All'interno della casa

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Il tragitto tra lo studio e la casetta sembrava non terminare mai. Mida continuava a parlarmi e nonostante avrei voluto così tanto scoprire nuove cose su di lui, in quel momento mi importava ben poco, avevo altri pensieri tra la testa.

"Comunque chiamami Christian" disse senza preavviso . "Scusa come?" risposi non capendo nulla di ciò che mi stesse dicendo a ripetizione come un disco rotto da mezz'ora.
"Mi stai seguendo per lo meno?" chiese lui ridendo con un sottotono di ironia. Dovevo ammettere che era proprio bello mentre rideva. Nel frattempo mi abbracciò da dietro. Non so definire con certezza cosa provai in quel momento.

Forse era la sua risata che suonava un po' forzata, o forse era il modo in cui mi strinse che mi fece sentire un po' oppressa. Anche se apprezzavo il suo affetto, c'era qualcosa che non si sentiva del tutto giusto. Mi domandai se anche lui sentisse quella strana sensazione che stavo provando .
Nonostante queste mie sensazioni, continuammo a camminare abbracciati fino ad arrivare davanti il cancello della casetta.

"Oi muoviti, lascia stare i ragazzi, abbiamo cose più importanti da fare" qualcuno mi prese il braccio da dietro e mi trascinò dentro, ecco qui la mia salvatrice: Sofia. Finalmente qualcuno che mi salvasse da quella strana situazione con Mida. 

Le presi la mano e mi avvicinai al suo orecchio, sussurrandole un "grazie" . Dato che la mia amica mi trascinava correndo mi girai verso il ragazzo urlandogli un "Ci sentiamo più tardi". La sua espressione sembrava un po' incerta, mi sentivo un po' in colpa per averlo lasciato da solo così, ma spero che capisca che non c'era nessuna cattiveria dietro ciò.

Entrammo in casetta : era stupenda, bellissima e grande, non c'erano aggettivi negativi con cui definirla. Io e Sofia visitammo la casa insieme e scoprimmo diverse stanze dedicate alla preparazione, alla pratica e al relax, ognuna progettata per soddisfare le nostre esigenze.
Dopodiché, ci dirigemmo verso la nostra futura stanza: la stanza azzurra.

Eravamo entrambe entusiaste della nostra nuova avventura, così ci sedemmo sui nostri letti e incominciammo ad aprire le valigie.
"Che belli che siete" accennai con un sorriso dopo che la mia compagna di stanza uscì varie foto con i genitori: invidiavo un sacco il suo rapporto con loro. Mi sedetti sul letto e smisi di parlare. "Ei tutto ok?" mi chiese lei "Sì, cioè no" sospirai "semplicemente vorrei essere anch'io così importante per i miei, così come lo sei tu per i tuoi. Inizialmente pensavo fosse una cosa normale quando ero bambina , ma crescendo vedevo sempre più mie amiche che si confidavano con la madre, mentre la mia se ne sbatteva altamente." Era difficile trattenere le lacrime mentre parlavo della mancanza di interesse dei miei genitori verso di me. Le parole uscivano con fatica, ma sentivo il sollievo nel condividere ciò che provavo con qualcuno che mi ascoltava veramente. Sofia si avvicinò a me e mi abbracciò. Le sue braccia mi avvolgevano dolcemente mentre mi stringeva in un abbraccio di consolazione. Potevo sentire il suo calore e il suo sostegno mentre si avvicinava per darmi conforto.

"Ti faccio un esempio" continuai "per loro esisteva solo la scuola, nient'altro, ai miei saggi non erano mai presenti e tutt'ora non so nemmeno se abbiano seguito la puntata, però va bene così, mi ci sono abituata."
"Sono sicura che anche se non lo dimostrano, nel profondo sono molto fieri di te , e se loro non lo sono, ci saranno un sacco di persone che lo sono. Io stessa, anche se ci conosciamo da poche ore, sono molto fiera dell'esibizione che hai fatto in puntata e sono anche molto contenta di poter condividere questa esperienza con te" concluse lei avvolgendomi in un abbraccio e dandomi piccoli baci da conforto. "Anche io Sofi, anche io".

Mi ripresi e continuammo a sistemare la camera, fino a quando una domanda mi sorse spontanea. "Sofi, ma il terzo letto a chi andrà?"
"Ah sì, mi ero dimenticata di dirtelo, andrà a Sarah, hai capito chi intendo giusto? La ragazza di Lorella, quella lì" disse imitando le mosse della cantante durante il suo inedito.
Appena sentii il nome Sarah sbottai: "Che cosa? Cioè perché lei proprio tra tutte?"
" Ci stavo parlando prima e sembrava okay, scusa a te non piace?" mi domandò lei.
"No , sì che mi piace, cioè nel senso , mi sta simpatica, però non mi aspettavo lei, tutto qui." Me ne andai nel panico, tra tutte le persone possibili e immaginabili sulla faccia del pianeta, proprio Sarah?

Non finii nemmeno di concludere questa frase nella mia testa, che sentii un "Ciao Sofi".
Mi girai subito e i nostri sguardi si incrociarono per qualche millesimo di secondo, rimasi immobile, non sapevo come reagire, come comportarmi e non volevo diventare rossa.
Fortunatamente fu lei a parlare per prima: "Di nuovo tu, é la terza volta che ci incontriamo con casualità" disse scherzando.
Risposi con la sua stessa ironia, però girandomi verso la mia valigia perché non volevo che vedesse il mio rossore sul viso: "É il destino evidentemente".
Tutte e tre incominciammo a ridere.


raga vi sta piacendo??

Are we really friends? || Sarah ToscanoWhere stories live. Discover now