Capitolo XI

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- Stai dicendo che hai visto una ragazza introvabile, che ti crea atroci emicranie?- la voce di Eve non era scettica. Era solo TERRIBILMENTE PREOCCUPATA. Spostai il cellulare da una mano ad un altra dondolando sulla sedia. - Sì, diciamo di sì. Ti prego, non mi prendere per pazza! Non era un'allucinazione.- Avevo bisogno di confidarmi con qualcuno.  - Beh, ci sei andata persino a sbattere contro.-                                   - Non ci capisco più niente!- sbuffai scompigliandomi i capelli.                   - Potrebbe essere un fantasma.-        - Non lo so, non ne sono sicura.-       - O una presenza.-                               - Eve, era in carne ed ossa...-             - Rebecca, niente é impossibile.-    La nonna mi chiamò dal piano di sotto.                                                      - Devo andare. Esco con le ragazze.-  - Ok, divertiti. E comunque come va con quel Jared? Fate scintille?-          - Eve, fanculo!- Le riattaccai in faccia ridendo. Oh,...la cara e vecchia Eve Williams.                           Mi ero messa una maglietta a maniche lunghe blu, con un paio di leggins neri. Alla vita, indossavo una cintura colorata. Come al solito ero truccata leggermente e con i capelli acconciati in una coda di cavallo. Mi infilai al volo degli stivaletti e afferrai il giubbotto in pelle nera. Scesi le scale come un razzo e scoprii...che nessuno aveva ancora bussato.         - Nonna!-       - Tesoro, stanno per arrivare. Ora.-  Lo squillo del campanello mi fece sussultare.       La nonna sorrise e mi accarezzò la guancia con fare materno. Gli occhi verde-azzurro erano luminosi.            -Quanto vorrei avere la tua preveggenza.- sospirai mettendo il finto broncio.                                  Ester si diresse verso la porta:           - Becky, ognuno ha le proprie qualità. E vedrai che scoprirai il tuo talento anche tu.-

Sulla soglia, c'era Blake. Uscii e ci abbracciamo. - Buonasera, signora Salvatore.-                                          La nonna rise:- Chiamami pure Ester, cara. Allora a più tardi.-           Io e Blake attraversammo il giardino. Il cielo non prometteva che pioggia. All'orizzonte, si addensavano grigi nuvoloni. Nell'aria, spirava odore di umido.                                                    - Cosa facciamo oggi? É pur sempre domenica.- dissi curiosa.             Blake mi fece l'occhiolino:                   - Facciamo una piccola spedizione con i ragazzi.-                                       - Eh?-                                                    - Ci incontriamo in una vecchia scuola appena fuori Black Haven. A quanto pare, ci sono delle cosette interessanti di cui gli Hunter dovrebbero discutere.-                         - E che c'entro io con voi?-                 - Che tu lo voglia o no, sei alleata degli Hunter.- Lei mi puntò addosso gli occhi color zaffiro.- Non replicare. - Ehm,...Ok?-

La Darlight Secondary School era abbandonata da non so quanti anni. Già all'entrata, la strada piena di buche e i pioppi completamente spogli non promettevano niente di buono. Blake aprì il cancello arrugginito. Il suo cigolio mi perforò le orecchie. La scuola era in fondo a un sentiero ghiaioso. I muri grigi e scrostati, il tetto un tempo rosso e il giardino incolto sembravano lo scenario di un film horror. Nonostante le innumerevoli finestre aperte, il luogo sembrava oscuro e terribilmente desolato. Gli alberi stendevano i loro scheletrici rami al cielo pumbleo del pomeriggio. Quel luogo mi ricordava la signora Deveraux.                                        Blake spalancò il portone d'ingresso con un cenno. - Vieni. Sono al piano di sopra.-                                            Le pareti interne anche se ancora bianche erano spoglie, il pavimento sporco. Diversamente da quello che mi aspettavo non c'erano banchi, cattedre, oggetti ammucchiati per terra. Non c'erano porte, tende o sedie rovasciate. Tutto era vuoto e silenzioso. La Darlight School era stata danneggiata da un violento terremoto negli anni Novanta. Alcuni ragazzi erano rimasti feriti nel corso del disastro, per questo era stata chiusa. Per fortuna, nessuno vi era morto. O almeno, nessuno che conoscessi.      

