Capitolo 92 - Dugommier -

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20 novembre

- Penso proprio che il vostro piano sia il solo che possa essere messo in pratica, maggiore Buonaparte - esordì il nuovo generale, giunto da poche ore ad Ollioules, il cinquantacinquenne creolo Jacques François Coquille, chiamatosi Dugommier dal 1785, originario dell'isola di Guadalupe.

Fin da giovanissimo era stato inquadrato nell'esercito e aveva dimostrato il suo talento militare, la sua intelligenza e il suo carattere un po' particolare, tipico degli isolani, ossia burbero, scorbuto e solitario ma buono, pietoso nei confronti dei suoi nemici dopo ogni battaglia, e con i suoi schiavi che aveva nelle tenute sull'isola. Si era battuto più volte contro gli inglesi, per cui era a conoscenza del loro modo di pensare e agire. Così come nella Guerra dei Sette Anni. Poi decise di ritirarsi e vivere la vita come privato cittadino, fino alla scoppio della Rivoluzione francese.

Fu eletto all'assemblea coloniale e comandante della guardia nazionale della Martinica, prendendo parte ai disordini che scuotevano l'isola. Nel 1792 decise di tornare sul continente europeo e in Francia, il suo nome era ancora abbastanza noto tra le file militari e si era tenuto ben informato sulle insurrezioni che stavano affliggendo la nazione, dalla Vandea fino al meridione, in particolare Tolone, che era sulla bocca di tutti, non si faceva altro che discutere sull'esito della città e della Rivoluzione.

Dugommier avrebbe voluto raggiungere la città portuale e immediatamente pensare a come tentare di salvarla, ma, purtroppo, era stato spedito in altre armate, in cui si distinse particolarmente per coraggio e ardore, seppur non fosse più così giovane: scacciò da Nizza le truppe austriache e sarde e nella città di Gilette sconfisse le truppe dell'asburgico di De Vins. Fino a quando non ricevette, da parte del ministero della guerra, il 17 novembre, la nomina a generale di brigata dell'armata d'Italia ubicata proprio a Tolone, dopo le dimissioni volontarie di Doppet.

Senza pensarci due volte si era messo in viaggio e in pochissimi giorni aveva raggiunto l'accampamento di Ollioules, con grande sorpresa di tutti, qui fu accolto con apprensione e speranza da parte degli ufficiali. Nei loro visi lesse la stanchezza nei confronti di una situazione oramai insostenibile. Uno di quelli, però, un ufficiale estremamente giovane, sicuro di sé, dai lunghi capelli mal incipriati, disordinato e impolverato, dallo sguardo fermo e glaciale, si era fatto strada ed era avanzato, tenendo stretta una cartina arrotolata.

Quando gli aveva parlato del progetto, il generale lo aveva ascoltato con particolare attenzione, seguendo le dita del giovane ufficiale che si muovevano sulla carta. Rimase folgorato dalla sua energia, dal modo di porsi, gesticolava ampiamente e pareva illuminarsi durante la sua descrizione chiara e precisa, e in particolare dal suo progetto - È qualcosa di assolutamente perfetto! - aveva esclamato, evidenziando ancor di più il suo spiccato accento creolo, quando aveva finito di esporre il suo piano, attendeva che il generale gli dicesse altro e lo facesse tornare tra i suoi uomini.

Dugommier si avvicinò al giovane ufficiale che si stagliava davanti a sé, gli diede un'amichevole pacca sull'esile spalla. Napoleone sorrise sornione, i suoi occhi grigi saettarono sulla grossa mano che si era poggiata, per poi puntarli nuovamente sul suo superiore - Non possiamo permetterci di perdere altro tempo, né di far avanzare il nemico, che con la precedente vittoria imprevista, si è rafforzato, i vostri occhi mi stanno rivelando esattamente questo - allungò le labbra in un sincero sorriso.

- Riuscite a leggere il cuore delle persone - disse Napoleone chiudendo e riaprendo rapidamente gli occhi - Siete davvero l'uomo che serviva, generale - aggiunse infine, privo di adulazione, animato solo dalla stima più sincera e profonda. Dugommier era proprio quello che gli serviva, un ufficiale degno di quel nome, un uomo esperto, dall'occhio acuto, freddo, di poche parole e diretto. Si sarebbe trovato davvero bene accanto ad un individuo del genere, che finalmente lo avrebbe apprezzato e non solamente a parole, come aveva fatto Doppet, ma attraverso i fatti. Il suo animo esplodeva di felicità, pur mostrando un atteggiamento impassibile, che non lasciava trapelare alcunché.

L'Uomo Fatale [In revisione]Where stories live. Discover now