Capitolo 10

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Una camelia.
Spiccava, scarlatta, tra tutto quel candore; pareva quasi sangue.

Si avvicinò, le mani gli tremavano, il cuore gli pulsava nelle tempie. Cadde in ginocchio, una nube di condensa fluttuò nell'aria gelida, fino a quel dannato cielo di vetro.

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Un acuto dolore all'occhio sinistro lo fece gemere. Lo coprì con una mano, che si imbrattò di sangue denso e caldo.

«Stai bene?» chiese con voce roca alla ragazza che stringeva al petto, mentre si guardava le spalle, nascosto da un enorme sempreverde; le fronde di smeraldo celavano la loro presenza, permettendo all'Hatake di riprendere fiato. Era tutta la notte che combatteva, lo Sharingan aveva raggiunto il limite.

Sentì il sapore del sangue invadere ogni suo senso, disgustandolo. Si contorse un poco, tentando invano di soffocare il dolore. Ayumi allungò la mano, tremante, fino a sfiorare quella dell'Hatake.

«Kakashi... Il tuo occhio...» I

ngoiò le lacrime, nonostante i ricordi minacciassero di farla impazzire, mentre le ferite le bruciavano sulla pelle candida, rovinata dalla frusta. Si morse un labbro, divincolandosi lentamente dalla stretta del ninja, per poi allontanarsi di qualche passo.

«A-Ayumi...» 

Cercò disperatamente di mettersi in piedi, ma ricadde pesantemente tra il muschio, cresciuto grazie ai rami del possente albero, che avevano trattenuto la neve.

«Ti prego... Basta...» Una goccia salata le solcò il viso «Io... Non lascerò che tu distrugga la tua vita per me! Non faccio altro che portare disgrazie a chi mi sta intorno... Vattene! Lasciami qui! Questa non è una delle tue stupide missioni, Kakashi! Avresti dovuto ignorarmi, come hanno sempre fatto tutti. Sarei morta, nessuno si sarebbe accorto della mia scomparsa, nessuno avrebbe più sofferto a causa mia!»

La sentì singhiozzare nel buio.

«Vai via...Ti prego.»

Le tremava la voce, soffocata dalle lacrime. La sua figura, nascosta dall'oscurità, gli apparve mai come allora simile alla sua Rin.

«Non capisci?» Puntò i piedi nel terreno, aggrappandosi con forza al ruvido tronco, appiccicoso a causa della resina che sgorgava da un profondo taglio, impregnando l'aria con il suo odore dolciastro «Non mi importa se non è una missione. Io ti proteggerò sempre, qualsiasi cosa accada.»

«Ti stai immischiando in qualcosa di troppo grande per te!» Alzò la voce senza rendersene conto.

L'Anbu tentò qualche passo, fino ad essere di fronte a lei. Le asciugò il viso, con un gesto talmente delicato che le sembrò quasi di esserselo solo immaginato. Poi, la abbracciò. 

Lei si aggrappò a quel petto forte, affondando il viso nella divisa. Divenne tutt'uno con il cuore dell'Hatake e, come in un sogno, tutto sembrò fermarsi.

«Non permetterò a nessuno di farti ancora del male.» sussurrò. 

Lei ra così fragile, che temette quasi di romperla.

«Andiamo.» 

La allontanò dolcemente, sorreggendola per la vita. I grandi occhi di ghiaccio risplendevano, umidi di lacrime; un lieve sorriso tirava leggermente quelle gote arrossate dal pianto e dal vento gelido.

Si sentiva amata, per la prima volta dopo tanto, troppo tempo.
Non capiva il motivo per il quale quel ragazzo si ostinasse tanto.
Aveva imparato a non fidarsi di nessuno; eppure, quel ninja riusciva ad abbattere tutte le sue difese, a spogliarla di ogni armatura.

La tirò su, sebbene con un po' di fatica, e riprese a correre nella foresta. Ormai mancava poco al confine con il Paese dell'Erba.
Alle prime luci dell'alba, sarebbero stati di nuovo al sicuro.

Ayumi cominciò a fare fatica a tenere gli occhi aperti; la stanchezza e le ferite la stavano mettendo a dura prova, non sapeva per quanto avrebbe resistito.

Kakashi rallentò la sua corsa, tanto bastava per concentrarsi.

«Sembra che li abbiamo seminati.» affermò, non percependo più il loro chakra.

Sapeva di non potersi permettere distrazioni; il minimo passo falso avrebbe potuto costare loro la vita.

La ragazza sentì il corpo dell'Hatake rilassarsi appena, senza tuttavia abbassare la guardia o diminuire la velocità. Si strinse a lui, allacciandogli le braccia intorno al collo.
Lentamente, sentì le forze venirle meno, finché, esausta, non si arrese al sonno; il lieve fischio del vento che la cullava, la flebile speranza di una vita migliore che ardeva timidamente nel suo cuore.

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«Hokage-Sama...»

«Lo so.» 

Guardò il villaggio, ogni luce era spenta. Di lì a poco sarebbe spuntata l'alba, un nuovo giorno sarebbe nato.
E così, Kakashi aveva deciso di tradire Konoha...
Rivolse lo sguardo ai volti di pietra, guardiani eterni della Foglia.

«Dannazione, Minato... Che cosa devo fare con quel ragazzo?» mormorò, prendendo una profonda boccata dalla pipa e cercando di tranquillizzarsi.
Si aspettava una mossa del genere da parte dell'Hatake, ma non così presto.

Avrebbe dovuto spiegargli tutto fin dall'inizio. 

Dirgli la verità sulla ragazza del tempo.

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Probabilmente non vi saranno chiare le prime righe di questo capitolo. Non vi preoccupate, continuate la lettura e capirete ogni cosa.

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