Afraid

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CAPITOLO QUATTORDICI: LA VIA DEL RITORNO.

Dovevamo tornare a casa il più velocemente possibile, Valentina aveva bisogno di medicarsi la ferita, eravamo riusciti solamente a farsciagli il braccio, per evitare che perdesse ulteriore sangue. Anche sulla strada del ritorno incontrammo altri zombie, adesso ero da solo a lottare, quindi scelsi di eseguire una fuga strategica percorrendi vari vicoli, allungando il percorso, ma scegliendo quelli più sicuri. Entrammo in un vicolo, pieno di spazzatura, stretto e lungo. Alla fine di esso noi dovevamo svoltare a sinistra, davanti a noi c'era un non morto girato di spalle, mi avvicina furtivamente e gli conficcai il machete in petto, per poi squarciarglielo. Proseguimmo quindi la strada che portava al rifugio. -Aspette, mi fa male il braccio.- disse Valentina trattenendo le lacrime e stringendo i denti. -Va bene, ci fermeremo in quel negozio di arredamenti- le dissi indicando un negozio alla nostra destra. Entrammo, tutto sempre molto silenzioso, l'unica cosa a far rumore erano i nostri passi sul vetro sbriciolato del pavimento, mi feci un giro per controllare che non ci fosse nessuno, mentre Valentina e Luca aspettavano all'entrata. -Siamo al sicuro- dissi tornando da loro e fermandomi vicino ad uno scaffale, mi voltai nuovamente dietro e mi trovai uno zombie che mi fissava con un aria incuriosita e allo stesso tempo dormiente. Feci un paio di passi all'indietro, lentamente per evitare di farlo agitare. -Armando! Vale continua a perdere sangue!- Disse Luca urlando. Lo zombie con un movimento veloce, si drizzò di scatto, inziai a correre verso Luca e Valentina -Uscite cazzo, uscite!- Luca aiutò Valentina ad alzarsi, era stanca, molto. Uscimmo dal negozio correndo ed io e Luca quasi trascinavamo Vale. Dal rumore provocato dalle urla dello zombie,  se ne aggiunserò degli altri, erano tantissimi e si avvicinavano sempre più. Ad un tratto, Valentina si fermò, frenando anche noi. - Che cazzo fai Valentina?- dissi io -Vale, ci raggiungono disse Luca- -Andate, andate voi.- Rispose Valentina. -Non ti lascio qui- Urlò Luca incredulo. -Andate ho detto, stanno arrivando, io sono solo d'intralcio. Ti Amo Luca.- Disse piena di dolore, si voltò e con il braccio sinistro che gli era rimasto, estrasse il machete. Si gettò in quella mischia di carne putrefatta e non la vedemmo più. -Luca, Luca! Andiamo!- Gli ordinai -Mi amava, e l'ha tenuto con se per non ferire Federica. Solo ora mi rendo conto di quanto fosse bella, di quanto fossero belli i suoi capelli castano chiaro, i suoi occhi marroni, di quanto fosse dolce la sua corta statura.- Mi disse Luca, con uno sguardo perso nel vuoto. Si avvicinò a me, e con una finta di abbraccio mi rubò il machete. -Vai. Hanno preso Vale, ha fatto tanto per me. Non mi ha avuto da viva, mi avrà nell'altro mondo.- Era deciso e determinato. -Salutami Federica e gli altri.- Disse questo e scattò verso gli zombie che banchettavano con gli ormai resti di Valentina. Rimasi lì a guardarlo per pochi secondi, non fece nemmeno in tempo ad ucciderne uno, che venne atterrato ed ucciso a morsi. Mi voltai, ero deluso da me stesso, avevo permesso a due ragazzi di suicidarsi. Diedi un ultimo sguardo dietro, e vidi gli zombie continuare a mangiare, avevo ancora un pò di tempo per tornare al rifugio prima che quei cosi tornassero a correre. Mi feci coraggio e continuai il percorso per la strada del ritorno. Corsi il più velocemente possibile, cercando di evitare quanti più zombie possibili, ma non fu facile seminarli tutti, alcuni mi vedevano e dovevo cercare poi di seminarli. Ne ricordo uno in particolare, molto caparbio, e molto veloce. Mi segui per un grande tratto del tragitto, così per non portarmelo al rifugio, intraprisi strade diverse. Correndo da viale in viale, saltando bidoni e evitando vari ostacoli che si erano formati con alcune delle macerie. Ma quel dannato Zombie, sembrava capire cosa evitare, senza andare mai a sbattere da nessuna parte, forte e veloce. La mia prima ipotesi era che fosse un neo zombie, ma no, era tutto sbrandellato, si vedeva che era vecchio, quel zombie era diverso. Svoltai nuovamente vicolo, si avvicinava sempre più. Notai che c'era una porta di un palazzo aperta, entrai li dentro, salii le scale di corsa nell'intento di raggiungere il tetto. Con estrema agilità l'infetto, saltava due, tre scale alla volta. Raggiunsi il terrazzo due secondi prima che lui riuscisse a toccarmi e lo chiusi con un braccio nella porta. Lo zombie, si tirò il braccio e mi permise di chiuderla. Sospirai - Cazzo, che ci è volut...- non riuscii nemmeno a finire la frase che venni scaraventato a terra con tutta la porta, che mi finì addosso. A dividere i suoi denti da me, c'era solo una porta, dovevo trovare un modo per liberarmi, ma era davvero pesantissimo. Nell'intento di spingere via lui e la porta, che mi stavano schiacciando, lui si alzò e lanciò l'oggetto metallico giu dal palazzo, era davvero forte, ed io terrorizzato. Mi afferrò e mi lanciò contro la parete dove prima era fissata la porta, che dolore. Si stava avvicinando, ma in modo lento, non avevo idea di come fuggirmene, così mi alzai, e mi guardai intorno, mi era rimasta soo una cosa da fare...Iniziai a correre, verso il muretto che circondava il terrazzo, non sapevo se c'è l'avrei fatta, con un balzò misi una gamba su di esso e con un altro salto cercai di raggiungere il palazzo lì vicino. Non so quanti metri erano. Caddi nel vuoto, chiusi gli occhi, e mi affidai alla sorte.

Si, è vero: Sono super inattivo. La veritá è che ho scritto fino al quindicesimo capitolo, quindi il prossimo. Ma non ho voglia di pubblicarlo fin quando non avrò altre idee. E come se tutta la mia immaginazione fosse finita. Chiedo scuaa a quei pochi, pochissimi lettori che ancora leggono il mio libro.

Grazie.

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⏰ Last updated: Dec 12, 2018 ⏰

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