Capitolo 1

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- Rebecca, ti devo parlare.-

Bastarono solo 4 parole per farmi correre un brivido lungo la schiena. Mi voltai. Mia madre era sulla soglia della cucina e attendeva in silenzio. Osservai l'espressione seria e preoccupata dipinta sul suo viso. É successo qualcosa.

Seguii la mamma in salotto,dove lei mi invitò con un cenno a sedermi. Mi posizionai sul divano, mentre lei si sistemava sulla poltrona di fronte.

Avevo il cuore in gola e un vago senso di agitazione mi bloccava il respiro. Non avevo la più pallida idea di cosa volesse dirmi mia madre, ma di certo non era niente di buono. E i miei timori non fecero che diventare ancora piu' opprimenti, quando notai le occhiaie che contornavano lo sguardo della mamma e il suo colorito pallido.

Luna Salvatore era sempre stata una donna bella, affascinante e gioviale. Dei suoi 46 anni, a malapena ne dimostrava 36. Il suo volto regolare dai tratti eleganti era incorniciato da lunghi capelli neri e lisci; mentre i suoi occhi, con la loro incerta sfumatura tra il verde e l'azzurro, erano limpidi e brillanti. Era alta e snella, inoltre la sua pelle chiara era liscia e perfetta. O forse dovrei dire, che lei era perfetta.

Niente a che vedere con me. Sebbene le assomigliassi molto per quanto riguardi i tratti del viso, le labbra carnose, i capelli lisci, ecc... non sarei mai stata alla sua altezza. Intendiamoci, ero mediocre. Sarei potuta essere carina sì e no qualche volta, ma bella... ero lontana anni luce. O almeno credevo.

Ero la classica ragazza italo-americana: capelli castani scuro, occhi scuri (nocciola con pagliuzze verdoline), pelle di un colorito acceso ma non abbronzata. Ero abbastanza alta, ma le curve non le avevo certo al posto giusto. Ero piatta, davanti, come una tavola da surf e in certi periodi ero così grassa da far invidia a un ippopotamo. Beh forse non ero né piatta, né rotonda sui fianchi... Ma non mi sentivo comunque all'altezza delle altre ragazze. A cominciare da mia madre.

Aspettavo che lei dicesse qualcosa. Oltre ad essere stanca e scossa, era anche nervosa. Dopo un minuto che parve interminabile, mi fissó intensamente: - Ti ricordi di Archer?- Questa volta non fu un brivido a percorrermi il corpo, ma un vero e proprio tremore. E chi non aveva mai sentito parlare di Archer? La guardai a mia volta attonita: - Cosa è successo?- La mamma si allungò e mi strinse la mano: - Ho saputo che ha ricominciato la Caccia. Ci sono centinaia dei suoi seguaci, che stanno uccidendo maghi e streghe. Molti sono scomparsi, altri ancora sono semplicemente passati dalla sua parte. E' sempre più forte e pochi riescono ad opporgli resistenza. Rebecca, noi siamo in pericolo. TU sei in pericolo!-

Le speranze delle ultime settimane si dissolsero come neve al sole. Un senso di vuoto mi adombro' la mente. Non era la prima volta che tutte le mie convinzioni franavano completamente, in un solo attimo. Dovevo esserci abituata, invece ogni singola volta venivo colta impreparata. Ogni volta mi sentivo debole, impotente, illusa.

Voi di sicuro starete pensando ad Archer e ai suoi seguaci come a dei moderni fanatici religiosi, tipo quelli che nei secoli passati andavano dietro alle presunte streghe armati di torce e forconi. E magari muniti anche di crocefisso e acqua santa. Purtroppo devo deludere le vostre aspettative, visto che loro sapevano usare egregiamente poteri che le persone comuni si sarebbero solo potute sognare.

Nel mondo della magia esistevano Bene e Male, Luce e Buio. Toccava al singolo individuo scegliere da che parte stare, anche se di solito questa distinzione era così ricca di sfumature da non fartici capire più niente. Diciamo che ognuno aveva una speciale concezione del giusto e dello sbagliato. Ma questo valeva anche per i "comuni mortali", no?

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