Un rifugio per due

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Quella mattina, per Asteria, sarebbe dovuta essere una delle più piacevoli nella sua permanenza a villa Greengrass. Difatti si era svegliata di buon umore e si era vestita in tutta fretta pur di uscire il prima possibile dall'abitazione e poter godere dell'aria fresca e dell'incantevole paesaggio. Si era incamminata verso la Cattedrale di Salisbury, il suo rifugio dove poteva dedicarsi ai suoi pensieri e alla lettura del libro che le aveva prestato Sean.

 
Eppure ora, giunta al parco, qualsiasi sollievo avesse dapprima provato era del tutto scomparso dalla sua persona.


L'aria le si bloccò in gola come una morsa gelida. Guardava, inebetita, il ragazzo seduto sulla panchina, solitamente da lei occupata, senza comprendere il motivo della sua presenza. Poi si ricordò che villa Malfoy si trovava alla parte opposta del parco, rispetto casa sua, e non meno lontano. Poiché mai l'aveva raggiunta a piedi, spesso dimenticava quanto abitasse vicino a casa sua.


Draco ancora non si era accorto della presenza di lei, rimaneva immobile nella sua pacifica contemplazione del sito storico della cittadina. Così Asteria rimase ferma sul posto per quelli che le sembrarono interi minuti, domandandosi se dovesse ritornare sui suoi passi, o mostrarsi al ragazzo, salutarlo e dimostrargli che non era stata minimamente turbata dalla loro ultima conversazione.


Il pensiero di darsela a gambe la sopraffece ma, mentre si voltava cercando di procurare il meno rumore possibile, un nuovo sentimento di rivalsa si fece strada in lei. Presto lo avrebbe comunque incontrato, e allora cosa sarebbe successo? Non sarebbe potuta scappare alla sua vista per tutta la durata della festa. Ed era stanca di fuggire di fronte agli occhi gelidi di Draco Malfoy. Così incespicò un passo nella direzione del ragazzo e, ad un tratto, le sembrò che l'imbarazzo e la vergogna che provava fossero svaniti; come se Draco, rompendo quel muro di silenzio che era sorto tra di loro parlandole per primo, avesse così lenito anche i sentimenti deleteri che per un anno Asteria aveva covato dentro di sé.

Il passo successivo si rivelò addirittura più semplice, così quello dopo ancora. Asteria infilò la mano nella tasca del cappotto, in cui aveva nascosto una cioccorana, la tirò fuori e la lanciò in direzione del ragazzo. La scatola della cioccorana atterrò sulle gambe di Draco, facendolo sobbalzare visibilmente. Egli si girò di scatto, con uno sguardo smarrito che fece nascere un sorrisetto sfuggevole sul volto di Asteria. Quando lui la vide sgranò gli occhi, si ricompose, sedendo correttamente.


Asteria gli si affiancò.

« Posso, vero? » disse prendendo posto sulla panchina, accanto a lui.

Draco continuava a guardarla con quel misto di sorpresa e incredulità, come se ella fosse un'apparizione evanescente, irreale, giunta con il solo scopo di risollevargli lo spirito.

 Contemplò ogni più piccolo particolare del viso di lei, con interesse ben maggiore di quanto ne avesse provato nell'osservare la facciata della cattedrale. Si perse nei suoi occhi verdi, grandi e luminosi, le ciglia folte che regalavano una sorta di mistero alla sua espressione, le guance imporporate dal freddo, che donava il giusto colore alla sua pelle chiara.


« Asteria... » mormorò lui, la voce soffocata come se non parlasse da lungo tempo. In tutta risposta lei sorrise e uno strano luccichio le animò gli occhi.


« Draco Malfoy, in un luogo pubblico e per di più babbano. Non credevo che un giorno ti sarebbe divenuto stretto persino un giardino come quello di villa Malfoy ».


Draco rise, tornando a guardare la facciata della cattedrale, poi una nota amara si insinuò agli angoli della bocca. Asteria conosceva bene quel ghigno, era la stessa espressione prepotente che usava in mezzo ai suoi amici.


« È difficile trovare un posto che non vada stretto, quando i Mangiamorte sono in riunione » il timbro della voce fu tagliente e aspro. « Avevo bisogno di camminare un po' ».

Come una stella nel buio (Harry Potter ~ Drastoria)Where stories live. Discover now