Capitolo 3

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Verso l'ora di cena chiamarono i genitori per la terza volta per chiederle se avesse mangiato.
“Sì.Non molto,ma sì.”
A loro bastava questo per farli star tranquilli per un po'.
Menomale.
Si mise in giardino,c'erano delle rose un po' appassite in un angolino, di fronte a queste un grande albero che sorreggeva,con un altro albero,un'amaca abbastanza grande per poterci dormire.
Allora si preparò una coperta e un cuscino e ci si stese fino a notte fonda per osservare le stelle.
Pensava.
Clary pensava e guardava le stelle.
Stelle e pensieri.
Non c'era nessun rumore,solo il silenzio e il canto delle cicale.
Le venne in mente che da piccola aveva sempre desiderato un'amaca così ma sua mamma non sapeva dove attaccarla e alla fine si è accontentata di una sdraio che mise nel giardinetto di casa sua.
Poi le venne in mente quello che le disse il suo dottore(?)/psicologo(?).
Sarebbe venuto qualcun altro tra due giorni.
Ansia.
Clary non faceva molto facilmente amicizia soprattutto perché fin da piccola era una ragazza molta timida e chiusa e prima di tutto.Faceva un po' la stronza per difendersi solitamente ma in realtà lei non lo era.
Era questo che la rovinava e il bello era che lei lo sapeva.
Era il suo carattere infondo,aveva quella specie di corazza che la proteggeva dal dolore perché ne aveva avuto tanto,troppo,e aveva un disperato bisogno d'affetto.
D'amore.
Aveva paura,paura di star male di nuovo.

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