Cap.8

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"Ok. Voglio tutti qui, tra dieci minuti dovranno essere tutti qui!." Recuperai i pochi lavori non bruciati dall'incendio.
Una macchina da cucire era restata accesa per tutta la notte ed era andata a fuoco bruciando, tutti o quasi, i miei progetti.

"Ora vado a chiamare tutti." Chanel con un espressione spaventata sul viso, corse a chiamare gli altri dipendenti.
Non ero un datore di lavoro meschino, cattivo o che faceva lavorare 24 ore su 24, ma esigevo attenzione sul lavoro e l'incolumità nei loro confronti era la cosa principale.

"Quindi..vuole ripetermi come è avvenuto l'accaduto?" Il vigile del fuoco davanti a me aveva un caschetto giallo in testa e la sua divisa era ben visibile anche nel buio della stanza, c'erano solo poche torce o lampade che illuminavano, era necessario staccare l'impianto elettrico dopo un incendio.

"Ribadisco la mia non presenza durante l'accaduto, ma prendendo atto di ciò che mi è stato riferito dalla mia vice collaboratrice, posso dirle che la macchina da cucire nell'ala ovest, sala rifinitura, posto 22 è rimasta accesa tutta la notte. Il surriscaldamento della macchina ha fatto sì che la pila di fogli adiacente ad essa prendesse fuoco. Ci sono stati alcuni problemi nello spegnimento del fuoco, ma siamo riusciti ad estinguerne la maggior parte prima che arrivaste voi." Spiegai mentre lui continuò a prendere appunti di quello che stavo dicendo sul blocco tra le sue mani.

"Siete stati molto fortunati, si sarebbe potuto creare un effetto catena; in questa stanza ci sono flaconi d'alcool dappertutto." Constatò un secondo vigile del fuoco, molto fortunatamente, non c'erano feriti e questo mi sollevava parecchio il morale, se ci fosse stato qualche vittima, il casino sarebbe stato doppio.

"Sono a conoscenza di quest'ultima, ma essendo un laboratorio di rifinitura abbiamo bisogno di materiali per elaborare al meglio le nostre creazioni. Ciò non vuol dire che io metta la sicurezza dei miei lavoratori dopo il lavoro stesso, cercherò in tutti i modi di rendere sicuro il più possibile questo e tutti gli altri lavoratori di questa operazione."
Dopo aver fatto gli ultimi accertamenti e avermi dato il resoconto del salvato e del perduto, andarono via.

Aspettai tutti gli impiegati e quando furono tutti nella stanza iniziai a parlare.

"Volevo avervi tutti qui, davanti a me, per spiegarvi alcune cose essenziali che d'ora in poi dovranno essere la priorità per tutti.
Divideremo in due parti la rifinitura degli abiti, in una metteremo le macchine per definirli al meglio e in una stanza distante i coloranti e gli acidi per renderli vendibili in commercio.
Ogni uno di voi dovrà avere un camice e se a contatto con gli acidi, usare degli occhialini è una mascherina che vi verrà data dal vostro datore di lavoro, cioè io.
Voglio che d'ora in poi la sicurezza sia la nostra priorità è che si cerchi in tutti i modi di rispettarla." Chiara e concisa mi espressi ai miei colleghi, sperando che il mio discorso fosse entrato nelle loro teste e che avrebbero messo in atto ciò che gli avevo appena detto.

"Tesoro, ma cosa è successo?" Mia madre venne orrendo verso di me.

"La sala rifiniture ha preso fuoco durante la notte." Mi riavviai i capelli con una mano e tossii un pò per il fumo che era ancora presente nell'aria.

"Non ci sono feriti, spero." Si allarmò in un primo momento, la mia espressine non cambiò e lei tornò a rilassarsi.

"No, nessuno ferito, nessuna vittima. Il laboratorio era vuoto." Iniziai a camminare verso l'uscita del laboratorio, mia madre mi seguì.

"E i tuoi lavori?" Sul suo viso si dipinse un espressione triste, anche io lo ero, avevo lavorato tanto a quei progetti.

"Tutto in fumo." Sospirai e spinsi la maniglia anti panico per uscire dell'edificio.

love me again Where stories live. Discover now