Capitolo 13

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Non riesco a smetterla di piangere, mentre tengo la sua testa sulle mie ginocchia. "Mamma svegliati ti prego non mi lasciare." Mormoro tra i singhiozzi, ormai si è formato un cerchio intorno a noi e si sentono le sirene dell'ambulanza. Non m'importa delle persone che assistono alla scena, ma grido cercando di farmi sentire da lei. Sento il suo respiro ma lei non si muove, il tempo che arrivi l'ambulanza sembra infinito.

Vedo una presenza vicino a me, ma non ci faccio caso, mi sento sollevare da terra e vedo che prendono mia madre.

"Vengo con voi." Dico subito a un infermiere.

"No signorina mi dispiace." Dice è fa per chiudere le porte, cervo di entrare comunque, ma alcune persone mi tengono ferma, le porte si chiudono e L'auto si fa sempre più lontana dai miei occhi, mi gira tutto, e poi al improvviso il buio totale.

Mi alzo con un mal di testa tremendo. "Heila finalmente sveglia." Mormora Olimpia.

"Cosa è successo?" Dico guardandola.

"Oh niente di che sei sve-" le faccio lasciare in sospeso la frase.

"Come sta mia madre? È viva?" Dico staccando il filo del flebo.

"Kim sei scema? Tua madre sta bene, sta parlando col medico per te." Mi guarda abilità.

"A a lei hanno sparato." Mormoro passandomi una mano tra i capelli.

"Ma cosa stai dicendo?" Chiede scoppiando a ridere.

"Oli ho visto tutto, gli hanno sparato quando mi stava portando a scuola." Dico nervosa. Forse i dottori gli hanno detto che non deve darmi cattive notizie.

La porta si apre ed entra il medico, dietro a lui c'è mia madre. Gli vorrò incontro abbracciandola, sono completamente confusa non capisco cosa sta succedendo, ma non credo ai miei occhi, vederla qui con me mi fa solo gioire.

"Mamma come stai?" Mormoro.

"Questa domanda te lo devo fare io tesoro, tu come stai?" Dice con un sorriso sulle labbra.

"Oh tua figlia sta dando di matto, ti crede morta." Dice Olimpia alzando le spalle. Mia madre mi guarda stranita, mentre io penso che sto davvero per impazzire.

"A te hanno sparato, si insomma in auto."

"No tesoro, sto bene guarda. Non è ancora l'ora per andare a scuola sono le tre di notte- ridacchia- ma sta tranquilla ho parlato col dottore, hai avuto un incubo, quando sono entrata in camera tua gridavi il mio nome, appena ti sei svegliata, sei svenuta." Dice guardandomi.

"Si credo che durante il sonno lei abbia fatto un incubo visto che hai gridato il nome di tua madre, e in assenza di sonno sei svenuta." Dice il dottore guardandomi. "Sua madre mi ha riferito che ti ha trovato per tre giorni consecutivi che ti sei addormentata nella scrivania sui libri, la scuola e importante si, ma non bisogna trascurare così tanto i suoi bisogni, e sta passando per anoressica, se perde altri cinque kili non sarà bene per lei, visto che soffre di altro." Lo guardo un po' confusa, insomma qualcosa lo mangio anche se non tanto.

"Deve seguire questa dieta- mi da un foglio in mano- e cerca di pesarti ogni settimana ne devi mettere un kilo, se no un kilo e mezzo ogni due settimane." Lo guardo come se avesse detto la cosa più stupida del mondo. "Non mi guardare così, se vuoi vivere devi farlo, sennò..." lascia in sospeso guardando mia madre.

"Si tranquillo dottore farò in modo che ingrassi." Dice mia madre con un sorriso nervoso.

Riesco a capire che è a disagio, c'è qualcosa che mi nascondo lo si capisce alla perfezione, ma voglio rilassarmi per il momento, qualsiasi cosa sia.

" Va bene signorina, lei si riposi e mi raccomando mangia e dormi di più, almeno otto ore di sogno, non due." Dice con un sorriso.

"Oggi potrei andare a scuola?" Chiedo nervosa, devo fare per forza l'interrogazione di geografia. Mi guarda stranito, mentre la risata di oli ricopre il silenzio che si era formato.

"Okay dottore resto io al posto suo a casa, fammi il certificato medico per due anni." Dice mettendomi una mano sulla spalla.

"Sei la prima ragazza che dice questa cosa Kimberly, e mi hai sorpreso molto, comunque di puoi andare a scuola, ma solo se recuperi le ore di sonno il pomeriggio. E a te Olimpia, anche quando starai male non ti farò il certificato, studia se no finirai di nuovo tre volte bocciata nello stesso anno." Dice scompigliandogli i capelli.

"Tranquillo suo figlio me li fa a modo suo." Dice Olimpia con un occhiolino e si sistema i capelli. Arrossisco violentemente capendo cosa intende, mentre mia madre sorride.

"Oh Olimpia sei sempre una piccola rubacuori." Dice mia madre fiera di lei, forse quando capirà che non è più vergine e lo fa a modo suo impazzirà. Il dottore ridacchia mentre ci saluta.

"Andiamo Kim devi riposare." Dice mia madre mentre usciamo dal ospedale.

Guardo i genitori di Oli che mi salutano e mi chiedono come sto. Dopo aver risposto a tutti mi dirigo a casa.

"Tesoro riposa miraccomando, se vuoi stai a casa e non andare a scuola." Mi avverte mia madre prima di spegnere la luce così che io dorma.

Mi sveglio sentendo il mio cellulare squillare, mi sembra di essere appena addormentata, invece saranno già passate tre ore, prendo il cellulare, e guardo l'ora, sono le 04:13, guardo che mi sta chiamando Gabriel, non so cosa fare rispondere o no, sono nervosa.

"Pronto" mormoro con voce tremante. Sento alcune grida, le grida che sento spesso a casa di Gabriel, mentre Gabriel gli chiede di tornare da lui.

"A-aiuto." Sento la voce da donna, cade la linea. Sono traumatizzata.
Cerco di mettermi a dormire, ma sembra un film horror. Il cellulare squillare di nuovo e mi do un pizzicotto per capire se è un sogno oppure è la realtà, ma capisco che questo è tutto tranne un sogno. Prendo il cellulare tremante, aspettando forse richiamerà.

Spazio me
Ok hahahaha, vi avviso che ora non è un sogno, e forse scopriremo chi è la donna che grida a casa di Gabriel. Amo mettervi ansia xD vabbe ci sentiamo al prossimo capitolo:)

The Gangster And The Nerd/Cameron Dallas Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon