RITORNO ALLA SOLITA VITA (parte uno)

1.7K 55 2
                                    

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

DUE ANNI DOPO

SUMMER PARADISE

La mattina era uscita presto per fare jogging vicino alla spiaggia, non lontano da casa sua, aveva indossato le prime cose che aveva trovato, ed era uscita. Correre l'aveva sempre aiutata a scaricare tensione e stress e in quel periodo ne aveva davvero molto bisogno.

Si mise le cuffie dell'iPod, alzò il volume della musica al massimo e partì. Le ci volle un po' di tempo per riprendere il suo solito ritmo dato che era da diverso tempo che non si allenava: faceva jogging quotidianamente poi, ad un certo punto, le era passata la voglia, la sua vitalità, ed aveva interrotto quasi bruscamente. Dopo una mezz'ora buona, però, era riuscita a non sembrare più una lumaca.

Sentiva i muscoli delle gambe in tensione che lavoravano e il cuore che pompava ad un ritmo serrato, faticando il doppio di quanto non lo avesse fatto se fosse stata costante nel tempo con la corsa.
Percorse il viale semi deserto che affacciava sul mare.

La leggera brezza che si era sollevata, portava con se il profumo dell'oceano e lei ne respirava l'aria salmastra che le invadeva le narici e le si attaccava dolcemente alla pelle. Era un profumo rilassante e inebriante, che riusciva sempre a calmarla, a farla sentire almeno in parte in pace con se stessa e con il mondo.

A fine corsa si sedette affaticata sul muricciolo basso e già riscaldato dal sole che separava la spiaggia dal marciapiede che cominciava a divenire decisamente affollato. Guardò incantata il mare che si stagliava per miglia e miglia lontano da lei, illuminato dal sole che schiariva le acque rendendole simili ad un dipinto ad acquarello.

L'oceano era così stranamente piatto e pacifico, quanto - come al solito - il suo cuore era tormentato e burrascoso. Sarebbe voluta essere una goccia di quel paradiso per essere cullata dolcemente dall'involucro blu.
Guardava lontano, più lontano di quanto la gente che le passava intorno potesse immaginare, perché ad un futuro che non ci sarebbe mai stato.
Si stava domandando che ne sarebbe stato di lei e non era la prima volta che si poneva quel quesito. Sarebbe riuscita ad andare avanti e a rifarsi una vita, oppure sarebbe rimasta in quello stato di catalessi per sempre? Mentre guardava le onde infrangersi sugli scogli, le venne in mente la favola della sirena di Andersen. Chissà se anche lei si sarebbe trasformata in schiuma di mare per il dolore di una perdita. In quel momento le pareva un bel modo per trovare pace. Dopotutto anche lei, come la povera sirena, aveva perso la persona amata e confondersi con il suo elemento preferito era un buon modo per andarsene.

"Ehi, finalmente ti ho trovato!" le disse una voce alle spalle. "Ehi, Cat! Ci sei?" continuò la persona dietro di lei, a voce più alta.

La ragazza, accorgendosi di una voce famigliare si tolse le cuffie e si voltò nella direzione in cui l'avevano chiamata.

"Ciao Jake! Non ti avevo sentito." disse indicando le cuffie. La musica era talmente forte che riusciva a sentirla anche il ragazzo.

"Che ci fai qui?" gli domandò, riponendo il piccolo oggetto elettronico nel marsupio che aveva ancora legato in vita.

La Gemma dell'AnimaWhere stories live. Discover now