Innamorata- Parte 5

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Mia madre non ci ha lasciati andare molto facilmente. Ruben mi ha detto che nei momenti liberi potevo andare a trovare mia madre visto che anche lei avrebbe dovuto trasformarsi ma non lo ha fatto. Mia madre mi ha detto di dirlo anche a mio fratello che se voleva poteva andare a trovarla, non lo vedeva da vent'anni. Dopo un'ora siamo riusciti ad uscire di casa e volando siamo andati alla spiaggia.
Siamo coricati sulla sabbia, l'acqua che bagna i nostri piedi nudi, le noste ali che si sfiorano e le nostre mani che si stringono.
Ci sono così tante stelle che illumano la notte anche se la luna non c'è.
<< A cosa pensi? >> mi chiede guardandomi.
<< Penso alla nostra vita. >> rispondo << Alla vita che avremo da adesso in poi. >>
Mi avvolge tra le sue braccia e mi bacia sulla guancia.
<< Io non so che succederà adesso, so solo che se staremo assieme sarà una vita bellissima. >>
<< Ma come fai a dirlo? Ci conosciamo da pochissimo! Metti che c'è qualcosa del mio carattere che non ti piace. >> dico affondando la mia testa sulla sua maglietta.
<< Queste cose non sono importanti per gli angeli, forse per gli umani si ma non per noi. Tutti hanno dei difetti, però se due angeli si innamorano imparano ad accettarsi così come sono. Io ti amarei anche se fossi la ragazza più capricciosa e prepotente di questo mondo. >>
Chiudo gli occhi e sospiro. Non capirò mai gli angeli, forse perchè non sono una di loro da molto tempo.
Continuiamo a guardare le stelle. Le braccia di Ruben mi stringono nel suo corpo e io affondo la testa nel suo petto.
<< Vorrei rimanere così per sempre. >> sussurra vicino al mio orecchio.
<< Per sempre è molto tempo. >>
<< Appunto. >>
Sorrido e per la prima volta mi rendo conto che la mia vita di adesso sarà migliore di quella che avevo prima. Potrò vedere mia madre quando voglio e Cat... beh, non si può avere tutto in questa vita. Posso dire per la prima volta nella mia vita che sono felice sul serio.

