Spoiled and dirty. ~~ HARRYSTYLES&EMMAROBERTS

Quarto capitolo.

Sono nervosa, e ne ho tutto il diritto. Harry Styles, "il genietto", che dice di no a me? Chi si crede di essere? Posso comprarmi lui e quella sua bettola dove sicuramente vivrà. Per il resto della lezione non fa altro che girarsi per guardarmi beffardo, e stavolta tocca a me mostrargli il medio.

Quando finisce la lezione ho intenzione di parlargli e convincerlo a dirmi di sì, anche se devo ammettere che il mio orgoglio ne risente, ma appena alzo gli occhi dalla borsa lui già non c'é più.

Frustrata, incazzata e pronta a commettere un omicidio mi avvio fuori dalla classe telefonando a Dave. Ho bisogno di sfogarmi.

"Emma?" Risponde al terzo squillo.
"Che fai?" Chiedo svelta.
"Emh, sto tornando a casa? Perché, è successo qualcosa?"
"No. Che ne dici di venirmi a prendere al campus e poi andiamo un po' da me?" Cerco di essere il più sexy possibile.
"Mi dispiace piccola, ho da fare. Magari domani?" Gli dico di no e gli attacco praticamente in faccia. Che si fotta pure lui.

Fottuti uomini.

Mark mi aspetta all'uscita dell'università. Nota il mio nervosismo e saggiamente decide di lasciarmi in pace.

Quando entro in casa vedo un casino di gente, sbuffo alzando gli occhi al cielo e mi avvio in soggiorno. Meno male che Dave non è venuto, non sarebbe potuto succedere niente.

"Mamma, che cos'è questo casino?" Chiedo a mia madre seduta sul divano che legge una rivista. Ha i capelli raccolti in un chignon basso e un vestito fino al ginocchio color crema. Alza gli occhi dalla rivista per un attimo, un secondo dopo sta leggendo di nuovo.
"Il Times vuole intervistare di nuovo tuo padre per quello che è successo la settimana scorsa."
Vi ho mai raccontato di quello che fa mio padre? È un cazzo di chirurgo, ovviamente. Il più famoso d'America. La scorsa settimana ha operato un bambino che sarebbe morto tra pochi giorni se non fosse per lui, ed è in momenti come questo che sono fiera del mio Papi.
Non mi degno nemmeno di rispondere a mia madre e vado dritta in camera mia.
Adoro la mia cameretta, e non permetterei a nessuno di metterci piede, nemmeno alla donna delle pulizie. È la mia oasi di pace, il posto dove mi piace rifugiarmi in momenti di caos come questi.
Le pareti sono di un lilla chiaro che mi trasmettono subito tranquillità. Il letto a baldacchino è davvero enorme e le coperte sono soffici e morbide quando mi ci butto a capofitto nascondendo la faccia tra mille cuscini.
Quando riemergo vado a sedermi sulla sedia alla scrivania guardando le foto incorniciate. Io e la mamma, io e il papà, io e mia cugina Jodie, io e i miei nonni. Peccato non abbia una foto di Dave.

Mi alzo accendendo la radio, ed è in quel momento che passa una delle canzoni più belle di sempre: "Sweet Home Alabama". Adoro.

Chiudo gli occhi e mi permetto di fantasticare sulla vita che vorrei, e in quel momento un fottuto paio di occhi verdi si fanno strada nella mia mente.