Capitolo 9 - Detenzione

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Harry non riuscì a dormire punto quella notte. Una volta giunto nel dormitorio, il sangue smise di colargli dal naso, ma le lacrime continuarono a scendere lente. Camminò fino al bagno e chiuse la porta con uno scatto della serratura.
Harry provò a smettere di piangere e a trattenersi il più possibile, soffocando le lacrime in gola.
Si strappò di dosso i vestiti con così tanta rabbia che i bottoni si staccarono dall'abito, si tirò via i pantaloni e si sentì frustrato quando gli rimasero incastrati nel piede. Fu lì che la pressione divenne troppa per essere sopportata ed esplose.
Mise le mani nel lavandino e singhiozzò: il cuore gli doleva talmente tanto. Non era per il fatto che gli piacesse davvero stare con Draco, era perché si erano presi gioco di lui così facilmente, tanto quanto il fatto che non potesse dirlo a nessuno senza che ridessero di lui.
Aveva accumulato così tanta rabbia in tutti quegli anni in cui aveva combattuto la battaglia di qualcun altro con Lord Voldemort.
Con il torneo tremaghi che lo infastidiva nel retro della testa, non aveva nemmeno provato a scoprire chi aveva messo il suo nome nel calice. Lui e Ron si erano appena riappacificati, ma c'era ancora tensione e non sentiva alcun sostegno da parte dei suoi amici comunque.
Desiderava avere un padre e desiderava avere una madre.
Harry si rese conto che non gli era mai importato così tanto di Malfoy: il sentimento non era causato dal suo fascino o dalla sua parlata, ma dall'attenzione in sé. L'aspetto e la personalità erano solo accessori per il vero premio e Harry si era innamorato della persona che voleva conoscerlo, proprio come Malfoy aveva pianificato.
Si tolse il sangue rappreso dal labbro e si pulì le lacrime asciutte dalle guance. Sul naso stava già comparendo un livido che pulsava fortemente.
Prese i vestiti ed uscì dal bagno e vide che nessuno era ancora tornato, per fortuna, quindi ficcò gli abiti nel cassetto, senza preoccuparsi se li sgualciva. Sbatté lo sportello del cassettone e saltò sul letto, pronto a passare una notte da inferno.
Harry chiuse le tende scarlatte e fece un incantesimo silenziatore sul baldacchino, per assicurarsi che nessuno potesse sentire il suo stomaco ribollire di rabbia.
Fece un piano.
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Draco si incamminò verso la sua stanza singola, tenendosi il naso. Il pugno che Harry gli aveva tirato era stato molto più forte di quello che gli aveva restituito e il suo orgoglio era ferito a causa di ciò.
Tutta la faccia gli pulsava e si sentiva come se questa stesse per diventare un bozzolo ad ogni secondo. Gli faceva male anche il cuore, ma Draco non aveva mai sentito un dolore che bruciava così tanto prima, quindi il sentimento era drasticamente intensificato ad occhio nudo.
Gli bruciava anche lo stomaco: Harry lo aveva preso a pugni pure lì, ma non era il livido, bensì le farfalle che svolazzavano furiosamente e si sentiva come se fosse malato.
Non poteva essere rimpianto: non rimpiangeva le cose, non sentiva il dispiacere, non poteva essere. Ma di certo non poteva essere amore, non aveva neanche mai compreso la compassione.
Quindi cos'era che lo faceva sentire così nauseato? Questa "malattia" colmpiva tutti gli organi e stava portando Draco sul punto della pazzia.
Si diresse verso il suo bagno personale e si asciugò il sangue, scoprendo un viscido spacco. Il naso di Draco era così viola e gonfio che pensava di essere stato colpito dalla mazza di un battitore, ma ciò che lo portò al limite non erano i lividi o il naso insanguinato, ma gli occhi che erano color mercurio, il colore più marcato che avessero mai avuto.
Dannazione!
Draco si tolse la maglietta per scoprire che l'addome era coperto da un livido così grande che si allargava verso la parte inferiore della pancia, colorandola di viola e nero.
Aveva qualche altro livido in posti vari, niente di troppo orribile, tranne che una grande macchia sull'anca, che gli attraversava la parte più bassa della colonna vertebrale; doveva essersela procurata quando era stato scaraventato a terra.
Draco risollevò lo sguardo verso la propria faccia tramortita, per vedere una singola lacrima formarsi nell'angolo dell'occhio. Draco l'asciugò col dito e la guardò scivolare lungo l'arto, finché prese l'altra mano e la scacciò. Ribollente di rabbia, Draco corse al lavandino e bagnò la faccia nel liquido che ne usciva.