***
Mi sveglio tra le braccia di Ruben nella mia stanza. Non mi ricordo di essere tornata nella mia stanza, l'ultima cosa che mi ricordo è il cielo stellato.
Sarà una giornata molto impegnativa. Ho la seconda lezione con Marcus e dovrò trovare il modo di parlare con Jago. Non so se è la cosa giusta, ma io voglio conoscerlo. Ruben mi ha detto che stasera ha di nuovo il turno all'orologio, forse potrei andarci a parlare. Non so perchè ma sono in ansia. Sono le undici di mattina. Mi rendo conto che sto dormendo più di quanto dormivo prima, diciamo che me la sto prendendo comoda.
Mi metto seduta e bacio le labbra di Ruben. Con una mano accarezzo i suoi capelli biondi, così lucenti e pieni di sole che fanno provare invidia a chiunque. Non mi stancherò mai delle sue labbra.
<< Ti amo >> sussurra.
Sorrido. Quanto lo amo.
Mi butto su di lui e continuo a baciarlo, non voglio staccarmi da lui. E' così bello.
Mi stacco da lui e gli dico: << Tu credi che dovrei dire a Jago che è mio fratello? >>
Mi da un'altro bacio e risponde: << Io penso di si, è bello poter parlare con una persona con cui hai dei rapporti di sangue. Se non fosse stato per Ariel la mia vita sarebbe stata molto più piena di dolore e non sarei qui in questo momento, sarei morto da un sacco di tempo. Ariel ha rinunciato a molte cose per me, anche a cose molto importanti. >>
Mi mordo il labbro. Avevo capito che il rapporto che avevano era profondo, ma non pensavo così tanto. Forse con gli anni potrei avere un rapporto con mio fratello, anche se credo che sia molto improbabile.
Come sempre all'ora di pranzo, quando Ariel bussa alla mia porta, Ruben sgattaiola fuori. Più passa il tempo, più mi rendo conto di quanto mi manchi quando lui non è qui. Forse questo vuol dire amare, sentire la mancanza di una persona quando non c'è, o forse amare vuol dire provare così tanta passione e attrazzione per una persona da non volersi mai staccare da lui. Qualunque sia la definizione dell'amore, io questo lo provo per Ruben.
<< Allora, dove siete stati ieri sera? >> chiede Ariel mordicchiando una pannocchia di mais.
<< Siamo andati a fare una passeggiata in spiaggia, niente di che. Invece, come vanno le cose tra te e... Jago, così si chiama giusto? >>
<< Vanno bene, mi sono già trasferita nella sua stanza praticamente. Credo che la festa degli iniziati ha portato fortuna sia a me che a te. >>
Sorrido pensando alla strampalata dichiarazione d'amore che ho fatto a Ruben. Sarebbe stato più romantico se gli avessi confessato il mio amore da sobria, ma credo che se non fosse stato per l'alcol io non avrei detto una parola e nemmeno Ruben.
Che situazione strana, mio fratello sta insieme alla sorella del mio ragazzo.
<< Ho bisogno di parlare con Jago. >> dico senza pensarci.
Mi guarda in modo strano e chiede: << Perchè? >>
Decido di dirle la verità, di dirle che Jago è mio fratello.
Mi alzo dal letto e apro il primo cassetto della cassettiera dove ho nascosto la foto. Gliela porgo e inizio a spiegare che Jago è mio fratello, che io sono nata due anni dopo la sua trasformazione, che vorrei conoscerlo e dirgli che sono sua sorella, anche se non so come.
<< Di solito durante il giorno sta sempre in giro ed è difficile trovarlo quando è da solo, vai invece all'orologio stasera, subito dopo cena. Lui sarà lì e da solo, è il momento perfetto. >>
Abbraccio Ariel, ho bisogno di conforto. Non so come e cosa gli dirò, non posso andare là davanti e dire "Ciao, sono tua sorella."
Alle due e trenta siamo tutti alla sala dove si tengono le lezioni, con i nostri quaderni davanti a noi. Marcus ritarderà di qualche minuto, ha un'intera comunità da gestire. Ruben invece è seduto vicino a me, mi stringe la mano. Certe volte credo che entrambi abbiamo bisogno di contatto fisico per sostenerci, e forse è vero. Non so cosa farei senza i baci e gli abbracci di Ruben. Una segretaria di Marcus ci ha preannunciato che oggi parleremo soprattutto degli angeli protettori, gli angeli incaricati di proteggere un umano in pericolo. Non so il perchè ma questo tipo di lavoro mi affascina più degli altri, anche se non so se sarei in grado di proteggere un'umano. Però vorrei farlo, non mi va di passare una vita davanti al computer per sorvegliare gli umani o cucinare alla mensa e pulire i luoghi pubblici. Fra tre giorni sceglierò il lavoro che voglio fare e ancora non so quale sia.
Marcus entra dalla porta, si siede nel suo posto e ci saluta. Ancora non riesco a credere che abbia più di trecento anni, sembriamo coetanei.
Apro il quaderno e inizio a prendere appunti su quello che un angelo protettore deve fare. Per essere un angelo protettore non c'è bisogno della forza, ma della velocità. Deve essere scaltro e attento ai minimi dettagli e deve avere il coraggio, se ce n'è bisogno, di combattere contro un vampiro e vincere. Di solito le persone soggette ad attacchi vampirici sono parenti di qualche angelo, nei casi più rari sono proprio i figli degli angeli. Queste persone vengono sorvegliate fino all'età di venticinque anni, poi i vampiri non li attaccano più perchè nel loro esercito hanno bisogno di vampiri giovani e forti.
La spiegazione si conclude con l'argomento della ragazza alata, o come la chiama Marcus " La ragazza della salvezza o della distruzione."
La lezione finisce prima oggi e tutti torniamo nelle nostre stanze. Io e Ruben ci stediamo sul mio letto e penso a quale lavoro sarebbe adatto a me. Ruben mi osserva, capisce quali potrebbero essere i miei pensieri.
<< Stai pensando a quale lavoro scegliere? >> chiede.
<< Si. Non so proprio cosa fare. Il lavoro che mi attrae di più è quello dell'angelo protettore, ma non so se ne sarei in grado. >>
<< Cosa volevi fare come lavoro quando eri un'umana? >>
<< Io volevo diventare scrittrice, e come vedi nessuno dei lavori degli angeli si ci avvicina. >>
Ci pensa un attimo, mi bacia e poi mi dice: << Sai, gli angeli protettori ogni mese devono scrivere delle relazioni sul caso che stanno seguendo. Credo che tu saresti perfetta come angelo protettore. >>
Lo guardo e vedo che sta parlando sul serio. Forse ha ragione, forse ne sarei in grado. Devo pensarci.

La ragazza alataWhere stories live. Discover now