Annabeth

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Non potevo sopportare ancora l'idea di rischiare di affogare, era estremamente frustrante. La vasca era piccola e poco più alta di me, provocandomi una spiacevole situazione di claustrofobia. L'acqua mi arrivava poco sopra il petto e l'ossigeno era molto poco. Non capivo perché dovevamo stare imprigionati per forza nell'acqua, perché semplicemente non incatenarci?

Percy stava al centro della sala ed era circondato dalle vasche che contenevano i nostri impotenti corpi. Mi guardai in giro ma non notai altro a parte i visi disorientati dei miei compagni. No, aspetta...

Una spada, una gigantesca e bellissima spada. Si trovava poco davanti al mio ragazzo e mi stupii che non l'avesse ancora notata. Sbattei sulle pareti di vetro, cercando di catturare la sua attenzione, ma lui non mi notò.

Però se c'era una spada, doveva per forza esserci qualcosa doveva essere distrutto con la spada. Questo pensiero non mi piacque e mi preparai a veder il peggio. Ho fiducia sia in Percy che nelle sue capacità, ma oggi avevamo già rischiato di perdere un caro amico e non ero pronta a vedere combattere la persona più importante della mia vita senza poter fare niente, appollaiata in un barattolo di vetro come un fottuto pomodoro sott'olio.

Percy era lì in piedi che si girava in continuazione a guardarci. Quando incrociò il mio sguardo la sua espressione dura si ammorbidì e giuro che mi persi disperatamente in quegli occhi, che erano il mio faro in quel mare di merda e la mia speranza in tutti quegli orrori.

Si avvicinò senza pensare alla mia vasca e poggiò una mano sul vetro e sussurrò "Ti poterò via di qui". Io gli sorrisi dolcemente e desiderai di poterlo abbracciare, di poterlo toccare un'altra volta. Lui era diventato la mia droga, più ne facevo uso e sempre più ne avevo bisogno.

Sgranai gli occhi quando notai la comparsa di una figura mostruosa alla spalle di Percy, che era ancora davanti a me. Urlai al mio ragazzo di scappare, di scansarsi e di andare via ma lui non riusciva a capire cosa dicevo. Inarcò le sopracciglia confuso e scosse la testa, cercando di dirmi che non stava comprendendo.

"Percy, va via, ti prego!" non sono certa che capì esattamente cosa dissi, ma almeno questa volta si girò e riuscì a schivare la carica del mostro, che si spiaccicò violentemente sulla mia gabbia.

Soltanto allora, quando era così vicino, notai la testa taurina e il corpo tozzo e muscolo di un essere umano. Certo, era questo il piano di Giano, come avevo fatto a non capirlo prima?

Voleva terrorizzare Percy con la prima bestia che aveva affrontato, quella che temeva più di tutte, per il semplice fatto di essersi trovato indifeso davanti ad essa. Non riuscivo a guardare il mio ragazzo che schivava colpi, rischiando ogni volta di finire incornato.

Corse della parte opposta della stanza, dove prese la spada e aspettò la carica del Minotauro. Percy si scansò appena in tempo dal muro e tentò di infilzare il mostro.

Purtroppo la lama non passò la pelle della bestia, che sembrava fatta d'acciaio.

Ansia.

Ansia.

Riuscivo a mala pena a guardare il combattimento e, ogni volta che scostavo lo sguardo, pregavo che il mio ragazzo fosse sempre vivo.

Percy continuava invano a menare fendenti, ma a quello non gli facevano neanche il solletico. Se non avesse trovato un'altra soluzione la battaglia sarebbe durata ancora poco.

"Aaa" Percy urlò di dolore e mi accorsi che si era ferito alla spalla. Stavo incollata al vetro, sperando che si rompesse e che io potessi andare in suo soccorso.

Ma perché mettere a disposizione un'arma non necessaria?
Forse perché non era necessario l'uso della forza, forse quella spada era soltanto una distrazione per mettere alla prova Percy e forse il Minotauro andava affrontato in modo diverso.
Pensa.
Pensa.
Sentii una botta improvvisa e vidi il mio ragazzo accasciato a terra, contorto dal dolore.
Avevi pochissimo tempo per farmi venire in mente un piano.
Certo!
Non era una caso se noi ci trovavamo in delle vasche piene d'acqua, Giano non l'aveva fatto per farci del male, anzi, sarebbero state la salvezza e l'arma di Percy.

Assaggiai l'acqua e come pensai era salata. Adesso dovevo soltanto catturare la sua attenzione per farglielo capire.

Si era alzato giusto in tempo per evitare di fare lo spiedino sulla corna del torello e non poteva perdere di vista il mostro neanche per un secondo. Aspettai che si mettesse davanti a me e inizia a scuotere le braccia frettolosamente, sperando che mi notasse.

Ci volle un po' prima che riuscissimo a incontrare gli sguardi ma ,comunque, catturai la sua attenzione.

Adesso dovevo fargli capire che doveva usare l'acqua...

Schizzavo le pareti della vasca, nuotavo e la lanciavo in aria ma non c'era verso di farglielo capire. Intanto il Minotauro attaccava e Percy doveva tenerlo a bada mentre cercava di capirmi.

Notai che il vetro era leggermente appannato cosi scrissi su di esso  "auqca" in modo che lui leggesse "Acqua". Pregai tutti gli dei che riuscisse a vederlo e che capisse all'istante ciò che volevo dirgli. Lui all'inizio rimase leggermente spiazzato ma si riprese subito urlandomi "Crea un diversivo".

Mi guardai intorno pensando, cercando di capire come potessi catturare l'attenzione del Minotauro. Sbattei forte sulla vasca, facendomi persino male. Sperai che il mostro avvertisse i colpi e che si girasse verso la fonte del suono. Tante spallate e lividi dopo ottenni l'effetto desiderato e la bestia si avvicinò a me, con aria confusa.

Speravo vivamente che quelle cose fossero resistenti, perché il bellissimo toro stava cercando di prendermi, dando colpi fortissimi al rettangolo di vetro. La gabbia oscillava e io scivolai diverse volte, inzuppandomi i capelli.

Si stava formando una crepa e non avrebbe resistito ancora a lungo.

La crepa era diventata più grande.

Adesso la crepa aveva tante venature.

Le crepe adesso erano due.

Quando la gabbia era praticamente rotta sentii l'acqua ribollire e una forte pressione mi scaraventò sul duro pavimento. Ero ferita in qualsiasi parte del corpo, per colpa delle schegge dei vetri. Ammaccata per botta e sputavo così tanta acqua che avrei tranquillamente potuto rifornire un fiume in secca.

Quando alzai la testa mi resi conto di essere circondata dai miei amici, che erano venuti a soccorrermi. Percy aveva le mani tese verso il Minotauro e controllava l'acqua per far si che rimanesse attorno alla sua testa, impedendogli di respirare. La bestia si agitava, tentava di dare pugni con le mani e scalciava a caso; poco dopo questi movimenti finirono, visto che il Minotauro si accasciò a terra.

Morto.

War ||Wattys2017||Where stories live. Discover now