Capitolo 17 - La sua mancanza

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L'estate di Draco non era stata fantastica. Stava per lo più nella sua ala di Villa Malfoy, ma provava un sentimento strano adesso, non la sentiva più come casa. Non proprio.

La villa era buia, inquietante, ma si era aggiunto qualcos'altro: completa solitudine. Non c'era calore, non c'era la sensazione di confusione alla quale era diventato così affezionato durante l'anno precedente, non c'era felicità. Questa per lui non era più casa. La sua casa era uno stupido Grifondoro dagli occhi verdi, i capelli neri e gli occhiali tondi.
Draco tornò dalla gufiera situata alla sinistra della tenuta e la notte inghiottiva già la Terra. Aveva appena inviato il proprio regalo a Harry, sperando che avrebbe fatto in tempo ad essere la prima cosa che Harry avrebbe visto per il suo compleanno.

Purtroppo non si erano tenuti in contatto per tutta l'estate, ma Draco doveva farsene una ragione. Gli sarebbe andato bene anche di essere scoperto, purché avesse fatto arrivare sano e salvo il regalo al suo ragazzo.

Harry aveva preso a Draco un leone di peluche per il suo compleanno, accompagnato da una stupida sdolcinata poesia che Harry aveva scritto per lui che gli faceva palpitare il cuore ogni volta che la leggeva, sebbene fosse estremamente comica. Quando si sentiva inghiottire dalla solitudine la rileggeva tutta da capo. L'aveva persino imparata a memoria.

Mentre tornava camminando dentro la villa il suo elfo domestico preferito, Choo-Choo gli andò incontro.
"Il padron Lucius desidera vederLa nel suo studio nell'ala est, signorino Draco." La voce di Choo-Choo squittì.
"Grazie, Choo-Choo."
"Il signorino Draco è stato così gentile ultimamente." L'elfo si inchinò e proseguì verso la cucina a fare ciò che si fa in cucina. Draco supponeva che pulissero... Non aveva la minima idea di cosa volesse dire. Grazie a Salazar non era un elfo, non lo avresti visto con uno straccio o una scopa o qualsiasi cosa si usi a tal proposito ogni giorno.

L'elfo aveva ragione. Draco era felice. Vedeva le cose in una prospettiva leggermente migliore il che voleva dire molto considerando che non sapesse niente oltre a ciò che suo padre dicesse, Harry stava scoperchiando un lato nuovo e migliore di lui.
Draco si incamminò verso l'ala est, chiedendosi perché fosse lì, non era mai stato da nessuna parte vicino al centro della villa, figurarsi l'ala est, non gli era permesso. Forse perché il Signore Oscuro entrava e usciva e lui doveva essere fuori dai paraggi in quei momenti.

Superando una grande porta di ebano, Draco bussò tre volte e questa si aprì da sé.
"Ahh, Draco, siediti." Lucius indicò uno dei molti divani di cuoio che misero Draco molto a disagio. Draco odiava stare nel suo ufficio, l'atmosfera era stratificata di tensione. I muri erano di un marrone talmente scuro da essere quasi neri, sul pavimento c'era una pelle di alce e il mobilio aveva un inquietante motivo serpentesco. Non i serpenti aggressivi che tutti adorano, ma quelli che ti fanno rabbrividire fino all'ultima vertebra.
Draco spuntò da una delle sedie davanti alla scrivania alla quale era seduto suo padre. Un fuoco verde elettrico scoppiettava nel camino di marmo nero, ma faceva lo stesso freddo. C'erano cavalieri ovunque, seguiti da piccoli lampi di luce che sembravano spade.

"Buonasera, Draco."
"Buonasera padre."
"Com'è andato il tuo anno a Hogwarts?" Draco guardò suo padre con uno sguardo interrogativo. Non glielo aveva mai chiesto.

"Semi... Dunque è andato... Bene, suppongo."
"Stai esitando Draco. I Malfoy non esitano." Lucius lo interruppe impaziente, stava sicuramente cercando di estorcergli qualcosa.
"È andato bene." Draco provò a rendere la propria voce il più sicura possibile, ma gli occhi di suo padre come pugnali d'argento si erano conficcati nei suoi.
"Davvero? 'Bene'? Tutto qui?" Fece una pausa e riattaccò subito senza volere una risposta, Draco lo sapeva, nonostante mostrasse ancora un'aria di confusione.
"Era il tuo quarto anno? Se ho ragione dovresti avere quindici anni adesso."
Fu una sorpresa per Draco che si ricordasse persino il suo compleanno. Lucius faceva delle pause tra le frasi che sembravano eterne. Aveva la voce penetrante e curiosa, ma allo stesso tempo silenziosa.
"Stai appena entrando nell'adolescenza vedo." Fece un'altra pausa che diede a Draco la nausea. "Sei un vigoroso giovane uomo, Draco. Dimmi come tutte le ragazze si innamorano di te."
"Erm, beh ci sono delle ragazze."
"Davvero? Solo alcune?"
"Beh, ce n'è una."
Il suo sguardo freddo rendeva difficile a Draco persino pensare al suo ragazzo, figurarsi evitare che il termine fidanzato gli scappasse dalle labbra. Era difficile anche vedere il ruolo di Harry come una ragazza e Lucius sollevò un sopracciglio per farlo proseguire.
Draco dovette pensare in fretta. Non poteva dire che fosse Pansy perché Lucius sapeva che erano solo amici.

Drarry - Era tutto solo un giocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora