Flashback

1.3K 86 2
                                    

Meredith si ravvivò i capelli rossi. Erano di una tonalità così intensa, che quasi quasi dovevi metterti gli occhiali per guardarla. Erano mossi e lunghi fino alla vita. La sua pelle così chiara la faceva sembrare fragile come di porcellana, ma bastava soffermare lo sguardo sui vividi occhi verde smeraldo per capire il contrario. Era attraente, affascinante, forte. Tutto ciò che io non sarei mai stata. Portava gli orecchini con il pendenti dorati a forma di gufo, che rilucevano alla malinconica luce del sole morente. L'autunno stava arrivando e con lui la pioggia, il vento e una quantità infinita di colori accesi. Meredith indossava un vestito lungo fino alle cosce color crema stretto in vita da una cintura di paillet e un paio di fuseaux blu scuro. Si vestiva estremamente bene. Non potei fare a meno di guardare con un sospiro i miei fuseaux neri, la mia maglietta a maniche lunghe viola scuro e la felpa scura che vi indossavo sopra oltre agli stivaletti. Niente di speciale, anche se mia madre si lamentava del fatto che quella maglia e quei fuseaux erano troppo aderenti. Secondo me, aveva le allucinazioni. Improvvisamente, Meredith richiamò la mia attenzione.

- Ciao, ragazzi! Come va?- Mi voltai. Adrian, Nathan e Blake venivano nella nostra direzione. Mi accorsi con tristezza che Jared non c'era. Blake si aggiustò la camicetta sbuffando: - Non prenderò mai più una spada in mano, dovesse essere l'unica volta che vivo.-

- Perché quante volte credi di vivere? - l'apostrofò Meredith con aria saputella.

- Sono affari miei.- replicò Blake seccata.

- Piuttosto dov'è mio fratello?- chiese Meredith.

- Dovresti saperlo, che Nevril fa di testa sua.- disse Adrian avvolgendo le spalle di Blake con fare protettivo.

- No, non sappiamo dove sia.- concluse Nathan.

Nevril e Meredith Brooke avevano gli stessi genitori, lo stesso giorno di nascita, gli stessi occhi verdi e lo stesso potere. Per il resto, le somiglianze finivano qui. Meredith era estroversa, civettuola, creativa, amava lo shopping ed era una vera esperta con i ragazzi. Nevril era affascinante, sfuggente, simpatico quando voleva, arrogante, tenebroso. Direi che più diversi di così...

- E gli altri?- domandai impulsivamente.

- Dave e Jared sono in ricognizione fuori Black Haven e Aisha è con loro.- rispose serenamente Adrian.

-In...ricognizione?- balbettai, mentre mi gelava il sangue nelle vene.

- Sì, sono quelli gli extra che il preside ha chiesto ai vari gruppi. In particolare, Hunter e Losthaven.- sospirò Nathan. Nessuno sembrava alquanto turbato. Ora ero in pensiero per Jared e gli altri. Cosa diavolo ci facevano fuori sul far della sera? Per controllare chi? Stavo per chiederlo, quando una voce mi bloccò.

- Ciao, ragazzi! E guarda chi c'è la novellina.- lei si fermò a un metro da me squadrandomi come al suo solito.

- E' un piacere rivederti, Hayne.- dissi stampandomi un sorriso finto sulle labbra. Serrai la mascella.

- Allora, cosa avete scelto?- Nathan come al solito cercò di rompere l'atmosfera carica di tensione.

-Io e Rebecca volevamo provare il tiro con l'arco.- disse Meredith indicando i bersagli nella radura e i ragazzi radunavitisi.

- Noi, combattimento con spada. E devo dire che mi è piaciuto.- aggiunse Adrian. Blake lo guardò indispettita: - Gia' visto che questo idiota è riuscito a sottrarmi l'arma. Solo perché sei più grosso di me.-

Adrian stava per rispondere divertito, quando Hayne intervenne: - Sei davvero sicura di voler provare, Salvatore? Non vorrei che tu facessi figuracce.-

Strinsi i pugni: - Sì, per tua sfortuna.-

- Per mia sfortuna? Perché cosa saresti in grado di fare? Entrare nel mio cervello?- Hayne scoppiò a ridere.