"No, basta!" si disse, "non puoi esserlo, non te lo permetterò. Non sei gay, quindi non pensarci nemmeno! Era uno scherzo, un gioco, lui non significa nulla!"
Le sue interiora non erano d'accordo e lo spedirono in un turbine di emozioni a lui estranee: dispiacere, rimpianto e compassione, che lo divoravano.
Non voleva avere sentimenti, ma li aveva e finì nel panico al pensiero della possibilità che si stesse innamorando di un ragazzo del quale aveva giurato che non si sarebbe mai innamorato.
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La mattina di Natale, mentre tutti dormivano, Harry stava disteso vigile nel letto circondato da tende, passando il tempo a tirare su col naso.
Sebbene qualsiasi forma di lacrima solitaria si fosse già asciugata per bene prima delle 3, muco e congestione si manifestavano sempre nel suo naso, che doleva ancora di più di quanto avesse fatto ore prima e quando giunse a dolergli in modo allarmante, frugò tra ogni forma di coraggio rimastagli e si alzò dal letto.
Harry aprì le tende e meditò su ciò che lo aspettava. Tutti i ragazzi del quarto anno erano nei loro letti.
Attraversò il dormitorio in punta di piedi e andò in bagno, chiudendo e serrando la porta, cosicché nessuno potesse entrare. Harry si girò verso lo specchio e vide che aveva il naso livido e un po' gonfio e la faccia pallida, le lacrime gli avevano macchiato le guance e la maglietta aveva macchie ovunque.
I cerchi scuri sotto gli occhi erano l'evidenza del suo "buon" sonno notturno e i suoi pallidi occhi verdi erano smorti e granulosi.
Harry fece partire la doccia con squittii del tubo di scarico e l'acqua calda penetrò nella sua pelle appena fece un passo sotto il getto.
Harry si insaponò il corpo, si sciacquò e ripeté il gesto per circa tre volte. Si mise nei capelli lo shampoo della sua fragranza preferita: cetriolo.
Il sapone era alla lavanda, quindi nell'uscire dalla doccia, scaturì nell'aria una schiera di aromi dolci, attraverso il vapore.
Si mise un asciugamano sulla parte bassa dell'addome e asciugò lo specchio per trovare che la sua faccia era migliorata molto: non c'erano più tracce di lacrime e i cerchi neri si erano ridotti a lune crescenti.
Harry si mise i vestiti e si diresse al piano di sotto, dove Ron e Hermione lo salutarono con espressioni scioccate dipinte in faccia.
"Harry cosa ti è successo ieri notte?" Chiese Ron con un sussulto.
"Cosa ti è successo al naso, Harry? Su, lascia che te lo sistemi." Hermione scosse la bacchetta e il livido se ne andò.
"Grazie, beh ieri sera ho incontrato quella persona che vedo da un po'. Era molto sconvolta dal fatto che non avessi invitato lei, quindi mi ha tirato un pugno e umm beh mi sono arrabbiato quindi me ne sono andato e Malfoy... Malfoy era solo Malfoy e l'ho attaccato." Mentì debolmente e incerto.
"Io e Malfoy siamo in detenzione domani presto, presto perché sarebbe il modo migliore di iniziare la giornata vedere quel disgustoso idiota. Non fraintendetemi, ci siamo picchiati abbastanza entrambi, quindi credo che ci staremo tutto il giorno. Cosa è successo al ballo ieri sera? Me ne sono andato dopo la prima canzone." I due amici acconsentirono e continuarono a parlare di varie cose e eventi riguardo al ballo e qualsiasi altra cosa che gli venisse in mente per quelle che sembrarono ore. Dopo di ciò, il trio andò a pranzo e gironzolò per il castello e il lago. Fecero una visita alla capanna di Hagrid e poi ritornarono per cena. In seguito agli eventi della giornata, i tre si unirono agli altri Grifondoro nella sala comune per aprire i regali.
Harry ricevette il solito: una scatola di caramelle da Hagrid, un nuovo set di piume abbinate da Hermione, roba da quidditch da Ron, un maglione dalla signora Weasley e una lettera da Sirius Black, con altre caramelle allegate.
Sebbene si stessero tutti divertendo troppo, andò a letto presto quella sera, pronto per servire fredda la vendetta a Draco.
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Detenzione, 7 di mattina.
