C.6

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"Per quanto hai intenzione di fare la ragazzina offesa che fa la terapia del silenzio?" sbuffò Sascha mettendosi su un fianco sul suo letto. Io non risposi, ignorandolo.
"Senti, per quanto vorrei vederti stare zitta per sempre, odio quando non mi si risponde"
"Potevi pensarci prima." dissi neutra.
"Cosa vuoi che faccia? Che mi scusi?" chiese alzando gli occhi al cielo.
"Sarebbe un buon punto d'inizio"
Lui imprecò a bassa voce.
"Scusa."
Trattenni un sorrisetto soddisfatto e mi alzai.
"Vado a farmi la doccia"
Lui alzò un sopracciglio.
"Quindi sono perdonato?" chiese spazientito. Giuro di aver visto un sorrisetto.
"Forse" dissi vaga e andai in bagno.

"Questa era l'ultima! Siete stati magnifici" si complimentò il fotografo, "non trovi anche tu, Pietro?" disse sorridendo a suo figlio. Lui mi guardò e fece un mezzo sorriso.
"Prestazione perfetta"
Gli sorrisi di rimando e sentii Sascha sbuffare.
"Però Sascha, penso che dovresti essere più naturale" disse poi, sfidandolo con lo sguardo.
"Se permetti, ho studiato per fare questo lavoro, e se sono reputato uno dei migliori una ragione ci sarà. Non accetto consigli da un fotografo novellino" ringhiò, subito sulla difensiva.
"Secondo me Pietro ha ragione... sei rigido" dissi nel modo più dolce possibile per non farlo arrabbiare ancora di più.
"Rigido?!" sbottò, "l'unica cosa rigida qui dentro è il cazzo di Pietro quando ti guarda! Fai un favore a tutti, scopatelo una volta per tutte e smettila di guardarlo come se volessi saltargli addosso!"
Detto questo uscì dalla stanza. Io rimasi a bocca aperta a guardare la porta da cui era uscito. Pietro era evidentemente più scioccato di me.
"Scusate" farfugliai velocemente e uscii anche io, seguendo quel coglione.
"Mi spieghi che problemi hai?!" urlai.
"Mi da fastidio stare in una stanza con due ragazzini in fase ormonale" sibilò.
"Beh sentirlo dire proprio da te! Ti ricordo che sei sempre tu quello che guarda il culo ad ogni essere vivente di sesso femminile che vede"
"Ma io lo ammetto almeno!"
"Perché non ti calmi e torniamo a lavorare" suggerisco, già stanca di litigare.

Lui mi afferra il viso con una mano.
"Se succede di nuovo una cosa come quella che è successa poco fa, qualcuno si farà male" sibila a pochi centimetri da me. Sento il suo respiro unirsi al mio e il mio cuore batte più forte, senza una vera ragione. Almeno, io non ne trovo.
Ci guardiamo negli occhi qualche secondo poi si stacca lentamente.

"Sascha dove vai?" chiedo stropicciandomi gli occhi, ancora assonnata. Guardo l'ora e vedo che sono le sette di domenica.
"Mi è arrivato un messaggio, devo andare al parcheggio" dice infilandosi la giacca.
"Vengo con te" dico e mi alzo. Vado in bagno e mi preparo.
"Perché vuoi venire?"
Alzo le spalle. Ci dirigiamo al parcheggio e lui si guarda intorno, cercando qualcuno con lo sguardo.

Ad un tratto sorride come un ebete e il mio cuore esplode a quella vista. Si mette a correre verso un furgone e io lo seguo con lo sguardo. Vedo un ragazzo che gli sorride e gli corre incontro. Si abbracciano di scatto e per un attimo vorrei essere quel ragazzo. Subito dopo Sascha fa l'ultima cosa che mi sarei aspettata:

Lo bacia.

Gli prende il viso tra le mani e lo guarda negli occhi sorridendo, sembra stia per piangere dalla gioia, poi fa unire le loro labbra in un bacio dolce, casto.

Dal furgone scendono altri due ragazzo, uno avrà venticinque anni, l'altro sembra un ragazzino.
"Mi sei mancato Ste" sussurra Sa' sorridendo.
"Anche tu Saschi"
"Papà vegas! Sal! Mi siete mancati anche voi" sorride e li abbraccia do scatto.
"Lei chi è?" chiede Sal indicandomi.
"Una collega" dico io e sforzo un sorriso, "Sabrina, piacere" dico poi.

Sa sorride a Ste e lo bacia di nuovo.

Perché questa scena mi fa star male?

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La foto di questo capitolo l'ho fatta io😍vi piace?
Un pizzico di Saschefano per alimentare la storia!😎
LA SABRI LEGGE LA MIA STORIA. QUANDO L'HO SCOPERTO AL RADUNO ERO TROPPO FELICE. CIAO SABRI😍

Lovin' you ain't easy || Sascha Burci-LaSabriGamerWhere stories live. Discover now