"Colpo di fulmine"

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Era sera ed era arrivata l'ora di cena, mi trovavo vicino al piano cottura mentre guardavo Mida che cucinava.
"Sa' pure cucinare" pensai tra me.
"Hai intenzione di parlarmi o di continuare a fissarmi mentre cucino la tua cena?" mi domandò.
"Fissavo te in veste da cuoco, non te in veste da uomo, ti ricordo"
"Ah, sì? E come faccio ad esserne così sicuro?" mi chiese con tono provocatorio, guardandomi negli occhi.

Cazzo. Non poteva fare così. Sentii una fitta di emozione nel mio petto. I miei nervi erano tesi mentre scambiavo battute e sguardi compiaciuti con lui. Nonostante fossi un po' timida, decisi di continuare a flirtare con lui .

"Semplicemente non so cucinare, ecco svelato l'arcano" risposi soddisfatta.
"Allora vieni qui e ti imparo io. così sveliamo anche questo arcano", mi piacevano le sfide e accettai, mi avvicinai a lui, vi erano pochi centimetri che ci separavo, ma più di qualche metro in altezza.

Mi trovavo di fronte al piano di lavoro, un po' incerta su come procedere con la ricetta.
Mentre lavoravamo insieme, sentii la sua presenza dietro di me. Le sue mani abili mi guidavano attraverso i passaggi della preparazione, mentre le sue parole di incoraggiamento mi diedero fiducia.
La sua pazienza e la sua gentilezza mi fecero sentire a mio agio, e anche se non ero un'esperta in cucina mi sentii supportata da lui.

Tutto andava per il verso giusto fino a quando non mi trovai quella maledetta ragazza davanti e me ne andai nel panico. Provavo qualcosa per Christian e quello era più che sicuro, ma per Sarah? Provavo emozioni contrastanti, da una parte mi provocava quelle cose, dall'altra non la potevo e non la volevo vedere.

Così mi rivolsi a lei : " Ei Sarah, che vuoi una foto?" le lanciai un'occhiataccia e Mida si mise a ridere, ma da ridere non c'era nulla.
Se ne andò senza dire nulla, si vede che ci era rimasta male, non per ciò che avevo detto in sé, ma per il modo in cui l'avevo detto.
Mi staccai subito dal ragazzo e senza dargli spiegazioni andai in bagno.

Ogni volta che provavo qualcosa per una ragazza andava così, probabilmente perché non avevo accettato in primis l'idea di non essere del tutto etero, motivo per cui mi ero promessa di far finta di nulla e di non riprendere più l'argomento.

Alle 20:30 eravamo tutti a tavola a cenare, io avevo affianco Lil, una ragazza dagli occhi celesti, e Sofia. Davanti avevo Christian.
Dopo mangiato voleva passare del tempo con me, ma ero troppo stanca quindi rimandai il nostro incontro a data da destinarsi.

Erano le dieci circa e mi recai in camera e c'era lei che dormiva: era a dir poco bellissima. I suoi capelli, la sua bocca, le lentiggini che ricoprivano il suo viso, era così perfetta da sembrare la Venere di Botticelli.

"Che c'é vuoi una foto?" sbottò lei.
La guardai dispiaciuta per ciò che era successo:
"Scusa, pensavo che tra te e Mid-" non ebbi nemmeno tempo di finire la frase che mi parlò di sopra "Mida? Ma sei seria? A me lui non interessa minimamente, ma soprattutto riprenditi perché per rivolgerti in quel ad una persona che a malapena conosci ne devi avere di fegato".
"Scusa, non volevo, più che dirti questo non so che dirti" mi avvinai al bordo del suo letto, feci cenno con il capo per domandare se potessi sedermi e lei acconsentì.
Lei non era più sdraiata e questa volta vi erano veramente pochi centimetri che ci separavano. Potevo sentire i suoi occhi di me, mentre io cercavo di non incontrare il suo sguardo perché sapevo che se lo avessi fatto non mi sarei contenuta. "Non provo nulla per Mida" ripeté "Non provo nulla per nessuno qui dentro, ci conosciamo a malapena, devi essere proprio stupida per provare qualcosa per uno che conosci da pochissimo". Sentivo il suo respiro.
"E se fosse stato il cosiddetto "colpo di fulmine" invece?" le domandai stuzzicandola, mentre pronunciai questa frase mi venne in mente il piccolo flashback di quando ci incontrammo per la prima volta in bagno e lei mi salutò. Avrei voluto sapere se anche lei stesse pensando le mie stesse cose.

"Beh, in caso di "colpo di fulmine"...", mise la mano sul bordo del letto ed io avvicinai la mia nonostante non sapessi se da parte sua ci fosse realmente qualcosa. Le nostre mani si avvicinarono lentamente, quasi timorose di toccarsi. Posso sentire il battito accelerato del mio cuore mentre il desiderio di sentire la sua pelle contro la mia cresce sempre di più.
Quando finalmente le nostre dita si sfiorano, sentii una sensazione di completezza e appartenenza avvolgermi. La sua mano è morbida e calda nella mia, e tutto ciò mi fa sentire bene. Sapevo per certo che tutto ciò per lei non significasse nulla, ma per me era tutto.

Improvvisamente la porta si spalancò, era Sofia. Era ormai la seconda volta che mi salvava in un giorno. Mi disse che c'era bisogno del mio aiuto per qualcosa; prima di andarmene mi girai verso Sarah e le porsi la mano: "Quindi abbiamo risolto?" le chiesi sorridendo. "Forse" mi rispose lei dandomi una stretta di mano.

Non mi interessava quale fosse stata la sua risposta alla mia domanda, volevo solamente risentire la sfregatura della sue pelle sulla mia.

Are we really friends? || Sarah ToscanoWhere stories live. Discover now