Afraid

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CAPITOLO QUATTRO:. IL CORAGGIO E IL DOLORE

Girammo un po’ a caso, poi capimmo di essere arrivati a Cassino. Cercammo tracce di vita umana, ma con scarsi risultati, in meno di tre settimane tutto era già stato distrutto. Prima di rimetterci in cammino decidemmo di cercarci un riparo, non fu per niente facile anche perché più andavamo verso il centro del paese, più aumentavano le probabilità di incontrare degli infetti. Durante il cammino stabilimmo di rifugiarci in qualche casa più vicina possibile alla prossima autostrada. Spesso ci fermavamo anche in negozi d'abbigliamento, anche se avevamo delle regole: vestire sportivi con scarpe ginniche, in modo tale da essere più veloci durante le fughe. Mentre gli altri sceglievano i panni da prendere io presi mio cugino e lo portai in un negozio di giocattoli, infondo tutti i bambini devono godersi l'infanzia ed io non avrei mai permesso che un branco di non morti avrebbe rovinato quella di mio cugino Gennaro. Fui sorpreso dal fatto di non aver incontrato nessuno zombie, cosi potemmo permetterci di fermarci in un ristorante e mangiare finalmente qualcosa di migliore, mia sorella con l'aiuto di Jasmine cucinarono davvero un buon pranzo. Dopo mangiato stemmo ancora un po’ seduti a tavola a parlare del passato... Ognuno di noi aveva perso le persone che amava. I nostri volti erano cosi... scuri, tristi. Pian piano partendo da mia sorella iniziarono a piangere tutti. Avevo voglia di farlo anch’io, ma dovevamo rimanere concentrati e non deprimerci. Quindi decisi di rompere questo silenzio seguito da un sottofondo di pianto con una battuta nell'intento di sdrammatizzare. Ci alzammo finalmente da tavola e mentre noi maschi preparavamo le ultime cose per andare via, mia sorella e Jasmine andarono in bagno. Pochi attimi e sentimmo un trambusto seguito da delle urla. Corsi subito in bagno, vidi uno zombie che stava per mordere Jasmine, lo afferrai e lo riempii di pugni per poi sbatterlo ripetutamente con la testa nella porta del bagno. Mi girai e mi accorsi che mia sorella era a terra, con una ferita da morso sulla gamba. Jasmine mi spiegò che lo zombie era uscito strisciando dal bagno, afferrando la gamba di Susy per poi alzarsi e attaccare. Scoppiai in lacrime e l'abbracciai fortissimo. Sapevamo entrambi che ormai non potevamo fare nulla, più di poter evitare di farle perdere tanto sangue. Eppure continuavamo a rassicurarci tra di noi, le ripetevo che sarebbe passato tutto e lei mi sorrideva e annuiva. Dopo vari minuti che stemmo abbracciati, Susy mi strinse forte... e diede un urlo di dolore, a quanto pare il "veleno" stava iniziando ad avere effetto. Sottovoce mi disse:-Fallo! Fallo ora, o dopo potrebbe essere più difficile.- Non ci credevo, l'aveva detto, la strinsi forte e piansi come non mai... Avevo paura, iniziò ad avere delle convulsioni, dovevo farlo. La strinsi forte e le spezzai il collo…in lacrime. Dopo ci fu solo silenzio, mi stesi a terra e continuai a piangere per non so quanto tempo.

Vista la durata dei capitoli, sto pensando di pubblicarne due al giorno, grazie ancora!

AFRAIDWhere stories live. Discover now