11 Gabriel

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Chiudo la telefonata e mi dirigo al parco, odio quella ragazza più di quanto lei pensa, vorrei semplicemente vederla morta, l'unico obbiettivo da raggiungere. Finalmente arrivo davanti al grande cancello del parco e la vedo seduta su una panchina, suono il clacson e lei si gira subito, la guardo da lontano che si avvicina, odio quel faccino innocente che mi ha rovinato la vita. Sale e chiude la portiera, parto senza mezzi termini, faccio di tutto per non pensare che lei di fianco a me, l'unica cosa che mi viene da fare quando è così vicina e ucciderla, lasciare il suo corpo senza vita qui davanti a me, peccato che non posso, non sarei contento di vedere il suo corpo privo di vita senza che prima gli tolga ciò che lei ha, la stessa identica cosa che lei ha fatto con me. Svolto l'angolo per entrare nella stradina che porta a casa mia, gli lancio un'occhiata e la vedo persa tra i suoi pensieri che guarda un punto indefinito, suono il clacson e lei subito si spaventa, mi viene quasi da ridere.

Finalmente arrivo a casa mia e la faccio scendere, arrivo davanti alla porta e la apro, da quanto lei viene a casa mia faccio sempre più casino, voglio che si stanchi, mi godo il momento in qui la comando, gli rovinerò la vita proprio come lei ha fatto a me, per poi vedere il suo corpo privo di sensi, poi avrò altre due persone con qui avere a che fare, lì potrò anch'io morire in pace, l'unica cosa che mi tiene in vita è la loro sofferenza, una si è tolta di mezzo mancano altri 3, sorrido mentalmente pensando a come porterò anche lei al suicidio, sarà un graffio in meno nel mio cuore.

"Cosa devo fare?" Chiede quando mi vede seduto sul divano. Non la guardo nemmeno in faccia, mi fa schifo il suo essere così falsa, fa l'innocente anche se sa tutto ciò che è successo anche per colpa sua, ogni volta fa finta di nulla, e questa cosa mi fa venire ancora di più il nervoso, ma la vedrò crollare, e non vedo l'ora che arrivi quel giorno, ho programmato tutto, e sta andando tutto secondo i piani, lei ci casca sempre di più...

"Devi lavare i vestiti, la lavatrice si è rotta quindi devi farlo a mano." Dico con un ghigno, la lavatrice funziona alla perfezione, ma voglio vederla sfinita quanto esce da questa casa, lei spalanca gli occhi vedendo tutti quei vestiti per terra, ho praticamente preso tutti i vestiti dei miei amici per fargli lavare più cose possibili. Lei nemmeno ribatte ha troppo paura di me, questo è un punto a mio vantaggio, ma so per certo che è più forte delle altre, e ci sono dimostrazioni validi, sua cugina si sarebbe suicidata se nessuno della scuola la calcolasse, se io mi comportassi come mi comporto con Kimberly, credevo che Kim si sarebbe tolta la vita già dal primo anno, invece ha resistito più di qualsiasi altro, quelle che sembrano più deboli veramente sono più forti.

"G-Gabriel potrei portare la tua roba a casa mia, lo lavo con la lavatrice là, sono troppi." Dice abbassando la testa sulle sue scarpe.

"No fallo qua, ti porterò a casa solo quando avrai finito anche se ci volesse tutta la notte." Dico deciso, la vedo che trattiene le lacrime, ma non sa che ogni lacrime che lei versa per me è un punto di felicità, godo del suo dolore.

"Gabriel ti scongiuro, dovrei anche studiare domani ho l'interrogazione che non ho fatto oggi." Mi scongiura, cerca i miei occhi che non gli concederò mai di trovare.

"Vuol dire che nemmeno domani andrai a scuola, ora non fare storie o me la pagherai." Mi guarda per un po', ogni volta lo fa sempre come per farmi pena, peccato che non ci riuscirà mai, mi sdraio sul divano mentre la vedo prendere tutta la roba, la porta al bagno togliendosi dalla mia visuale.

Guardo il soffitto, ripenso a tutto il male che mi è successo per colpa del suo dolce-. Interrompo subito i miei pensieri sentendo le urla di Kimberly, corro subito da lei, la vedo che indica una cosa sulla finestra, vado davanti alla finestra e ci trovo un ragno abbastanza grande, sorrido mentre prendo un pezzetto della carta igienica, la prendo e lo avvicino a Kimberly.

"No ti prego allontanala." Dice gridando, sorrido mentre la vedo che si stringe come a voler sparire.

"Dai tocca è peloso." Dico ridendo, quel 'peloso' lo dico senza pensarci ma subito mi fa ridere perché io stesso lo prendo in doppio senso.

"No no ti prego allontanalo." Dice mentre si allontana, gli prendo la mano e cerco di farla avvicinare al ragno, lei si ritira ma tonta quant'è scivola e cade sopra i vestiti, trascinandomi con lei e facendo schiacciare il ragno sul pavimento, per fortuna che sta la carta se no mi sarei sporcato la mano. Giro la faccia e mi trovo faccia a faccia con lei, la guardo negli occhi per la prima volta, resto a fissarla per un po', e mi alzo subito, esco dal bagno e rilasso il respiro appena fuori dalla porta, cavolo volevo fargli un dispetto non trovarmela a due centimetri di distanza, per fortuna che anche se l'ho guardata in faccia non l'ho toccata, ma prometto a me stesso che quei occhi si chiuderanno molto presto per sempre.

Spazio autrice

Nella foto sta Olimpia (la cugina di Kim)
Allora spero che la parte di Gabriel vi sia piaciuta, non riesco ad entrare bene nella parte maschile quindi vi chiedo scusa se non è di vostro gradimento. Cosa avrà fatto la nostra Kim a Gabriel che lui desideri così tanto la sua morte? Chi saranno gli altri due dopo di lei che dovrebbero fare la stessa fine? Chi è già andato? Troppe domande, ma pian piano avrete tutte le risposte. Gli obiettivi sono sempre 400 visualizzazioni e 60 commenti.

The Gangster And The Nerd/Cameron Dallas Where stories live. Discover now