Canada

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I preparativi, mi stavano prosciugando ogni minima forza che avevo in corpo. Il vomitare, la testa che girava, i continui sbalzi d'umore non aiutavano affatto.

"No! Voglio che troneggino i colori bianco e viola nel ristorante, mentre in chiesa il bianco ed il rosso." Cambiai per la decima volta il mio ordine riguardo a come dovessero essere addobbate le diverse location.

"Tesoro, devi calmarti. Stai chiamando quelli della location ogni giorno proponendo sempre qualcosa di diverso, poveri, devono trovare il tempo per mettere tutto apposto come si deve, ma tu non gli dai nemmeno il tempo." Justin mi accarezzò i capelli e dopo averli spostati tutti su una spalla mi baciò dolcemente sulla guancia.

"Capisco, ma se non sanno fare il loro lavoro non è colpa mia." Mi difesi, sfoggiando altre pagine del catalogo per il menù.

"Amore, che ti prende? Sei strana." Si mise a sedere di fronte a me e prese le mie mani tra le sue, stringendole e baciandone il dorso. Mi sentii in colpa, ancora non gli avevo detto nulla della gravidanza, avevo intenzione di farlo durante il matrimonio, per rendere tutto più speciale.

"Scusa amore, sono solo stanca e stressata per i preparativi." Mi alzai e andai verso di lui trascinandolo in un forte abbraccio.

"Sei la donna più forte che io abbia mai conosciuto." Mi baciò dolcemente il naso facendomi sorridere come una bambina.

"Ti amo." Lo guardai per qualche secondo negli occhi, i suoi occhi, quello che amavo di più in lui era il fatto che sapeva come farmi sentire bella e amata in ogni cosa che faceva.

"Ogni giorno sempre di più." Poggiò le labbra sulle mie e mi baciò dolcemente, sentivo il suo bisogno di affetto, di essere amato e voluto, avrei voluto poterlo accontentare, ma il dottore aveva specificatamente detto che non potevo avere rapporti durante la gravidanza.

"Non vedo l'ora di diventare tua moglie." Mi lasciai coccolare dalle sue braccia e dalle sue attenzioni.

"Ma lo sei già." Baciò la mia fronte e prendendomi in bracciò mi portò sul divano dove fece stendere i nostri corpi uno sopra l'altro. Ringraziai di non essere ancora pesante e che la pancia non si vedesse molto, anche perché se si fosse vista, sarebbe stato un enorme problema il vestito da sposa.

"Intendo legalmente" appoggiai la testa sul suo petto, le sue mani mi accarezzavano dolcemente la schiena, facendomi rabbrividire ogni volta di più.

"A me basti tu, legalmente oppure no, io ti amo e mi basta questo." Con un sorriso a trentadue denti, mi porsi verso di lui e gli lasciai un lungo e dolce bacio sulle labbra.

"Amore non credo sia ora di andare a prendere JJ?" La sua espressione era abbastanza preoccupata ed in ansia.

"Ti manca così tanto?" Scherzai punzecchiando il suo braccio con le mie unghie.

"È mio figlio, certo che mi manca." Spostò una ciocca di capelli che mi era caduta sul viso, poi mi costrinse ad alzarmi.

"Ok, ok, ora lo andiamo a prendere! Tesoro, JJ sta comunque bene a casa dei miei genitori." Presi la giacca dall'attaccapanni.

"Non ne dubito, ma penso che lui stia meglio con i suoi genitori, tutto qui." Si difese. Prese le chiavi e ci avviammo verso la macchina.

"Ma tu la giacca non la metti mai?" Lo guardai contrariata, avevo solamente paura che potesse prendersi un raffreddore proprio in questi giorni che il matrimonio stava per avvicinarsi.

"Non prenderò la febbre, mammina." Fece la voce da bimbo, mentre io gli feci la linguaccia.

"Sali in macchina e portaci da nostro figlio, papino." Gli feci il verso facendolo ridere.





"Ma ragazzi, JJ sta giocando con il suo amichetto." Mia madre sembrava arrabbiata, non voleva che le portassimo via JJ.

"Mamma, ti prego." La fulminai con lo sguardo.

"Perché volte portarlo via? Sta così bene qui con noi." Si mise a braccia conserte e guardò sia me che Justin in cagnesco.

"Ne sono sicura, ma abbiamo diciamo un trauma post allontanamento prolungato, abbiamo poi..ha, è Justin che sente il bisogno di riavere suo figlio tra le braccia. Io te lo lascerei volentieri, ma lui non vuole." Indicai il mio quasi marito e lui con la faccia tutt'altro che dispiaciuta si mise alla ricerca di nostro figlio.

"Ok va bene, ma promettimi che lo riporterai qui nel weekend." Mi puntò l'indice contro.

"Te lo lascio anche durante la luna di miele se vuoi." Le proposi.

"Quindi non lo portate con voi?" I suoi occhi si illuminarono.

"Ehm credo di no, anche se per Justin sarà difficile separarsene per cinque giorni."

"Oh beh, digli che ci vai a letto e vedrai che lo lascerà qui in un batter d'occhio." Rimasi scioccata dalle sue parole.

"Mamma!" Le colpii il braccio.

"Che c'è? Lo sai che si fa sempre sesso la notte del matrimonio, non è una novità. E poi dovreste già sapere come si fa, dico bene?" Mi strinse una guancia, facendomi arrossire.

"Mamma, ma ti sembra? Ma che ti sta succedendo?" Ero sbalordita dal modo in cui lei ne stesse parlando così liberamente con me, ok, io non ero stata alle sue regole, mi aveva sempre detto di avere il primo rapporto dopo il matrimonio, ma non l'avevo ascoltata..

"Non mi succede niente, sto solo dicendo che tu sai già come funziona."

"L'ho trovato!" Justin entrò in salotto con JJ tra le braccia, ma la sua testa era verso il pavimento e Justin teneva le gambe.

"Sta attento Justin, potrebbe farsi male!" Li raggiunsi e sta volta presi io JJ in braccio.

"Ok, possiamo andare" dichiarò Justin prendendo nuovamente le chiavi della macchina e dirigendosi in fretta verso la porta, subisti dopo aver salutato mia madre ovviamente.

"Grazie ancora per averlo tenuto in questi giorni mamma." Le baciai una guancia e dopo averla stretta in abbraccio seguii Justin fuori dalla casa, diretti a casa nostra.

"Allora campione, ti sei divertito a casa della nonna?" Justin lo mise nel suo seggiolone, legandolo per bene, poi venne a sedersi nel posto davanti mettendo in moto la macchina.

"Si, abbiamo visto i cartoni, abbiamo giocato a nascondino, poi mi ha fatto anche cucinare!"
Lo guardai dallo specchietto retrovisore e vidi che sorrideva mentre guardava fuori dal finestrino.

"Sono contento che tu ti sia divertito, perché ci tornerai."

"Cosa?" Justin mi guardò in malo modo.

"Mamma e papà, devono andare via per un po di giorni dopo il matrimonio, così tu puoi stare ancora un po con la nonna." Gli spiegai, cercando di far capire a Justin il secondo fine, che fortunatamente capì al volo.

"Sii!!" Battè le mani e tornò a guardare dal finestrino.

"Amore" mi voltai verso Justin.

"Si?"

"Avevo pensato di andare in Canada per Natale, ti andrebbe?" Strinse la mia mano nella sua, sorrisi entusiasta della sua domanda.

"Certo!" Mi sporsi verso di lui e gli lascia un veloce bacio sulle labbra.

love me again Where stories live. Discover now