Capitolo 8

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MAYA'S POV

Era finalmente giunto il venerdì. Amavo il venerdì.
La giornata a scuola non era mai pesante e finite le lezioni si poteva fare qualunque cosa ti passasse per la testa.

Nelle prime due ore c'era inglese, che non mi pesava affatto e passò velocemente.
Terza ora: scienze. La prof aveva solo interrogato, ed io godevo tantissimo perché Nathalie Emmanuel si era beccata l'ennesimo 3.

Quella mattina la Emmanuel era spaesata e confusa. Sicuramente perché Kaya era assente. E pure Thomas. Strano. Secondo me uscivano proprio insieme, non erano solo coincidenze.

Quarta ora: tecnica.
Quinta e sesta ora: geografia.
Quando suonò l'ultima campanella, tutti si alzarono velocemente dal banco, ma Katherine per prima.

Questa, si diresse verso la porta e se ne stava lì, a distribuire dei volantini.
E ad ogni compagno che le passava davanti, lei diceva sempre la stessa cosa, distribuendo il volantino:

"Vieni alla mia festa, stasera?"
Non lo disse solo a Nathalie, che le stava antipatica.
Arrivò il mio turno.
"Oh, Maya! Vuoi venire alla mia festa stasera?" mi chiese con entusiasmo la bionda.

"Mm.. Vedrò." le risposi afferrando il volantino. C'era scritto ora e indirizzo.

Uscimmo da scuola e prendemmo il solito autobus.

THOMAS' POV

Per fortuna avevo saltato scuola.
Quella mattina, invece, andai all'agenzia correndo.
Si, correndo. Ormai non mi serviva più nessuno stupido mezzo grazie a quelle scarpe. Non avevo ancora provato i razzi, però.

Arrivai davanti alla porta ed inserii la tessera.

"Thomas Brodie-Sangster, cosa desideri fare?" mi chiese la solita voce metallica.
Selezionai l'opzione addestramento, che dovevo sostenere quel giorno.
In attesa dell'apertura della porta, mi chiedevo che cosa si fossero inventati sta volta.

Ogni mese avevamo l'addestramento, ed ogni mese, quando la porta si apriva, c'era uno scenario diverso.
Una volta avevamo dovuto buttarci nel vuoto... Pazzesco!

Finalmente la porta si aprì, e c'era un buco nero.
Sembrava tantissimo lo scivolo per le nuove reclute.
Mi feci coraggio, e mi buttai dentro.
Era tutto buio, non vedevo niente, ma potevo capire dove mi trovavo grazie al tatto.

Stavo sicuramente in uno scivolo, perché sentivo il mio corpo scivolare contro una superficie metallica.
Dopo un po' sentii del bagnato.
Mi toccai il davanti dei pantaloni, per assicurarmi che non me la fossi fatta addosso.
Con grande soddisfazione, non ero io.

Ero in uno scivolo d'acqua.
Fantastico, ne uscirò fradicio.

Passarono circa 30 secondi, e sentii come il rumore di un'onda avvicinarsi.
Ora riuscivo a vedere, ma a malapena.
Mi guardai dietro, e vidi tantissima acqua che avanzava a tutta velocità, cercando di prendermi.
"Ma porca..."

"Pensa da spia, usa il tuo cervello da spia per salvarti, o morirai." mi disse la voce metallica.

Pensa pensa pensa pensa. continuavo a ripetermi.
Intanto l'acqua si avvicinava.

Devo accelerare.
Ma come faccio?

Mi venne un'idea.
Cercai di girarmi a pancia in giù, con i piedi rivolti verso la grande onda.
Alla fine ce la feci. Con molta fatica, ma ci riuscii.

Battei i talloni due volte, e dalle mie scarpe uscirono delle fiamme leggere.
Queste diventarono più grandi, ed iniziai ad accelerare sempre di più.

ASDL {T.S}Where stories live. Discover now