Blake ed io giungemmo al secondo piano. Ora era udibile un gran chiacchiericcio. In quella che un tempo doveva essere stata la presidenza, un gruppo di ragazzi discuteva animatamente. Dave, Nathan, Adrian, Meredith, una sconosciuta, uno sconosciuto e... Inghiottii. Jared.                                    -Ciao, ragazze. Bene arrivate.- Adrian sorrise.                                       - Chi é lei?- chiese la ragazza sconosciuta infastidita. Se non fossi stata loro ospite, le avrei certamente risposto male.                                       Jared rispose fissando la ragazza:     - Rebecca é la nostra nuova alleata, Hayne.-                                                  Hayne inclinò la testa. I capelli scuri con la meches rossa le ricaddero sulla fronte. I suoi occhi erano color ghiaccio. - Bene.- disse freddamente. - Benvenuta.-               Che antipatica! Non é colpa mia, se sono una loro alleata. Lo dicono loro! Il ragazzo silenzioso invece annui: - Benvenuta, Rebecca.-            Aveva i capelli neri lunghi appena, in corrispondenza delle spalle, neri e occhi verdi smeraldo. Sono gli stessi di Meredith! Quello allora é suo fratello!  

- Come stava dicendo Nevril, benevenuta, ma ora basta!- si intromise Hayne impaziente.               - Hayne...- Meredith guardò la compagna con rimprovero.                - Parlate pure, ma se sono di peso me ne vado.- osservai Hayne senza batter ciglio.                                      Nathan si schiarì la voce imbarazzato: - Il preside ha detto se possiamo tener d'occhio la zona per un po'. Siamo tra i più esperti della scuola, quindi...-                                    - Tranne questa qui.- puntualizzò Hayne indicandomi.                           Dave incrociò le braccia:- Sputa il rospo! Avanti!-                                       - ...dovremo fare lavori extra.-             Dave serrò la mascella: - Lo sapevo che l'avrebbero chiesto!-                     - Dave, calmati!- Blake si mise a braccia conserte.                                  - Calmarmi? Ma se...-                         - Blake, ha ragione. Non possiamo tirarci indietro.- la voce di Jared mi fece balzare il cuore in petto.               - Tu la fai facile nipotino della vicepreside!- lo canzonò Dave infuriato. Nipotino della vicepreside? - Io la penso come Jared. É un nostro dovere.- affermò Adrian mentre Blake si stringeva a lui.         - Io non sono d'accordo con Jared, invece. Sarai anche il cocchino della Lockwood, ma sei un cretino che segue le orme del papino.- Meredith si portò una mano sulle labbra. A me gelò il respiro.                               Jared si mise davanti a lui. - Prova a ripetere quello che hai detto.- I suoi occhi color notte erano innaturalmente espressivi.                  - Ragazzi, ora basta!- disse Nevril duramente.                                    Jared tornò al suo posto, ma sia lui che Dave si guardavano in cagnesco. Dubito che siate proprio amici per la pelle.

- Troviamo un compromesso.- propose Blake.                                      - Domanda: di che tipo?- Nathan fece spallucce.                             Nevril si avviò verso l'uscita: - Me ne vado.-                                        Meredith lo guardò contrariata:           -Cosa?-                                                  - Ho altre cose da fare che discutere sul combattere o no.- Fece un cenno verso Jared. - Non mi tirerò indietro davanti a niente.-                                  Dopodiché sparì.      

- Qualcuno ha un'altra idea? Perché secondo me, dovremmo discutere di un altro problema.- Adrian si passò una mano tra i capelli. - Il professor Cole ha rintracciato diverse auree provenire da questo edificio. Il problema é che qualcuno vuole i manoscritti su alcuni incantesimi conservati nella nostra biblioteca. E quel qualcuno non é una persona comune.-                                      Rischiai di strozzarmi. Oh, merda.       - Sono incantesimi sul tempo, credo e se cadessero in mani sbagliate...- L'esito era molto prevedibile. Mi schiarii la voce e provai a respirare.    Jared ruppe il silenzio: - Dobbiamo controllare l'accademia. Aumentare la guardia.-                                       

Black Fate Haven AccademyDonde viven las historias. Descúbrelo ahora