tunica scura che indossava, dal viso scavato dalle rughe e dall'intelligenza acutissima. - Bene - riprese tossicchiando - Allora la mia idea è quella di dividere i cittadini francesi in due categorie: passivi ed attivi, i primi godranno dei naturali diritti civili come stabilito dalla Dichiarazione dei Diritti, i secondi invece oltre ad avere quelli civili avranno quelli politici, tra cui il diritto al voto, ovviamente quest'ultimi costituiranno una minoranza della popolazione, che abbiano un reditto fisso, quindi contribuenti e di età non inferiore ai 25 anni

L'Uomo Fatale [In revisione]Where stories live. Discover now