"Ah signor Potter, per favore si sieda." La McGranitt affermò. Harry scelse un banco diverso da quello al quale era seduto l'altro marmocchio insolente.
"Per prima cosa vorrei che voi scriveste un tema di 18 pollici sul perché la violenza è proibita e cosa si può fare per evitare che accada." ignorò i lamenti. "Dopo che avrete finito il compito, pulirete il pavimento dell'intera stanza a mano. Nessuna magia è consentita, prenderò le vostre bacchette." Entrambi consegnarono le bacchette riluttanti e iniziarono a scrivere sulle pergamene, ci vollero due ore prima che uno di loro finisse e fu Draco e Harry era scioccato dal fatto che non avesse un sorrisetto malizioso stampato in faccia, sarebbe stata la prima volta in cui Harry l'avesse visto così a nudo.
Harry finì non molto dopo ed afferrò una scopa. Iniziarono entrambi dal fondo della stanza e spazzarono il pavimento di piastrelle; erano giunti quasi in cima, vicino alla scrivania della McGranitt, quando la strega parlò:
"Bene voi due vi siete comportati abbastanza bene da poter essere lasciati da soli. Quando finite, buttate la polvere nel cestino vicino alla scrivania, le vostre bacchette verranno rilasciate automaticamente e potrete andare. Io innanzitutto ho un incontro importante a cui attendere col professor Silente. Comportatevi bene voi due."
E se ne andò, offrendo a Harry l'opportunità perfetta per mettere in atto il piano.
Draco aveva appena iniziato a raccogliere il sudicio nel panno quando fu sbattuto contro il muro da Harry. La polvere si sparse ovunque, ma al grifondoro non importava.
Draco temeva dove sarebbe stato preso a pugni, ma Harry aveva idee migliori.
Harry mise entrambi i piedi su quelli di Draco, così che ogni speranza che questo se ne andasse era perduta. Harry si sporse verso l'orecchio, il suo respiro caldo fece rabbrividire Draco sotto di lui.
"Dunque, Draco." Sussurrò Harry con veemenza, i loro corpi erano premuti così strettamente che poteva sentire Draco divincolarsi, allora sbatté di nuovo le mani contro il muro.
"Ti piace fare giochi, huh?" Draco deglutí, "Anche a me piacciono i giochi, e se ne facessimo uno ora?"
Mentre Draco si preparava al dolore fisico, Harry si sporse a colmare la distanza tra di loro e schiacciò le loro labbra insieme.
Il biondo era talmente in stato di shock che tutto quello che riusciva a fare era fissare le palpebre chiuse davanti a lui. Non riusciva a respirare - cavolo, non avrebbe voluto respirare nemmeno se avesse potuto.
Le labbra di Harry erano decise, per quanto poteva dire, dato che erano sbattute contro di lui e non osava muovere un muscolo, assicurandosi di non avere alcuna idea di che "sapore" avesse.
Harry infine lasciò andare, avendo finito l'aria.
Alla vista della reazione di Draco, che era di orrore, decise di torturarlo ulteriormente, quindi schiacciò di nuovo le loro labbra insieme, afferrandolo per il colletto e staccandolo dal muro, in modo da avere un'angolazione migliore, più vigorosa.
Draco fu poi sbattuto di nuovo contro il muro e Harry gemeva solo per dargli noia, questa volta Draco alzò lo sguardo, come se stesse imploranzo il cielo di farlo smettere.
Harry rilasciò di nuovo e la faccia di Draco si fece supplichevole, rossa e agitata: "Smettila!"
Ma Harry si sporse in avanti una terza volta, quasi stritolando le loro labbra, ma tutto ciò che poteva fare era esprimere la sua rabbia. Draco provò ad arricciare le labbra e chiuse gli occhi il più stretto possibile: non voleva che nulla di ciò fosse vero.
Dopo quelli che sembrarono giorni, Harry lasciò andare la bocca dell'altro ragazzo per l'ultima volta.
"Ti odio tantissimo." Sputò Draco, pulendosi la bocca dai germi di Potter, appena Harry gli scese di dosso.
"Il sentimento è reciproco." Harry sorrise prima di tirargli un pugno alla mascella e poi disse: "Guarda chi ha vinto il gioco ora."
Afferrò la propria bacchetta e uscì dalla porta con un sorrisetto vittorioso stampato in faccia, lasciando un Draco sbalordito a pulirsi ancora la bocca, disteso sul pavimento dell'aula di trasfigurazione.

Drarry - Era tutto solo un giocoWhere stories live. Discover now