Afraid

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CAPITOLO SETTE: ROMA NON SOLO ZOMBIE, MA ANCHE IL GUSTO DELLA VENDETTA

Giorgia ci disse che Nello aveva un Hummer, su cui aveva aggiunto un arieta d'acciaio ed era riuscito a liberare l'autostrada. Donato si offri lui per portare l'auto , era molto spaziosa come macchina quindi, anche in sette con i bambini nel cofano andammo molto bene. Ci impiegammo un’ora e mezza ad arrivare a Roma, che città stupenda. Il Colosseo era ancora intatto, quindi lo andammo a visitare. A Roma c'erano molti sopravvissuti, ma nessuno di loro voleva andarsene via. Prendemmo una decisione collettiva di stabilirci li per un po’. Donato e Giorgia ormai erano ufficialmente fidanzati, Lorenzo invece si divertiva a passare il tempo con una ragazza che possedeva la casa vicino al nostro rifugio. Fra me e Jasmine c'era incomprensione, spesso eravamo così uguali, mentre a volte eravamo molto scontrosi. Il tempo a Roma trascorse velocemente, quasi non ci rendemmo conto di essere li da ben quattro mesi. Erano molto organizzate le persone di quel posto, non permettevano agli infetti di entrare, controllavano una buona parte di Roma ma non tutta. Le sere si passavano in piazza, tutti insieme. In quell'arco di tempo andammo a vedere il Tevere, non fu possibile andare ad ammirare la fontana di Trevi, per il semplice motivo che era stata distrutta. Anche il Palazzo Chigi era crollato, una signora mi disse che fu attaccato dai protestanti durante la prima invasione degli zombie. Il mercato era sotto il controllo di un’organizzazione che si faceva chiamare "La Folcre". Onestamente non so che significato avesse, ma potevi acquistare solo da loro e vendere solo a loro, quindi fu scontata la nascita del contrabbando. Le cose però cambiarono quando un giorno la Folcre, per saldare il debito che Donato aveva con loro, rapirono sua sorella Rosaria, chiedendo il triplo della cifra che Donato doveva restituire. Inutile dire che quello spilungone di Donato per quanto coraggioso, cadde nel panico. Eravamo tutti in ansia, pagare non era possibile quindi invogliammo tutti a protestare contro questo sistema. Il capo Elia, non la prese molto bene, e per far capire quanto fosse devastante il suo potere, fucilò cinque persone fuori al Colosseo, fra quelle persone c'era anche Rosaria. Quella povera bambina fu uccisa con un colpo in testa, senza pietà. Donato tra la folla, si fece spazio e arrivò davanti agli occhi di Elia, dove con tono arrogante gli promise che gliel'avrebbe fatta pagare. La reazione di Elia fu una semplice risata. Ma quel gesto di Donato ormai aveva fatto scattare la scintilla della rivoluzione al "sistema". Tornammo a casa nostra, e giorno dopo giorno, l'odio che c'era nel cuore di Donato, nel cuore di tutti noi, cresceva. Raccogliemmo quante più armi possibili, il giorno della vendetta era arrivato. Tantissime persone assecondarono la nostra scelta, e tante altre si rifugiarono per la paura di morire. Ci fu un vero e proprio scontro in quella Roma fatta da contrabbandieri e sostenitori della pace, quelli che volevano solo continuare a vivere bene. La Folcre era potente, ma con astuzia io, Donato e Lorenzo riuscimmo spesso ad uccidere e a sopravvivere. Il nostro obiettivo era Elia, che abitava in un rifugio costruito nel Colosseo. Non avrei mai creduto che noi tre potessimo essere così bravi con le armi da fuoco. Facemmo fuori le guardie con dei coltelli usando Lorenzo come finto ferito per fare da esca. Entrammo nel Colosseo, affrontammo uno scontro a fuoco, dove ne uscimmo vincitori. Donato si diresse verso la stanza di Elia, che lo stava aspettando, sapeva che era finita. Donato lo riempì di pugni e prima di ucciderlo gli disse: -Il gusto della vendetta è amaro, ma non tanto amaro da coprire quello della perdita di mia sorella.- Uscimmo dalla stanza, e sentimmo lo sparo. Donato usci dalla stanza con le lacrime agli occhi, lo abbracciammo forte. Anche Lorenzo ed io avevamo perso le nostre sorelle, sapevamo cosa si provasse. Tornammo a casa da Jasmine, Giorgia e mio cugino. Donato ci chiese di lasciare Roma, non voleva più rimanere qui, aveva odiato questo posto e poi ricordò a tutti la motivazione del nostro viaggio. La vendetta di Donato permise ai sostenitori della pace di abbattere il sistema e fece capire a noi, che i nemici non sono solo zombie.

Rimgrazio ancora una volta tutti voi che leggete questa sottospecie di libro! Grazie per le visualizzazioni.

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