Capitolo 13

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Hyram, rimasto solo tra le quattro mura del lussuoso loft e preso dalla noia, aveva curiosato in giro, nella speranza di trovare qualcosa legato a Tim. Ma Jarred sembrava tenere ogni ricordo custodito da un'altra parte, sicuramente la stanza nella villa.

Stava capitando tutto così velocemente, in poco tempo si era ritrovato a convivere con un ragazzo misterioso e giorno dopo giorno, veniva a conoscenza di dettagli che mai si sarebbe immaginato.

Cosa voleva realmente Jarred? Probabilmente, la sua vendetta non era che una scusa per riavvicinarsi alla sua famiglia, ora che il tempo aveva sanato le ferite.

Hyram non lo vedeva come il cattivo della situazione, forse lo era, forse no ma su una cosa era certo: mancava un dettaglio fondamentale.

Il flusso dei suoi pensieri venne spezzato dalla porta del loft che venne trascinata di lato e aperta, Hyram allungò la testa certo di vedere Jarred, invece fecero il loro ingresso Ike, Leroy e il ragazzo silenzioso, ovvero Raphael.

"Alla faccia, voglio anche io un loft del genere!" esclamò Ike, guardandosi attorno come un bimbo a Natale, Leroy fece lo stesso, Raphael si poggiò alla porta chiusa, le mani in tasca e lo sguardo fisso in una direzione.

Hyram li guardò lievemente spaesato e si schiarì la voce, ottenendo l'attenzione di due su tre.

"Ciao! Siamo venuti ad aiutarti con i bagagli! Dovevamo venire solo noi due simpatici ma ci hanno sequestrato la macchina e ci ha dovuto accompagnare il ragazzone" spiegò Ike, gesticolando come suo solito, con un sorriso enorme.

"Oh mi dispiace" mormorò Hyram, riferendosi alla macchina, facendo scoppiare a ridere i due avanti a sé.

"A noi no! Ce l'hanno tolta perché scopavamo in un parcheggio. Magari ti racconto la storia un'altra volta!"

Ma anche no, pensò Hyram, sgranando gli occhi, scioccato.

"Ti aiutiamo con la tua roba?" propose Leroy, accorgendosi del disagio che aveva causato il suo ragazzo.

Hyram sembrò ritornare alla realtà e imbarazzato, lanciò uno sguardo verso il suo borsone riposto ai piedi del letto.
"Ehm.. Ho solo quella valigia in realtà.. Mi dispiace" mormorò, sentendosi in colpa.
Erano arrivati fin lì per aiutarlo e gli stava facendo perdere tempo.

Le teste di entrambi scattarono verso la direzione indicata, fissarono il borsone per un bel po' e tornarono a guardarlo.
"Poco male, andiamo a fare shopping!" esclamò Ike, tirando fuori dalla tasca una carta di credito dorata che porse a Hyram, il quale accigliandosi, lesse il proprio nome stampato su di essa.

"Cosa? Come è possibile.. Io.." iniziò a mormorare, fissandola quasi fosse il diamante più costoso al mondo.
Forse non era un diamante, ma costosa decisamente sì.

"Non puoi accettare perché non sono soldi tuoi bla bla, non te li meriti bla bla e ti sentirai in colpa per tutta la vita bla bla e bla. Ci siamo passati tutti fidati, dopo un po' non ci fai neanche più caso" parlò annoiato Ike, con varie smorfie, alzando gli occhi al cielo.
Infine afferrò una mano di Hyram e vi pose la carta, obbligandolo a prenderla.

"Ma.." tentò di nuovo di replicare, venendo stavolta fermato da Leroy, che con un sorriso di incoraggiamento, gli svelò un altro pezzo del puzzle.

"Eravamo tutti ragazzi di strada prima di Jarred, so che può sembrare assurdo possedere dei soldi così facilmente ma quando lui decide di prendersi cura di uno come noi, lo fa nel modo migliore possibile, partendo dai suoi stessi beni"



**




Hyram si era ritrovato chiuso in camerino con Ike e gli abiti scelti da lui, aveva provato chissà quanti vestiti mentre la sua mente era concentrata su ciò che aveva detto Leroy.

Six Letters 2Where stories live. Discover now