76 - Il passato che si fa sentire - La famosa stanza

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Demet

Ho chiuso in maniera frettolosa la chiamata con Can perché Ferit mi cerca, e il suo passo incerto risuona nei corridoi.

Quando mi chiama, rispondo con un filo di voce: <Sono in stanza>

Poco dopo, bussa e successivamente dopo la mia approvazione, apre la porta e si ferma sulla soglia.

È ancora assonnato.

Indossa ancora la mia camicia aperta sul petto.

Ci osserviamo per un attimo.

Ferit si avvicina lentamente con sorriso.

In questo momento fragile, un'idea inizia a formarsi nella mia mente.

Approfittando della sua vulnerabilità, decido di rompere il silenzio: <Ferit…dopo la colazione , puoi riportarmi in quella stanza?>

Lui mi guarda stranito all’inizio, l'espressione confusa mentre cerca di capire cosa intendo.

<Quale stanza?> chiede, quasi incredulo.

<Quella dove… dove ci sono i dipinti. Ho voglia di rivederli. Mi piacevano un sacco> rispondo con un tono che cerca di far trasparire quanto questa richiesta sia importante per me.

Dopo un attimo di esitazione, vedo il suo sguardo cambiare.

<Non so…> inizia a dire, ma poi si ferma e riflette.

<Demet> dice infine con voce più decisa, <Non posso > continua
<E perché?>
<Perché è pericoloso. Non dovevo portarti lì ieri sera ma ero veramente su di giri per averlo fatto. Quindi ho bisogno che tu dimentichi di esserci entrata in quella stanza e che non hai la minima idea di quello che c'è lì dentro. Se lo scoprono sono un uomo morto>

...........

Ho convinto Ferit.

Quando mi metto in testa una cosa ci riesco alla grande.

Mentre ci avviciniamo alla porta, Ferit si ferma all'improvviso, il suo viso si fa serio.

<Hande, se qualcuno scopre che ti ho portato qui… mi uccidono. Sono serio> dice, con preoccupazione evidente nella sua voce.

Ma in questo momento, la mia determinazione cresce.

Non voglio che la paura lo blocchi.

<Ferit> dico con dolcezza,

<Ti prometto che rimarrà tra me e te>

Lui sembra indeciso, il conflitto nei suoi occhi è palpabile ma gli sorrido e tutto passa.

<Andiamo> dice poi e lo seguo

La sua vulnerabilità è il mio alleato.

Raggiungiamo la stanza.

Osservo attentamente il codice che va ad inserire e lo salvo per bene in testa.

Ecco cosa succede quando un uomo si fa prendere troppo da una donna.

È capace di farsi sfuggire un sacco di cose.

Entriamo nella stanza dei dipinti, e la luce soffusa avvolge ogni tela appesa alle pareti.

Cammino con attenzione, verso uno degli ultimi dipinti rubati.

<Guarda questo> dico a Ferit, indicando un quadro che ritrae un paesaggio mozzafiato.
<La luce qui è così intensa, sembra quasi viva.>

Ferit si avvicina e sorride.

<Hai un occhio attento, Hande>

La sua voce è calda e sincera.

Squadra speciale ~Il dipinto rubato Where stories live. Discover now