Capitolo 4

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I due giorni successivi Clary li dedicò a dipingere camera sua e ci scrisse delle citazioni qua e là.
Poi andò nella stanza della musica che si trovava in fondo al corridoio e dio,era uno spettacolo.
Appena entrò notò immediatamente le pareti ricoperte con dei poster dei Beatles,i Pink Floyd,i Gun's N Roses,uno con Bob Marley,un'altro con Bob Dylan e moltri altri ancora.
A destra c'era una chitarra classica,in mezzo alla stanza,invece,c'era un pianoforte e una batteria,a sinistra c'erano dei tamburi e dei microfoni.
Clary non resistette alla tentazione e prese la chitarra in mano,la accordò e si mise a suonare,poi prese il microfono e iniziò a cantare 'Give Me Love' di Ed Sheeran.
Cantò e suonò per ore intere senza mai stancarsi e si scordò di tutto e di tutti.
Era quello che la salvava un po'.
La musica.La chitarra.Il canto.
Passava le giornate così.
Delle volte invece,si ritrovava a piangere e nemmeno sapeva il motivo.
Altre volte se ne stava per ore immobile a guardare il vuoto,a pensare a tutto quanto,alla vita,alla sua di vita.
Pensava che aveva bisogno di qualcuno,dio quanto ne aveva bisogno.
Aveva bisogno di una persona che la facesse sentire fondamentale.
Risentì le solite voci.
Non ebbe paura,ci era abituata infondo,ma erano più forti di altre e dopo che informò lo psicologo/dottore(?)di esse,lui le disse di star tranquilla.
Che prima o poi passano.
'Ecco una frase del cazzo' pensò tra sé e sé Clary.
La sera del secondo giorno,dopo la visita dello psicologo(sì,dopo averglielo chiesto,capì che era uno psicologo) andò in camera sua,chiuse la porta e crollò.
Crollò in tutti i sensi.
Fisicamente e psicologicamente.
Pianse tutta la notte,pianse senza mai fermarsi.
Pensava che era colpa sua se i suoi erano così preoccupati per lei,che era colpa sua se adesso stava così male e che se lo merita tutto,quel dolore.
Allora gli rivenne la tentazione.
Quel pensiero costante che cercava perennemente di togliersi dalla mente ma che difficilmente ci riusciva.
Questa volta,infatti,non ci riuscì.
Si fece un grosso taglio verticale sul polso sinistro.
Uscì tanto sangue,ma a lei non importava.
Alleggeriva il dolore psicologico,era quello l'importante.
Prese delle bende e si coprì il taglio con esse,e quando decise di andare a dormire,erano già le sei del mattino.

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