RAPIMENTO

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Nel giro di qualche secondo all'interno della stanza si creò il finimondo. Le urla erano talmente forti che erano udite persino da alcuni agenti fuori la base, in giro di ricognizione.
Tutti stavano urlando contro il Dio che non aveva ancora focalizzato bene quello che gli avevano detto. Nessuno gli lasciava il tempo di dare spiegazioni, puntavano il dito contro di lui.

"Loki, mi avevi detto che non c'era niente tra te e la mortale!" Thor era infuriato, con la mano chiusa a pugno, riusciva a stento a trattenersi e a mantenersi calmo.

"Ho mentito." disse atono, degnandolo a fatica di un fugace sguardo.

"E perché? Perché devi sempre mentire?" gli domandò il fratello furioso ed esasperato, tentato come poche altre volte in vita sua di prenderlo a cazzotti.

"Per evitare situazioni come queste." disse appoggiandosi al bordo di una scrivania, ripensando a quanto gli avevano appena detto.

Non poteva ricevere una notizia del genere in quel modo e poi avrebbe voluto che fosse stata Cat a dirglielo, no una persona qualunque, insignificante.

"Ma non sei riuscito ad evitarla. L'hai addirittura peggiorata!!!" ci mancava davvero poco che non lo colpisse ma avrebbe dovuto mettersi in fila perché anche Nat era vicina a rompergli la faccia; ed a giudicare dall'espressione seria, minacciosa e pericolosa di Clint, anche lui avrebbe voluto tanto picchiarlo.

"Non potevo sapere che Caterina stesse ascoltando!"

"Perché se lo sapevi le avresti detto un'altra bugia?" intervenne Natasha.

"Io non le ho mai mentito, piuttosto l'ho fatto con voi." disse spostando la mano per indicare i suoi interlocutori, che ammutolirono stupiti.

Non dette il tempo a nessuno di dire altro e si precipitò fuori dalla sala delle riunioni. Quando varcò la soglia della porta vide in terra c'era la collana che le aveva regalato. La raccolse, percependo un groppo in gola, e si diresse nella camera della ragazza; anche se non voleva avere niente a che fare con lui, - e dopo quello che aveva gli sentito dire era del tutto plausibile - , doveva almeno indossare quel ciondolo.

Senza questa è totalmente indifesa.

La porta era aperta e non c'era nessuno al suo interno. Vi entrò lo stesso, gridando il suo nome e ispezionando la stanza con uno sguardo a dir poco allucinato, pensando che si fosse chiusa in bagno. Anche quella porta era aperta e non c'era nessuno dentro. Mentre usciva, vide all'interno della camera Natasha, che lo aveva seguito, con la braccia conserte appena sotto il seno e le gambe leggermente divaricate.

"Se cerchi Cat, non la troverai qui. E' scappata fuori." disse gelida.

Loki si precipitò in cortile, seguito da suo fratello e dai due agenti.
Non avrebbero permesso che Cat rimanesse sola con Loki, mai più.

L'avevano cercata dappertutto ma della ragazza non c'era traccia. Né in camera sua né da qualsiasi altra parte.
Provarono a lasciar passare un po' di tempo, forse si era solo nascosta - nascosta parecchio bene, in effetti - e l'unica cosa che voleva in quel momento era stare sola, quindi le lasciarono i suoi spazi.
C'era da capirla, poveretta: strappata da casa, da sola, catapultata in un mondo che non le apparteneva, con la minaccia costante di un attacco ai suoi danni e in più, Loki e il figlio che aspettava da lui.
Non c'era proprio da biasimarla se non voleva essere trovata.
La risposta alla domanda su dove fosse finita, arrivò solo un'ora dopo da un operatore incaricato da Stark di sorvegliare i monitor delle telecamere con minuziosa attenzione finché non avesse trovato la ragazzina e avesse fatto sapere loro dove si era cacciata.

La Gemma dell'AnimaWhere stories live. Discover now