Capitolo X (seconda parte)

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Cercavo di concentrarmi sulle fitte righe di parole del libro di storia, ma al posto di pagine bianche vedevo capelli neri e occhi color nocciola. Se avessi saputo che andare in biblioteca avrebbe comportato il mio esaurimento nervoso, non ci sarei andata. Erano passati 7 giorni dalla mia entrata in accademia e i giorni si susseguivano freneticamente. Alla scuola, arrivavano sempre più studenti e più professori. Ora il dormitorio non era più così vuoto. Lezioni teoriche della Deveraux sugli elementi si sommavano a quelle di storia, letteratura e latino del professor Cole. Avevo imparato a conoscere meglio le altre ragazze e avevo chiacchierato un poco con gli Hunter. Solo un poco. Purtroppo non avevo più incrociato Jared. Tutti dicevano che era solo questione di qualche giorno, poi i corsi e le classi sarebbero divenute ordinate. Anche di Clarisse nessuna notizia e neanche di Dave. Mi sa che li avevo direttamente bruciati. Almeno per un po'. Quando la nonna mi aveva chiesto se avevo fatto incontri interessanti, avevo fatto spallucce:   - Niente di particolare...-                   Oh certo, niente di particolare...no ho solo incontrato un ragazzi fighissimi, in particolare uno da bava alla bocca...no, devo dire che la scuola mi ha deluso.                                      Molti ancora mi fissavano interessati e non, ma ci avevo fatto l'abitudine. Insomma ero felice, mi stavo ambientando nonostante qualche commento...ed ecco che ora rischiavo di svenire in biblioteca e venivo colta da vuoti di memoria.      Accidenti!

Voltai irritata la pagina in pergamena, osservando un cavaliere in armatura che galoppava muovendosi sul suo fedele destriero. Poco mi importava delle persecuzioni di streghe nel Medioevo! Volevo sapere chi era quella ragazza, perché quel mal di testa improvviso era peggiorato in sua presenza, perché percepivo un vago senza di angoscia e perché io l'avevo già incontrata da qualche parte. Grrrrrrrrrrrrrrr. Possibile che di tutto l'intero universo proprio io? Non avevo abbastanza problemi? Per esempio, una madre con cui non avevo nessuna voglia di parlare e che mi aveva cacciato di casa? Il peso di una discendenza ambigua? Il fatto che non avessi un padre?

Ero letteralmente infuriata. Recarsi in biblioteca dell'accademia poco prima dell'inizio delle lezioni, era stata una pessima idea. Ed ora ero in cortile su una panchina all'ombra provando a studiare. Mentre le altre erano in mensa, io avevo cercato refrigerio nell'aria fresca come sempre senza risultato. Non avevo fame, provavo solo angoscia e rabbia. Un mix veramente distruttivo. Già a lezione ero distratta e  adesso, ero benissimo tentata di fare a pezzi qualcuno.

A chi passeggiava nel giardino, sembravo una normale studente che leggeva seria. Se solo avessero saputo che stavo fingendo...

- A quanto vedo, non sono l'unico a cui no piacciono i luoghi affollati.-

Quella voce...il cuore mi perse parecchi battiti, per poi riprendere a rullare come un tamburo. Sollevai la testa e vidi davanti a me Jared. I miei occhi indugiarono sui suoi color notte. La mia rabbia evaporò all'istante. - Ehm,...ciao...- dissi provando a non fissare il fisico da urlo sotto la maglietta grigia.             - Posso sedermi?- La sua voce era terribilmente sexy. Cioé aveva parlato normalmente, ma quel timbro profondo e un poco roco mi faceva impazzire. Stupidi ormoni!

Una scossa elettrica mi bloccó. É ufficiale, soffro di palpitazioni.            - Ma certo!- esclamai sorridendo. Non so, se per non passare da scema o perché lo volevo davvero.

