Capitolo 8 - Il ballo del ceppo

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Le settimane che portavano al ballo del ceppo passarono lente.
Harry aveva corsi di danza dopo le lezioni, insieme a rotoli e rotoli di temi da dover consegnare il giorno dopo, quindi anche pensare di incontrarsi con Draco era fuori questione.
Durante le lezioni Harry si ritrovava a guardare l'altro finché uno dei suoi amici o il professore non lo facevano tornare alla realtà.
"Cosa stai guardando, Harry?" gli diceva Ron e lui gli rispondeva che si era incantato, pensando al torneo anche se i suoi pensieri erano rivolti a Draco Malfoy.
Harry odiava il fatto che non potessero mai vedersi in pubblico senza doversi lanciare uno sguardo crudele o un incantesimo volante. Desiderava poter avere una relazione, senza che la famiglia di Draco lo scoprisse o che la sua immagine venisse oscurata.
Trovare una ragazza per il ballo del ceppo era abbastanza difficile per Harry, nessuna voleva andarci con lui e ciò accentuò quanto volesse andarci con Draco, per iniziare.
Un'altra cosa che accentuava quanto volesse andarci con Draco era quando il biondo gli ammiccava o si mordeva il labbro quando lo vedeva durante pozioni. Harry pensava che fosse molto tenero.
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Era la sera del ballo del ceppo, Harry era nel dormitorio di Grifondoro e si stava mettendo la cravatta, quando Ron entrò.
"Ciao." Ron abbassò la testa, guardando il suo orrendo abito nello specchio: era allacciato in modo bruttissimo e nessun colore del vestito sembrava accostarsi decentemente con gli altri.
Harry d'altro canto aveva un classico abito nero con una classica camicia da abito e i bottoni nero inchiostro.
Aveva i capelli pettinati all'indietro col gel rimanente di Hermione che li teneva a posto.
Gli occhiali erano puliti fino a brillare e si era sbiancato i denti con un semplice incantesimo; stava benissimo!
Ma non gli importava perché non avrebbe trascorso la serata con Draco. Tutto quello che riusciva a fare era pensare al biondo: immaginò di avere le sue braccia avvolte intorno al proprio corpo, guardandolo negli occhi grigio freddo e annusando l'odore della sua acqua di colonia. Questi pensieri stavano intossicando e infastidendo Harry e ogni fibra del suo essere, finché... "Hey amico, tutto OK?" Ron lo fece uscire dalla trance. "Ti imbamboli spesso recentemente, stai bene?"
"Sí, sto bene." disse lievemente.
Guardò nello specchio un'ultima volta e scese nella stanza fuori dalla Sala Grande, per incontrare Calí Patil.
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Draco guardò nello specchio della propria camera. In momenti come questo era molto grato che i Serpeverde avessero dormitori separati. Aggiungeva un senso di privacy di cui gli impazienti Serpeverde avevano bisogno. Esaminò il suo aspetto e il risultato finì per compiacerlo.
I capelli erano pettinati all'indietro, senza neanche una ciocca fuori posto; l'abito era di una stoffa verde scuro e cucito con un filo nero; la cravatta era di un classico nero, con degli accenti di diamante.
In tasca aveva il suo specialissimo cimelio di famiglia: un orologio da taschino argento, abbellito da smeraldi verdi nella forma di un serpente intimidito, con la testa in basso e la coda che si muoveva liberamente in cima. Era stato passato di generazione, in generazione nella famiglia Malfoy.
Bussarono alla porta: Pansy.
Draco aveva deciso di andare con lei, alla luce degli eventi passati: torturare Harry e tutto. Oltre al fatto che non aveva avuto il tempo o l'energia per cercare una ragazza di suo gusto, se ce ne fosse stata qualcuna a scuola, tanto per cominciare.
Draco aprì la porta per vedere la giovane ragazza con un vestito viola, le sfumature andavano dal color lavanda al prugna e brillantini brillavano sullo strato più esterno. L'abito arrivava alle punte dei piedi, dove c'erano le scarpe: i tacchi alti erano ricoperti di seta nera e avevano un giro di diamanti, dalla punta al tacco, proprio come un serpente strisciante. I capelli erano intrecciati e poi avvolti in una crocchia, con un po' di ciocche che le ricadevano davanti alla faccia. La crocchia era abbellita con gioielli viola e argento, insieme ad una molletta viola che teneva insieme il capolavoro.
"Wow sei bellissima, Pansy!" Draco era stupito, la ragazza sapeva davvero come vestirsi.
"Grazie, anche tu sei abbastanza sbalorditivo, di sicuro farà ingelosire Potter."
"Se tutto va bene, potrei farlo innamorare di me profondissima mente stasera. Non importa quanto si arrampica veloce, non ne uscirà mai." Draco disse, facendo un sorrisetto.
"Pronti per andare?" Disse lei e porse il braccio.
"Sí."
Si assicurò che l'orologio da taschino fosse nella tasca giusta e prese il braccio della ragazza. Si diressero insieme nella Sala Grande e Draco cercava di fermarsi dal desiderare il braccio di Potter: quello di Pansy era troppo debole.
Harry aspettava che Calí Patil si facesse viva sotto un delle tante torce che illuminavano la scuola.
Era in piedi accanto a Ron, il quale si sentiva come se volesse morire. L'abito era orrendo e aveva già ricevuto molte risate e la serata non era neanche iniziata, ma Harry si rifiutò di lasciarlo, erano migliori amici e l'apparenza non significava nulla.
Solo allora Hermione scese le scale, diretta alla Sala Grande, Draco e Pansy erano proprio dietro di lei.
Ci furono sussulti come tutti videro Hermione, ma il sussulto di Harry era per Draco. Era assolutamente sbalorditivo, l'unica cosa che Harry poteva vedere era il ragazzo biondo. Come scendeva ogni scalino, come erano privi di difetti i suoi capelli e come era bello il suo volto abbagliarono Harry.
In un tempo che sembrò infinito, Draco raggiunse la fine delle scale e tutto era come al rallentatore.
Continuò a camminare verso le porte e, come passò Harry, disse: "Ti piace ciò che vedi, Potter?" E poi continuò, come se niente fosse accaduto.
Harry stette lì in piedi a desiderare che Draco tornasse, finché Hermione lo fece tornare alla realtà.
"Di che cosa parla Malfoy? Stavi guardando 'Mione." Ron affermò disgustato. Harry concordò e si complimentò con Hermione per il vestito, finché:
"I campioni da questa parte, per favore!" La McGranitt si poteva sentire attraverso tutta la scuola, tanto era alto il volume della sua voce. Ron portò Padma dentro la Sala Grande e Harry si allineò con gli altri tre campioni.
Draco scelse un posto vicino alle corde che delimitavano il percorso che i campioni avrebbero dovuto effettuare.
La musica iniziò e le porte si aprirono: Cedric e Cho entrarono per primi, a seguire Viktor e Hermione, Fleur e il suo accompagnatore e Harry e Calí.
Harry e chiunque fosse quella ragazza erano a braccetto e il cuore di Draco sentì qualcosa, qualcosa che non aveva mai sentito prima. Più e più si avvicinavano a Draco e Pansy, più il dolore cresceva e la ferita si intensificava.
"Draco," disse Pansy, superando il rombo della folla: "Smettila di fare quella faccia, sembra che tu voglia squarciare la gola della Patil!" Draco si ricompose immediatamente, mascherando le sue espressioni.
La musica cambiò e si fece classica e iniziò il ballo.
Tutti volteggiavano, ma a Draco non importava, teneva gli occhi su Harry e la Patil: erano estremamente vicini, pericolosamente dal punto di vista di Draco, e il modo in cui Harry guardava nei suoi occhi faceva impazzire il Serpeverde. Aveva la mano sul suo fianco, che sembrava anche troppo in basso, sebbene in realtà fosse a metà schiena. Ci sarebbe dovuto essere lui tra quelle braccia, non quella stupida ragazza.
Poi improvvisamente Draco fu trascinato da Pansy sulla pista da ballo e il ragazzo non si rese conto di quante persone c'erano finché non ci si avventurò. La maggior parte delle persone stava ballando simultaneamente, mentre alcuni erano seduti di lato, ad aspettare che il coraggio avesse la meglio.
Draco, in trance e completamente sconcentrato, pestò il piede di Pansy, come quell'orrida malattia che l'aveva incendiato, si diffuse al suo stomaco.
"Ow." si lamentò lei, "Che ti è preso?"
"G-giusto, scusa."
La musica continuò per altri trenta secondi, poi di fermò. Il gruppo che era stato messo in lista per suonare, iniziò il suo primo pezzo, mentre Draco tirava Pansy per il polso fuori dalla Sala Grande e dietro l'angolo verso l'inizio del labirinto di scale che si muovevano.
"Cosa c'è che non va?" Pansy iniziò, ma si fermò timidamente.
Guardò negli occhi di Draco.
Il ragazzo iniziò a sentirsi a disagio in quel momento e prese a sbattere gli occhi un po' di volte più del normale.
"Cosa!?" le disse rabbiosamente, adirandosi.
"I tuoi occhi! Sono di colori diversi!"
Draco spalancò gli occhi enormemente a questa esclamazione e iniziò a sbatterli furiosamente.
"No, Pansy! NO!"
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Harry finì il ballo e aveva i piedi già doloranti.
Odiava ballare e odiava la sua compagna. Non aveva nulla contro la povera ragazza, ma non era per niente come Draco.
Ma Draco non si trovava da nessuna parte; Harry avrebbe dato qualsiasi cosa per ballare con lui, anche se avessero dovuto essere da soli in un armadietto delle scope o in un corridoio abbandonato.
Harry disse a Ron che stava andando in bagno, mentendo, e andò a cercare Draco.
Girò la sala, senza sapere dove stava andando, finché non udì delle voci ancora una volta:
"Cosa?" disse quella maschile - Draco!
"I tuoi occhi! Sono blu!" disse la femmina, Harry ritenne che fosse Pansy e di certo aveva ragione.
Perché Draco era così sconvolto dal fatto che i suoi occhi cambiassero colore? A volte dipendeva dal tempo, quelli di Harry variavano dallo smeraldo puro a un marrone verdastro, o persino un verde più chiaro, quale era il problema?
"No, Pansy! NO!" Harry stava per andare a consolare il ragazzo, ma: "Non puoi dirmi che ti stai innamorando di lui! Cosa è accaduto al fatto che lui si innamorasse di te?"
"Non mi sto innamorando di lui! Col cavolo che mi innamorerei mai di Potter! È patetico!"
Harry doveva aver sentito male. Draco non aveva un'enorme cotta per lui?
"Ma Draco, siamo andati così avanti col piano-"
"Non me ne importa di quello stupido piano, Pansy! Non me ne importa! Cosa avremmo dovuto fare dopo stasera? Ho già abbracciato quel moccioso, che altro?"
Ci fu silenzio.
"Pansy, un bacio no, non desidero mai nella mia vita di baciare Harry Potter! Sarebbe un inferno e sai le regole riguardo al mio primo bacio. Insomma: non mi piace, non mi piacerà mai e poi mai, per non parlare di amarlo, non mi innamorerò mai di lui. Non vedi quanto è idiota, che si innamora del figlio di un mangiamorte? Era tutto solo uno scherzo!"
"Quindi cosa hai intenzione di fare? Scaricarlo?" Chiese lei. Harry non ce la faceva più, la rabbia stava avendo la meglio su di lui, quindi si rivelò da dietro l'angolo.
"Non ce n'è bisogno." Harry disse cupamente.
"Almeno l'hai reso più facile per me, non devo fare un'intera scenata nella Sala Grande. Posso riderti solamente in faccia ora."
Draco iniziò a ridere, ma un pugno lo colpì sul naso e fu scagliato al suolo. Harry saltò su Draco e lo bloccò sulla mattonella sotto di lui.
"Quindi era tutto solo un gioco?" urlò Harry. Gli occhi gli lacrimavano e gli si chiuse la gola.
"Beh sì, se non te ne sei accorto di già." Disse il biondo con un sorrisetto.
Una mano lo colpì in faccia un'altra volta.
"È da settimane che mi stai facendo innamorare di te, solo per distrarmi!? Mi odi davvero così tanto?"
"In realtà sì." Draco affermò, mentre del sangue gli usciva dal naso. "È stato divertente, ad essere onesti! Ho fatto sí che tu mi seguissi come un cucciolo sperduto, il mio unico rimpianto è che tu l'abbia scoperto adesso."
"Ti odio!" disse Harry con quanta malizia poteva. Una lacrima gli uscì dall'occhio, ma l'asciugò per guardare negli occhi di Draco; Pansy aveva ragione: erano di un argento bluastro, quasi mercurio, ma riflettevano una sola emozione: dolore.
Non era possibile, il piano era completamente irreale, falso, inventato e questa ne era probabilmente un'altra parte.
Draco fece un momento di pausa e liberò una mano, senza che quella testa sfregiata se ne accorgesse.
La faccia di Draco passò dall'essere una specie di triste al più grande sorrisetto che potesse produrre e disse: "Il sentimento è contraccambiato, Potter." e tirò un pugno al ragazzo confuso.
Del sangue gli uscì dal naso e finì sul pavimento e ciò distrasse Draco che sentì il proprio stomaco contorcersi e il cuore bruciare.
Draco fissò la macchia, senza notare il pugno diretto al suo naso.
Le macchie di sangue divennero due e i ragazzi iniziarono a prendersi a pugni sempre più velocemente.
Pansy sapeva che doveva fermarli prima che tutto sfuggisse troppo di mano, ma prima che ne avesse la possibilità...
"Smettetela entrambi voi due!" urlò la professoressa McGranitt.
"Professoressa-" iniziò Harry, ma fu fermato da un movimento della sua mano, cosa nella quale sperava perché quale storia si sarebbe mai inventato? Specialmente con la testa che gli esplodeva e la mancanza di sensibilità in metà della sua faccia.
"Non voglio sentire! Tutti e due avete detenzione nel mio ufficio il 26 dicembre alle sette di mattina e cinquanta punti saranno tolti da entrambe le vostre case. E ora via in infermeria voi due! Adesso!" e aspettò che se ne andassero.
"È bello ingannarti, Potter." Draco disse prima di voltargli la schiena.
Harry stava per tirargli un pugno alla nuca, ma la professoressa gli lanciò un'occhiataccia severa ed anche egli si voltò per andarsene.
Né Harry, né Draco andarono in infermeria, bensì nelle rispettive sale comuni separate, con i cuori tristi e pesanti.
"Mi vendicherò di questo, Malfoy, aspetta e vedrai."
Harry sbatté gli occhi tra le lacrime, mentre camminava verso il dormitorio.

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