Passato- Parte 14

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Non ci è voluto molto per far abituare Eliah alle sue nuove ali, anzi, appena ha indossato la collana e ha visto che due ali nere erano spuntate sulla sua schiena si è messo a svolazzare per tutta la casetta. Alla fine Ariel lo ha afferrato per i piedi e lo ha rimproverato.

Prendiamo le poche cose che Ruben aveva portato qui con molta fretta, prima andiamo sulla nuvola meglio è. Sono un po' in ansia, sicuramente questa notte ci sono state altre morti nel bosco, in questo periodo molte famiglie vanno a fare campeggio in mezzo al nulla. Spero che nessun angelo abbia trasgredito l'allerta che ho dato e che non si sia intrufolato nel bosco. Più aumentano i morti nella nostra comunità, più gli angeli vorranno partire alla ricerca di questa ragazza misteriosa.

Ruben si mette a tracolla il borsone e ci dirigiamo tutti verso la porta. Ariel ha in braccio il piccoletto e io cerco di dimenticare tutti i brutti pensieri almeno per un momento. Mi sento stanchissima, ho dormito a mala pena tre ore questa notte. Questa storia mi sta distruggendo.

Apro la porta e trasalgo dalla paura. Alec, in jeanz e giubbotto di pelle, è davanti la nostra porta.

Eliah scoppia in lacrime e tutti indietreggiamo. Non voglio avere un altro scontro con lui. Lui non può entrare dentro la casetta e non può lanciare magie dirette verso di noi. Se rimaniamo qui dentro siamo al sicuro.

<< Cosa vuoi Alec? >> dico con voce dura << Non puoi combatterci qui. >>

<< Lo so. >> dice con il suo solito sorriso fastidioso << Voglio solamente parlare con voi. >>

<< Certo. >> dice Ariel alle mie spalle << Non hai amici e per questo vuoi passare il tempo con le persone che più ti odiano. >>

<< Esattamente. >> risponde << Se non hai amici con cui parlare un'alternativa è infastidire le persone che ti odiano. >>

<< Di quello che devi dire e vattene. >> dice Marcus al mio fianco.

Alec prende la sedia che avevo fatto apparire la scorsa notte, la mette di fronte alla porta e si siede.

<< Propongo una conversazione civile. >> dice facendo apparire una tazza di caffè << Ne volete un po'. Oh, basta solo per una persona. >>

Questo ragazzo mi irrita i nervi, come solo suo padre era in grado di fare. Non ha preso niente da Ariel, ha ereditato tutto dal padre.

<< Di cosa vuoi parlare? >> chiedo tenendo a bada la rabbia.

<< Ci sono così tante cose di cui possiamo parlare. Il meraviglioso sole di questa mattina, il profumo paradisiaco di un incantesimo molto potente appena fatto, le ali nella schiena del mostriciattolo. >>

<< Non essere invidioso. >> dico sorridendo << Solo una strega poteva fare un incantesimo potente come quello, però tuo padre l'ha uccisa e io ho assorbito i suoi poteri. Quindi, se la storia non è un opinione, in questo momento sono la strega più potente al mondo e soprattutto sono più potente di te. >>

<< Sai, tutta la rabbia che provi deriva dal fatto che vorresti azzannare tutti i colli della tua famiglia e berne fino all'ultima goccia del loro sangue, ma non lo fai perchè provi dei sentimenti per loro. Sono i sentimenti a rovinare le vite delle persone, non lo sapevi? >>

<< No. >> rispondo << Tutta questa rabbia deriva dal fatto che vorrei ridurre la tua testa a brandelli come ho già fatto in passato. Ma sai perchè io non lo faccio? Non bevo spazzatura. >>

<< Ehi, la ragazzina ha imparato a difendersi. >> dice ridendo << Ricordo ancora quando cinque anni fa piangevi disperata su quel orologio, e poi il tuo misero tentativo di suicidio. Ma dai! Sei in parte vampiro, non puoi morire in quel modo, sciocca! >>

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