Capitolo 14

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Ron fissava la ragazza come se cercasse di leggerle dentro. Hermione invece voleva essere molto più nascosta al suo sguardo indagatore.

«Non so da dove cominciare.» le disse Ron abbassando lo sguardo.

«Puoi cominciare dall'inizio.» rispose Hermione prendendo posto sulla sedia accanto al letto. Ron sospirò rumorosamente e poi, sembrò decidersi a raccontare.

«Ero geloso. Geloso di lui.» Hermione aggottò le sopracciglia «Eravamo al quarto anno; una sera ricevetti un biglietto, proveniva da Serpeverde, precisamente da Malfoy. Mi dava appuntamento alla Torre di Corvonero quella sera stessa, aveva bisogno di parlarmi.» concluse e Hermione accavallò le gambe «Continua...» lo invitò, paziente.

«Mi presentai all'appuntamento, più scettico che mai, lui arrivò in ritardo. Lo aspettai per mezz'ora e quando arrivò emisi un sospiro di sollievo. Mi chiese un favore, sì, proprio un favore... voleva parlare con te. Avevo paura che potesse farti del male così rimasi molto attento a non lasciare che le sue parole mi condizionassero troppo. Gli dissi che ti avrei parlato ma che lui sarebbe stato in debito con me.»

«Non ricordo che tu mi abbia parlato di Malfoy...»

«Non lo feci. Sapevo che quel ragazzo procurava solo guai e non volevo che ti facesse qualcosa. Così ignorai il patto e continuai con la mia vita come se niente fosse. Fui uno sciocco a pensare che lui se ne sarebbe dimenticato.» Ron sorrise scuotendo la testa, dandosi mentalmente dello stupido.

«Una sera, al quinto anno, mi raggiunse mentre uscivo da Pozioni per andare a cena, tu ed Harry eravate già andati, cercando un modo di farla pagare alla Umbridge. Mi prese da parte e mi puntò la bacchetta alla gola. Avevo ragione, non se n'era dimenticato: sembrava avesse un bisogno fisico di vederti e non capivo per quale motivo. Lui ti amava, Hermione. Ti amava e voleva arrivare a te tramite me. Ma anche io provavo dei sentimenti e non potevo sopportare la vista di te insieme a Malfoy.»

«Credevi che io avrei potuto mettermi insieme a lui se me lo avessi detto?» domandò Hermione schifata alla sola idea.

«Beh, adesso è così, no?» Hermione ignorò il suo commento e lo lasciò continuare. «Non credevo che lui potesse provare dei sentimenti per te. Era troppo finto, bugiardo e arrogante per te e ti avrebbe solo fatta soffrire...» Hermione si morse un labbro. Ron era incapace di guardarla negli occhi.

«Lui mi aveva minacciato ma io lo avevo in pugno, era in debito con me; gli ordinai di lasciarti stare, di nascondere quei sentimenti e dimenticarli, per la tua felicità. Perché tu non ti saresti mai abbassata a stare con lui. Al'inizio non mi credette e provò in ogni modo ad avvicinarti, senza però riuscirci: tu eri sempre con Harry o con me, mai sola.»

«Per questo non mi lasciavi mai da sola? Per paura che lui riuscisse a raggiungermi?» Hermione si sentiva oltraggiata e delusa.

«Dovevo. L'ho fatto perché ti amavo, perché ti amo.»

«Non scusarti, non ancora. Manca ancora una parte...» lui annuì e riprese a raccontare.

«Quando la guerra finì e lui rientrò nella lista dei sospetti Mangiamorte, capii di aver fatto tutto il possibile per renderti felice, con me. Ma non riuscii a farti sentire desiderata come avrei voluto, c'era sempre un certo imbarazzo tra noi...» Hermione intuì che stava arrivando la parte peggiore.

«Si creava una voragine sempre più grande tra di noi; feci in modo che tu avessi un falso ricordo della nostra prima volta, così ti saresti sentita sempre legata a me. Sapevo che per te era importante e che non avresti lasciato tutto questo per lui. Non avresti sacrificato "noi" per lui. Pensavo di aver vinto, e invece non fu così.» Hermione era spaventata da tutto quello che Ronald era stato capace di fare. Se fosse stata una codarda, avrebbe preso le sue cose e sarebbe uscita da quella stanza per non rientrarvi mai più, abbandonando la persona che le aveva mentito. Ma Hermione non era codarda, era coraggiosa e sapeva che il racconto -la confessione- di Ron, non era ancora terminata.

Il cavaliere nero e la dama d'argentoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora