Capitolo 11

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IMPORTANTE!

In questo capitolo saranno presenti alcuni flashback, alternati a voci sotto forma di ricordi, un po' come nei film o negli anime. Per evitare incomprensioni e confusione, tali parti saranno in corsivo.
Ciò non varrà per i sogni o i cambi di scena, che saranno contrassegnati, come sempre, da uno di questi simboli ֎, se state leggendo dal pc, o da una spaziatura più marcata, se state leggendo dal cellulare.

Buona lettura!

֎

"La notte è cominciata,
e l'oscurità è arrivata.
Quindi dormi, bambina,
così il giorno si avvicina."

Quella voce così dolce appena sussurrata ed il suono delle parole, scandite ad un ritmo lento e delicato, avevano il potere di calmarla, di farla sentire al sicuro.

"I tuoni, i lampi e il vento
ti fan paura, lo sento.
Smetti di tremare,
non hai nulla da temere."

Il ticchettare della pioggia sulle finestre pareva quasi un orologio, il rombare del cielo infuriato le vibrava nello stomaco.

"Sarò sempre al tuo fianco,
quindi asciuga un po' quel pianto.
Ti proteggerò,
in ogni modo che potrò."

Faceva sempre più fatica a restare sveglia, le palpebre si erano fatte pesanti, il cuore era alleggerito da quelle carezze che la cullavano piano piano.

"Cercherò di non farti soffrire,
ma tu tenta di dormire.
Son passati due rintocchi,
e lentamente chiudi gli occhi..."

Il mondo dei sogni la risucchiava poco a poco, concedendole di riposare, di dimenticare la sua vita e rifugiarsi in un mondo tutto suo per qualche ora, che non bastava mai.

«Promesso?» chiedeva sempre, con la voce impastata dal sonno, il mignolo alzato, un lieve sorriso a tirarle le gote arrossate dall'infanzia.

«Promesso.» 

E subito si univa a lei, i suoi stessi occhi ghiacciati che brillavano, riflettendo la luce tremante della candela. E, quando finalmente sembrava essersi addormentata, scioglieva con dolcezza le loro dita intrecciate spegneva con un lieve soffio la luce.
Ed il soffitto si illuminava di tante piccole stelle, tinte di chakra.
L'avrebbero protetta dagli incubi e sempre indicato la retta via, anche nei momenti in cui l'oscurità minacciasse di avere il sopravvento su quella bambina tanto indifesa.

"Ti voglio bene, piccola mia."

֎

Aprì lentamente gli occhi, inumiditi dalle lacrime, impastati dal sonno. Le venne la pelle d'oca, il duro pavimento di pietra ghiacciata le ricordò di non essere più a casa da tanto, troppo tempo.
Fece per tirarsi su, i muscoli intorpiditi dal freddo, le ferite che le bruciavano ancora.
Si portò una mano al viso; aveva la testa chiusa in una bolla, il dolore le martellava fastidioso nelle tempie.

Strisciò con fatica verso la luce bianca che inondava l'ingresso della grotta, fino ad affondare una mano nella neve gelida. La tirò su di scatto, sorpresa dall'intenso fremito che le aveva percorso la schiena.

Calpestò goffamente la lunga sciarpa rossa, rendendosi conto solo in quel momento di averla al collo. Affondò il viso tra le morbide maglie, inspirando profondamente; un intenso profumo la invase, facendo accelerare il battito del suo cuore. 

Kakashi.

Tremante, si mise sulle ginocchia, alzando lo sguardo al cielo. Era completamente privo di nuvole, limpido e chiaro come se fosse stato rivestito da una lastra di ghiaccio, così come la terra e tutto ciò che la circondava.
Le era sempre piaciuto l'inverno, il freddo, la neve che cade e copre ogni cosa, azzerando le differenze, rendendo tutti uguali.

FadedWhere stories live. Discover now