Capitolo 14

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Il chakra era troppo potente per essere sottomesso alla sua volontà; non cessava di aumentare, diventando via via più pesante.
Il suo esile corpo non avrebbe retto a lungo.

«Nii-San...» lo aveva implorato disperatamente, un'ultima volta, prima che la vista iniziasse ad offuscarsi.

Lentamente sentiva i suoi pensieri svanire, diventare più trasparenti, come una nuvola di fumo che si dirada nell'aria.

Il chakra oscillò, pericolosamente instabile, per poi aumentare vertiginosamente.

Tutto si fece buio e grida strazianti rimbombarono nella sua mente, sempre più vicine, fino a che non le sentì a pochi passi.

Poi, il silenzio.

"Kaka...Shi..."

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Una fitta all'occhio sinistro lo fece gemere. Stava usando troppo chakra e presto lo Sharingan lo avrebbe indebolito a tal punto da non riuscire più a muoversi.
Tuttavia, non poteva fermarsi; Ayumi aveva bisogno di lui.

Il rosso aveva notato il malessere dell'Hatake. 

«Ehi, Ninja Copia. Vedi di non accecarti.» 

Il suo tono di sfida gli fece affiorare tutti i nervi.

«Sta' zitto e continua a correre.» si limitò a rispondere, reprimendo l'istinto di spaccargli la faccia di porcellana.

Mano a mano, la potenza avvertita in precedenza si faceva sempre più vicina.

Non avrebbe mai immaginato che quella stessa ragazza che aveva trovato in fin di vita contenesse un potere così spaventoso.

Un brivido lo percorse, facendogli drizzare la fine peluria argentata del collo. Una forte sensazione di pericolo lo invase.

"Sto arrivando."

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«Hokage-Sama!»

«Lo so.»

Il Terzo si strinse il coprifronte, pronto alla battaglia imminente. Poi, rivolse uno sguardo dolce al bambino, tranquillamente addormentato nel letto, tre segnetti simili a baffi sulle guance paffute ed i capelli biondo grano che non volevano saperne di stare in ordine.

"Minato... Farò di tutto perché il tuo sacrificio non sia stato vano. Proteggerò la nostra famiglia!"

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Ormai mancavano pochi chilometri a Konoha. 

Kuma avanzava deciso, lo sguardo scuro ed impassibile tradito da un ghigno beffardo e soddisfatto, quasi inquietante.
Fremeva dall'impazienza, la sua sete di sangue si faceva sempre più incontenibile. Tutto il suo corpo era appesantito dell'enorme quantità di chakra, tanto che al suo passaggio la terra veniva segnata e scalfita, gli alberi si spezzavano, ogni creatura fuggiva via in preda al panico.

Uno stridio si propagò per la foresta. 

Le lame dei due ninja erano una contro l'altra, con così tanta forza che brillarono nel buio, insieme al rosso vivo dello Sharingan.

Sogghignò «Certo che ce ne hai messo di tempo.»

Persino la sua voce era alterata. Spalancò le palpebre, rivelando le iridi ghiacciate, identiche a quelle di Ayumi.

All'improvviso, Kakashi si ritrovò in una stanza completamente allagata, davanti a lui un enorme cancello, invalicabile e sigillato da una tecnica estremamente complessa e potente.

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