Camminare tra le stelle

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  La colazione era pronta da un pezzo, ma Asteria non riusciva a decidersi. Stava in accappatoio, fronteggiando con sguardo critico il proprio armadio. Provava un vestito dietro l'altro, ma nessuno sembrava essere di suo gusto.

 
Il problema era Draco Malfoy. Come sempre, d'altronde.


Una strana inquietudine l'aveva colta quando la possibilità di incontrarlo quella stessa mattina, mentre percorreva la solita passeggiata, l'aveva presa alla sprovvista. L'ansia di sbrigarsi allora aveva preso il controllo del suo corpo ed ora scartava vestiti come una furia, in cerca di quello giusto nel minor tempo possibile. E anche se trovava un vestito che le stava bene, lo scartava a priori immaginando che, se tante volte avesse incontrato Draco, il ragazzo avrebbe potuto pensare che si fosse vestita bene apposta per lui. Ignorando il fatto che, in ogni caso, avrebbe avuto addosso il cappotto.


Accanto ad Asteria, Winkey reggeva un vassoio d'argento su cui aveva sistemato quel che di solito la sua padrona preferiva mangiare a colazione, e intanto schivava i vestiti scartati dalla ragazza che, in un moto di nervosismo lanciava via creando così un ammasso informe sul pavimento.


Per ogni vestito che Asteria provava, l'Elfa domestica si pronunciava con deferenza in un « È splendida, padroncina », oppure, « Quel vestito le sta d'incanto, padroncina », e anche « Questo colore esalta quello dei vostri occhi, padroncina, ma ora prendete un sorso di zabaione prima che si raffreddi ».


Così Asteria mangiava qualche biscotto allo zenzero e cioccolato o dava un morso ad un muffin alla pera e cannella, e si cambiava d'abito, poi sorseggiava un po' lo zabaione, e ne cambiava un altro; finché Winkey, dopo un'attesa che le parve infinita, riuscì a convincere la propria padrona ad indossare un vestito azzurro, con semplici ricami argentati che le giravano attorno alla vita.

 Asteria sembrava ancora dubbiosa della scelta, ma i complimenti adoranti dell'Elfa domestica sortirono il loro effetto. Quindi Asteria la lasciò riordinare la propria stanza, e si sedette alla scrivania, guardando torva il vecchio gufo di Sean che, ancora appollaiato sul suo armadio, produceva fastidiosi versi acuti e finiva le scorte di biscotti gufici della civetta di Daphne. Difatti Wyron si rifiutava di tornare al suo legittimo proprietario senza una lettera da consegnargli.


Con un sospiro Asteria tirò fuori pergamena, piuma e calamaio e si preparò a rispondere a Sean.

 La ragazza sapeva cosa aveva voluto dirle il suo migliore amico con quel breve messaggio.

Mi manchi.


Voleva superare l'accaduto. Sean la rimproverava sempre per tenerlo così lontano dai suoi pensieri e Asteria sapeva quanto avesse ragione. Eppure non riuscì a reprimere una certa esitazione, nel rispondergli. Gli mancava, certo che gli mancava. Era il suo migliore amico e facevano praticamente qualsiasi cosa assieme. E moriva dalla voglia di raccontargli cosa stava succedendo con Draco, però qualcosa la reprimeva. Nonostante parlassero di tutto, mai avevano toccato l'argomento "ragazzo" (o "ragazza", nel caso di Sean) e Asteria si chiese come l'avrebbe presa Sean. Eppure ricordava l'occhiata carica di fastidio e gelosia che egli aveva scoccato a Theodore Nott quando poche settimane prima le aveva chiesto di andare da Madama Piediburro assieme. E non aveva neppure dimenticato quando, soltanto l'anno prima, si era isolata in un silenzio irritato per qualche giorno quando Nell Knox aveva iniziato a girare attorno a Sean con fin troppa frequenza.


Così Asteria decise infine di rispondere al messaggio di Sean con una lettera che non si differenziava troppo dalla prima che gli aveva spedito: si limitò a raccontagli le proprie giornate, cercando di fargli capire che si era ripresa dal malumore con cui l'aveva lasciato alla stazione.

 Consegnò la lettera a Wyron, il quale partì all'istante in un volo piuttosto impacciato e sbilenco.


Poi, di corsa, afferrò sciarpa e cappotto e uscì di casa con la scusa di voler prendere una boccata d'aria. Elladora guardò con sospetto all'entusiasmo che dimostrava quella mattina la minore delle sue figlie. A suo avviso, sentimenti così divergenti, che in quei giorni aveva riscontrato nella giovane, non avrebbero portato a nulla di buono; ma di certo non la poteva recludere in casa.

Come una stella nel buio (Harry Potter ~ Drastoria)Where stories live. Discover now