XI

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Christian

Ero sdraiato comodamente sul letto a giocare con la play quando sentii mia madre gridare che era pronto.

Si era fatta dare il ponte, in modo da poter stare con Sara, visto che quest'anno toccava a lei.

Lei e Sara avevano passato tutto il pomeriggio a cucinare, e non sapevo se essere felice o preoccupato.
Alla fine optai per entrambi.
Misi in pausa, alzandomi dal letto e facendo mugugnare Joker, che si era addormentato ai miei piedi.

Gli accarezzai la testa e andai verso il bagno, fra camera mia e quella di mia sorella.

La stanza di mia madre e Maurizio era davanti a noi e poi c'erano le scale.

Mi lavai velocemente le mani e scesi le scale due a due venendo subito accolto da un odore di pollo.

Per il momento sembrava tutto a posto, e anche buono.
In caso contrario avevo il cellulare in tasca per chiamare il 118.
Mia madre non era mai stata una brava cuoca, non se calcoliamo mia nonna, ma se la cavava e non ci aveva ancora ucciso il suo cibo. Era un segno positivo.

La portafinestra era stata chiusa e la tenda tirata;  con la luce della sala spenta non si vedeva praticamente nulla.

Entrai in cucina sgranando gli occhi per il campo di battaglia che avevano lasciato sul lavello e il ripiano in marmo.

- Abbiamo fatto i biscotti al cioccolato! – esclamò Sara correndomi incontro e saltandomi addosso.

La sollevai, scompigliandole i capelli e lasciandole un bacio sulla guancia. – E come sono venuti? –

- Benissimo. Mamma ha detto che li mangiamo dopo cena, con Maurizio –

Guardai mamma alzando un sopracciglio. Era cena e lui non era ancora arrivato?

- Tranquillo Chris, mi ha chiamato ed è bloccato nel traffico. Cinque minuti e arriva – mia madre aveva avuto orribili storie precedenti con gli uomini, e per quanto le volessi bene, e per quanto Maurizio mi piacesse, ne avevo passate troppe per fidarmi pienamente di lui.

- Ah, mia sorella ha spedito gli inviti per il suo matrimonio – esclamò, aprendo il forno e facendo uscire una densa nube calda, che la sentii anche a metri di distanza.

Sara era ancora in braccio, ma era talmente leggera che nemmeno la sentivo. Le accarezzai i capelli, mentre lei poggiò la testa alla mia, sbadigliando.

- Quand'è? –

- Il venti gennaio. Io ho già spedito la nostra partecipazione a Mary. Per te ne ha inviata una a parte. Sappi che puoi portare un ospite –

Sorrisi, avendo già intenzione di portare qualcuno, anche se dovevo ancora decidere chi. È orribile andare da soli ai matrimoni.  Andrea, anche da amica, mi avrebbe detto di no.

Odiava i matrimoni e tutte quelle "smancerie" romantiche, ad Anna non lo avrei chiesto e non volevo andare solo al matrimonio.
Scossi le spalle. Ci avrei pensato più avanti.

Posai Sara a terra nel momento stesso in cui il citofono suonò, preannunciando l'arrivo di Maurizio.

Vidi il volto di mamma illuminarsi e Sara correre verso la porta per aprirgli.

La tavola non era ancora apparecchiata, mentre il pollo era già pronto.

Tirai fuori le tovagliette e i piatti dalla credenza e le posate dal cassetto accanto al lavandino.

- Come mai si sposa a gennaio? –

- Per la pancia. Se no l'abito non le entra più – spiegò, iniziando a distribuire il pollo.

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