Jared si sedette al mio fianco e la panchina mi parve improvvisamente troppo piccola. - Allora,...non ti piacciono i posti troppo...pieni?- chiesi cercando di attaccare bottone e non dire cose sconnesse.                  - Troppa confusione e troppo chiasso non fanno per me.- rispose lui tranquillo.- Preferisco i luoghi più appartati.-                                             Chissà a cosa si riferiva...                    - Sai ho saputo di quello che é successo con Dave...-                          - COSA?- domandai attonita.              Lui studiò la mia espressione. I suoi lineamenti erano la cosa più bella da osservare, specialmente se rideva:   - No, dicevo che sei stata davvero grande con lui. Era da tempo che qualcuno doveva dargli una ripassata.-                                            - Me lo hanno detto in molti, ma perché?-                                                 - Era troppo orgoglioso. Dave é un tipo simpatico, ma dovrebbe essere meno pieno di sé.-                                                            Ah già, é un tuo amico.                         - Inoltre, ho sentito che hai stupito la Deveraux lunedì...-                           Merda!!!! Perché la gente non sta zitta?                                                     - Le voci corrono in fretta eh?- commentai imbarazzata. La sola vicinanza di quel ragazzo mi faceva farneticare.                                          Jared si fece serio: - Ti danno molto fastidio, vero?-                                      - Cosa?-                                                -  Le persone che sparlano, perché sono gelose. Ricorrono a metodi meschini per offendere il diretto    interessato.-                                       Le sue parole mi colpirono duramente. Aveva la mascella contratta e la sua espressione dura, faceva trapelare molti più pensieri di quanti ne volesse esprimere.      Jared continuò: - Trovo che sia veramente da cretini tradire alle spalle chi si fida di te. Perché é pur sempre un tradimento. E ora hanno cominciato anche con ragazze innocenti, che non c'entrano nulla in tutto questo casino.-                           Si riferiva a me. Avvampai e mi sentii sciogliere.                                  - Quale casino?- chiesi con il cuore in gola.                                                 Lui non ascoltò la mia domanda:      - E hanno fatto così anche con te.-

- Di cosa stai parlando?- esclamai esasperata.                                          Lui sorrise scuotendo lentamente la testa: - Niente, lascia stare.-               Il silenzio calò tra di noi. Il ragazzo più figo della scuola era seduto con me e per lui non ero una nullità. Notizia buona.

- Hai ragione. Tutti credono che io debba essere perfettina, opportunista e brava nella magia solo perché sono una Salvatore.-      - Per me non é così. Io penso che tu sia una ragazza speciale dalle doti straordinarie. Devi solo imparare a mostrarle.- Il suo sguardo era fisso nel mio. Le sue labbra un dolce invito. Possibile che mi piaccia così tanto?                                                     Suonò la campana dell'una. Dovevo tornare in classe.                                 - Mi sa che devo andare...-                Mi alzai e mentre stavo per voltarmi, un improvviso capogiro mi fece inciampare. Ma Jared arrivò prima che toccassi terra, prendendomi tra le sue braccia. Trattenni il respiro. I nostri visi erano molto, molto vicini. Lui mi aiutò a rimettermi su e le sue dita trasmisero un benefico calore. Sembrava quasi... Il suo tocco era fatalmente, terribilmente persuasivo. Raccolsi il mio libro, mentre un nuovo capogiro mi fece portare le dita alle tempie.                                    - Rebecca, stai bene?- Il suo tono preoccupato e il modo carezzevole in cui aveva pronunciato il mio nome, mi avrebbero fatto gongolare se non fossi stata occupata con altro.                                                      - Sì, sì. Allora a domani!- sorrisi cercando di svignarmela.                    Lui mi fissò divertito: - Non vorrai mica scaricarmi come Dave, vero, Rebecca?-                                              Avvampai di nuovo. Dio. : - No, stai tranquillo.-            

Dopodiché ripercorsi il vialetto allontanandomi da Jared. Ma che mi prende!!! Io sono pazza, sono pazza sia con lui e con il mondo!                  Di nuovo i brividi. Ma bastò poco per capire il mio malessere: la ragazza misteriosa era appena entrata dentro la scuola.

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