Capitolo 16- Il resto dell'anno

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Il resto della settimana fu un vero inferno per Harry. Nemmeno i Grifondoro erano molto d'aiuto; i suoi amici lo riempivano di domande riguardo a cosa fosse successo durante il torneo a nessuna delle quali voleva rispondere, nessuna delle quali voleva ascoltare.
Raccontare a Draco era più facile, molto più facile che a Ron ed Hermione, scoprire che lo ascoltava piuttosto che mettergli pressione. Gli importava. Dava a Harry l'occasione di parlare, poi lasciava che il racconto si chiudesse, mentre i suoi amici premevano e insistevano per poi dirgli solamente che tutto sarebbe andato bene.

Harry lo odiava. "Andrà bene". Niente sarebbe andato bene. Non andava bene. Era dolore. Era morte. Il dolore e la morte non vanno bene.
Comunque, diciamo solamente che Draco è l'esatto opposto di Malfoy. Malfoy aveva promesso di rendere la sua vita un inferno nei prossimi giorni, e mantenne la promessa. Pungeva e azzannava con le peggiori parole che potesse pensare che, ovviamente, non andassero troppo oltre.

Ma Harry capiva quanto Draco tenesse a lui. Si rendeva conto che era stato stupido per averla finita nel momento in cui l'aveva fatto. E Harry disse a se stesso che se mai Draco l'avesse insultato, non avrebbe riguardato la relazione che avevano. Se solo Draco lo sapesse adesso.

Malfoy avrebbe fatto tutto in suo potere per fare a Harry la figura dello scemo. Harry  reagiva sempre allo stesso modo: un'occhiataccia, si allontanava, si voltava e sorrideva al suo ragazzo, poi un altro sguardo torvo per poi continuare come stavano facendo.
Draco odiava gli insulti e la tortura. Lo faceva impazzire a volte. Tutto quello che voleva era portare Harry nel loro nascondiglio segreto e parlargli e basta, o baciarlo, o persino guardarlo senza le labbra incurvate da un lato e gli occhi di traverso.

Pansy e Blaise erano di grande aiuto però, soprattutto quando Draco se la faceva sotto a certi insulti. Pansy ci mise due ore per spiegare ai loro amici Serpeverde come stesse la vita sentimentale di Draco. "È complicata." Fu tutto ciò che conclusero.

Tyger e Goyle tuttavia non avevano la minima idea di cosa stesse succedendo, o almeno questo è ciò che tutti pensavano.
I due malvagi, infidi monelli aiutavano Draco nei suoi attacchi portati a termine verso il Prescelto. Aggiungevano i tocchi finali che rendevano il loro piano perfetto.
Draco aveva ancora paura di spingersi oltre nell'insultare Harry. La rottura con Harry l'aveva reso talmente cauto in tutto adesso, per tutta la settimana furono solo piccoli insulti, innocui come un bebè con un lecca lecca.

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Il treno sbuffò lungo i binari rugginosi di ritorno a King's Cross. Le lunghe ore di durata della corsa sembravano non avere fine.

Harry e i suoi amici percorsero uno dei tanti vagoni che riportavano gli studenti a casa per l'estate, salutando tutte le persone che poteva con un sorriso falso stampato in faccia il ragazzo cercò uno scompartimento aperto.

Passando accanto alle molte porte, una si aprì rivelando una figura che si avvicinò eccessivamente a Harry.
"Attento a dove gironzoli, Cervello sfregiato. Non voglio vedere la tua stupida faccia mentre sono per la mia strada."
"Davvero? Stupida faccia? È tutto quello che sai fare?" L'indifferente Harry disse con un sorrisetto. Draco provò a non andare nel panico e nascose l'espressione vulnerabile che era durata cinque secondi con una di mascherata freddezza, mentre tirava fuori una controrisposta.
"Scusami, pensavo solo che si sarebbe accostata bene al tuo incoerente e stupido cervello."

Harry rimase tranquillo, mentre Ron e Hermione dietro di lui stavano diventando progressivamente arrabbiati, eppure confusi. Di norma le sue risposte taglienti erano molto peggio di come lo erano state la settimana passata, no? Non importava comunque. Conoscevano entrambi il dolore che Harry stesse sentendo.
"Wow, che risposte magnifiche. Forse è solo un'altra cosa che la tua testa di coccio non sa fare."
Draco si fece silenzioso, incapace di pensare a qualcosa, qualsiasi cosa che lo tirasse fuori da questa situazione. Non voleva scontrarsi con Harry, non in questo modo, non dopo tutti gli eventi che avevano avuto luogo di recente. Il funerale di Cedric era solo un'altra cosa che continuava a vessare Harry e ricordargli che era tutto vero e Draco non voleva aggravare la situazione.
"Zitto, appiccicoso." Draco lo attaccò mostrando i denti feroci, gli occhi color mercurio brillavano di rimorso, fissando quelli perfettamente color smeraldo di Harry.

"Wow, furetto, sono abbastanza sicuro che Mirtilla Malcontenta farebbe di meglio!" Ron li interruppe, dando a Harry un secondo per dire a Draco in labiale: "Su, smettila di avere paura." Draco stette lì in piedi come un cervo colpito dai fari, quando Harry infine lo spinse.
"Togliti di mezzo, furetto." Harry dette il segnale a Draco, facendogli capire. Il biondo agì in fretta, spingendo il ragazzo dai capelli corvini contro il muro del vagone.

"Oh povero Potty Potter bloccato da uno insignificante come me. Nessuna meraviglia che sei tornato piangendo come un neonato. Sono davvero sorpreso che tu sia riuscito a scappare da Tu-Sai-Chi con nient'altro che un taglio sull'avambraccio." Era la prima volta che menzionava l'attacco e Draco era nervoso per paura di vedere il dolore manifestarsi sul volto del suo ragazzo, ma Harry fece un sorrisetto, nascondendo un sorriso mentre tirava a Draco una ginocchiata nello stomaco. Draco si allontanò preso dal dolore, tenendosi lo stomaco, non aspettandosi che il litigio sarebbe sceso sul piano fisico.
"Ti ho detto che sapevo gestirlo. Buona giornata, Malfoy." Harry disse con sarcasmo, i tre se ne andarono lasciando Draco a sorridere al suo fidanzato. Poi si voltò verso il suo scompartimento, per tornare a casa ancora una volta.

Drarry - Era tutto solo un giocoWhere stories live. Discover now