Afraid

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CAPITOLO NOVE: STAI ATTENTO LORENZO.

Ci mettemmo trenta minuti credo ad arrivare a Terni senz’auto. Appena arrivati, Donato, Lorenzo, mio cugino ed io corremmo verso lo stadio della Ternana, prendemmo uno dei tanti palloni che c’erano lì vicino le panchine, e ci mettemmo a giocare. Jasmine e Giorgia, non credevano a quello che vedevano, tre ragazzini che si fanno distrarre da un pallone durante la fine del mondo. Non giocammo per molto, dovevamo andare a pranzare, si erano fatte le quattro del pomeriggio ed eravamo ancora a digiuno. Durante il tragitto, ci accorgemmo che i palazzi erano molto vecchi e simili a castelli, anche se molti erano stati distrutti. Mio cugino che di solito camminava vicino a me dandomi la mano, a un certo punto me la lasciò, e andò a raccogliere qualcosa per poi portarmela da me: -Armando, guarda qui cosa ho trovato!- Era una freccia, una di quelle che si lanciano con gli archi. Non avevo idea lì come ci fosse finita, ma da quel momento in poi camminammo con più attenzione. Durante il percorso, dalle macerie emerse un morto vivente, che stava per attaccare Giorgia, non fece nemmeno in tempo ad avvicinarsi, che una freccia lo trafisse il cranio. Ci voltammo tutti di scatto verso la direzione da cui era partita la freccia, e vedemmo una ragazza con un arco: -Salve, mi chiamo Dalila, dove siete diretti?- Disse –Al nord.- rispose Lorenzo. –Bene, ottima idea. Ma se continuate ad essere così distratti non ci arriverete vivi.- Continuò lei. –Beh, si dia il caso che arriviamo da Napoli, e siamo ancora tutti…- qui Lorenzo si fermò. La ragazza capì, che durante il viaggio avevamo perso qualcuno. –Beh, sai io anche avevo degli amici, ma li ho dovuti uccidere prima che mi sbranassero, sono tre mesi che cerco di mantenere pulita la mia città. Se vi fa piacere, vi ospito a casa mia o meglio dove mi sono rifugiata per tutto questo tempo.- Ci facemmo accompagnare in questo suo rifugio, rimasi perplesso quando vidi che si trattava del famoso Palazzo Spada. Donato ed io capimmo subito che Lorenzo si era innamorato, glielo si leggeva negli occhi, era attratto da Dalila. Dalila ci raccontò che fin da piccola usava l’arco, per questo è cosi brava a maneggiarlo. Ed anche se a Lorenzo non interessava per niente usare le frecce, chiese il piacere a Dalila se potesse insegnargli ad usare l’arco. I due passarono i seguenti quattro giorni a fare pratica con l’arco, mentre Jasmine ed io cercavamo di migliorare questo nostro rapporto e magare di riuscire a superare il confine dell’amicizia. Una sera, dopo cena in cucina rimanemmo solo Jasmine, Dalila, Lorenzo ed io. -Vado ad assicurarmi che tutte le porte siano chiuse.- Disse Dalila -Ti accompagno io, se vuoi- Propose Lorenzo. Così mentre loro due andarono a controllare le porte, in cucina rimase solo Jasmine con me. Si alzò dalla sua poltrona, e si venne a mettere sul divano vicino a me. Si stese al mio fianco, e mi chiese di abbracciarla: -Army, ho paura. Non voglio morire e non voglio perderti. Promettimi che non mi lascerai mai sola.- Poi si voltò verso di me e si addormentò fra le mie braccia. Stetti tutta la notte abbracciato a lei, ora più che mai, non avrei mai lasciato che le facessero del male. La mattina dopo al risveglio, Lorenzo era agitatissimo: dovevamo partire, ma Dalila non era presente e inoltre gli zombie stavano per circondare l'edificio, erano tantissimi. Raccogliemmo le nostre cose per andare via, Lorenzo però non ne voleva proprio saperne di muoversi, voleva cercare Dalila. Donato ed io cercammo di fargli capire che era inutile, ci aveva lasciato in pasto agli infetti. Nulla, Lorenzo ci abbracciò e disse: -Vi voglio bene, ma andate voi. È tempo di agire, Dalila non ci avrebbe mai abbandonato, andrò a cercarla e la salverò.- Ci rassegnammo, e uno ad uno lo abbracciammo e lo salutammo. E mentre stavamo per uscire, gli dissi: Mi raccomando, fai attenzione Lorenzo! Ci vediamo a Milano.

Accetto qualsiasi consiglio che attuerò da dopo il capitolo 15.

AFRAIDWhere stories live. Discover now