- So fare molte più cose di quante non credi.- replicai, per poi mordermi la lingua.

- Bene, allora dimostramelo.- i suoi occhi color ghiaccio rilucevano di sfida. Dopodiché si girò verso uno dei bersagli. Nella sua mano sinistra, comparve un arco di legno lavorato finemente e una freccia con piume scarlatte nell'altra. In pochi attimi, prese la mira e la scoccò. La freccia si conficcò perfettamente nel centro, dipinto di giallo. Quel colpo attirò l'attenzione di qualche studente, che però tornò presto al suo lavoro. Si vede che c'erano abituati.

- Provaci tu.- affermò lei impassibile. Come se centrare un bersaglio al primo tiro e da una distanza maggiore rispetto a quella usuale, fosse assolutamente normale. Non ci sarei mai riuscita. Era troppo lontano e io ero troppo debole, stanca e fuori allenamento...

- Finiamola con questa pagliacciata! Hayne basta!- sbottò Adrian avvicinandosi alla compagna.

- Basta? BASTA?!!!! Questa arriva dopo un giorno e già la fate nostra alleata? Una nullità che si crede di essere chissà chi solo perché è una Salvatore?-

Persi il controllo. Di nuovo. La rabbia mi investì come una folata ardente. Optai per spaccarle subito la faccia, ma cambiai idea. Il mio respiro era veloce e il calore che percepivo aumentava di intensità. Il sangue pulsava con forza nelle vene. Voleva vedere cosa era in grado di fare una Salvatore? Beh, l'avrebbe visto.

- Nathan, dammi l'arco.-

Nathan aveva raccolto l'arma creata da Hayne da terra, quando lei ce l'aveva scaraventata. - Rebecca, ma non...-

-Nathan, per favore. L'arco.- dissi decisa. Il mio tono di voce era irrequivocabile. Nathan mi mise tra le mani l'arma.

Così mentre gli altri erano troppo presi dalla discussione scoppiata tra Hayne e Adrian, mi concentrai. Nel mio palmo, feci apparire una freccia. La punta era nera e lucente come la mia rabbia. La rabbia contro un mondo ostile e superficiale. Tesi la corda e presi la mira, facendo fluire l'energia dentro di me. Al diavolo tutto, ancora una volta. Ignorai il mondo fuori e mi lasciai guidare dall'istinto. Da bambina, mi esercitavo al tiro con l'arco in Italia con gli zii. Il giardino frondoso e il vigneto sulla collina costituivano un nascondiglio perfetto. Mio zio era un ottimo nsegnante e avevo imparato in fretta. Mi ricordo ancora quando mia nonna era venuta con me all'allenamento. Aveva voluto lei stessa insegnarmi qualche passo fondamentale. " Sei unica, Becky. Ascolta il tuo cuore, le tue emozioni. Sconfiggi i nemici. " diceva posizionando le mie braccia in modo corretto. "Ascolta l'eco del tuo passato, l'istinto..."

- E scocca la freccia fatale.- sussurai. La freccia partì con un sibilo, a velocità inaudita. Tagliò esattamente a metà la freccia di Hayne e colpi' il bersaglio, esattamente al centro. Ora tutti gli sguardi dei presenti erano fissi su di me. Alzai la testa indifferente, sicura di me. Ridiedi l'arco e la freccia ad un Nathan senza parole. Hayne era ad occhi sgranati. Adrian, Meredith e Blake erano stupiti. Tutti erano rimasti a bocca aperta, in definitiva.

- Ora hai visto quello di cui sono capace.-

Passandole accanto, poi le sussurrai in modo che almeno i suoi quattro compagni potessero udire:- E finiscila con questo cazzo di comportamento. -

Me ne andai a testa alta senza dire niente. Improvvisamente, Clarisse mi si parò davanti arrabbiata: - Ma chi ti credi di essere?...-

- Io sono Rebecca Salvatore e sono una strega di questa scuola.- la interruppi sorpassandola semplicemente. Come si fa con una buca.

Allontanatami dalla radura, mi girai percependo un formicolio dietro la nuca. Jared era tra gli alberi e mi guardava in modo indecifrabile. I suoi occhi si incatenarono ai miei. Avvampai e mi voltai indietro, riprendendo a camminare

Black Fate Haven AccademyUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum