12 - Si parte

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Demet

Sono appena entrata nella macchina di Can, dopo aver sistemato il mio trolley nel vano bagagli.

Siamo scoppiati a ridere entrambi per la stessa ragione.

<Mi dispiace per il ritardo> commenta ancora, accendendo lo stereo
<Ma ho avuto un contrattempo> continua
<Can non mi devi spiegazioni! Guarda che stavo scherzando... Il punto è che l'aereo non aspetta> rido, fissando la sua mano bellissima mano, cercare il canale giusto alla radio
<Nonostante tutto, arriveremo comunque in anticipo>
<Dici?>
<Dico> ride e accelera

...............

<Che fai? Rallenti?> dico, presa dall'ansia
<Hai paura della velocità?>
<Il punto è che non ti conosco>
<Come? Eppure mi ricordo che ci conosciamo e anche tanto> ride

Stronzo!
So dove vuole "arrivare".

<Can> lo rimprovero
<Cosa?>
<Ti togli quel sorriso da stronzo? ... grazie!> , incrocio le braccia al petto
<E va bene> risponde, ma è palese che il sorriso c'è, ma sotto i baffi
<Siamo quasi arrivati...> dice poi
<Lo so>
<Come vedi, sei ancora viva! Ma ti perdono>
<Divertente>

Il suo telefono squilla.

Riesco a leggere sullo schermo, di chi lo cerca, perché è appeso nella parte superiore del cruscotto, grazie al porta cellulare auto magnetico.

"E chi ora questa Pelin?" Penso.

Ma certo!
Sarà una delle tante.
Così come lo sono stata io.

Lo vedo un tantino teso quando afferra il telefono.

<Scusami un attimo. Rispondo alla chiamata o non finirà mai di leggere quel nome sullo schermo> mi dice e annuisco in risposta

Fingo di non essere interessata, anche se così dovrebbe essere, visto che ci sono stata solo a letto e nemmeno lo ricordo con lucidità, eppure sento "gelosia" in qualche modo.

<Pelin... > dice, non appena aperto la chiamata

Resta in silenzio tutto il tempo della chiamata.

Lui è di poche parole.
Parla di più chi c'è dall'altra parte.

<Va bene. Ci sentiamo> sono le sue ultime parole

Rimette il telefono al suo posto e si concentra a guardare la strada.

<Tutto bene?> gli chiedo, notandolo "assente "
<Si, grazie>

Mi guarda un nano secondo.

<Sei sicuro?>
<Sì, Demet. È ok>
<Se lo dici tu. Ma dopo la chiamata ti sei, come dire... Spento>
<Ti va se parliamo un po' del caso?>

Cambia discorso.

<Anche durante il viaggio? No, grazie. Facciamo che ripassiamo tutto quando arriviamo in Hotel>
<Va bene>

Svolta nella strada che conduce all'aeroporto.

Rimaniamo in silenzio.

Vorrei fargli un sacco di domande, ma ho notato che tende a chiudersi quando è pensieroso.

<Era la mia ex ragazza comunque> dice poi dal nulla

Il mio cuore accelera.

"Ex ragazza".

Per sentirla ancora è qualcosa di recente allora.

<Tranquillo... Se non hai voglia di parlarne, lo capisco>
<Ci siamo lasciati da poco e non lo accetta> continua, ignorando la mia affermazione

Squadra speciale ~Il dipinto rubato Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora