Afraid

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CAPITOLO UNDICI: CI PRENDIAMO UNA PAUSA?

Quando quel lunghissimo bacio terminò, mi sentii rinascere, dentro di me succedeva qualcosa che non so descrivere e dopo tantissimo tempo era un qualcosa di bello. Adesso sì, avevo di nuovo un motivo per continuare a sopravvivere, Jasmine e Gennaro erano riusciti a ridarmi quello che mi mancava, amore, affetto, ma soprattutto…speranza. Continuammo a girare per la fabbrica, un po’ per controllare se c’erano degli infetti, e un po’ anche per ammirarla. Era un posto magnifico, magico. Mi sembrava di essere nel film “La fabbrica di cioccolato”, quella di Willy Wonka. Per tutto il resto del giro della fabbrica, Jasmine ed io, camminammo tenendoci per mano, era magnifico, finalmente Jasmine era mia, la mia ragazza. Sapete, quando non vi rimane più nulla, anche le più piccole cose, i più piccoli gesti hanno un valore immenso e riescono a trasmettervi emozioni uniche, come una carezza, una stretta di mano, un abbraccio, un bacio. Adoravo accarezzare i suoi capelli, spostarli dietro il suo orecchio e poi baciarla. Le sue labbra, i suoi occhi, le sue mani, tutto di lei era magnifico. Uscimmo tutti insieme dalla fabbrica, e continuammo il nostro giro per Perugia, visitammo la Fontana Maggiore, la Cattedrale di San Lorenzo e tante altre strutture. Perugia era stupenda, quindi decidemmo di interrompere temporaneamente il nostro viaggio e di stabilirci lì, per un paio di settimane. Cercammo qualche rifugio che stesse al centro della città, in modo tale d’avere tutti i tipi di negozi che ci potessero essere utili il più vicino possibile a noi. Trovammo una bella villa, circondata da un mini-market, un negozio d’abbigliamento e una farmacia. Cosa si poteva desiderare di più? Prima però, dovevamo accertarci che fosse sicuro e privo d’infetti. Entrammo, sfilammo ognuno di noi la propria arma e iniziammo a girare per l’appartamento. –Libero in cucina- Urlò Giorgia. –Anche il bagno- disse Donato. –Nel salone c’è qualcuno- Correndo da me disse Jasmine. Andai nel salone, un infetto, ciondolava dietro al divano, sembrava quasi che stesse dormendo, quindi mi avvicinai lentamente in modo silenzioso a lui, per poi afferrarlo e gli spezzai il collo. Restava ancora il piano di sopra da controllare, nel quale ci dovevano essere le stanze da letto, certo che chi abitava qui, doveva stare proprio bene economicamente. Salimmo solo io e Donato, ci accertammo che fossero sicure. Scendemmo e tutti insieme, scegliemmo la disposizione delle stanze. Donato e Giorgia presero la camera da letto, in quella dei bambini, Gennaro preferì non andare, non si sentiva sicuro quindi dormimmo io, lui e Jasmine nella camera degli ospiti. Erano circa sette o otto mesi che eravamo in viaggio, e il cammino era ancora lungo, molto lungo. Quella sera Jasmine e io dormimmo vicini, fu stupendo averla fra le mie braccia, l’unica cosa che desideravo ora e che quel momento potesse non finire mai. Ma non fu così, la mattina dopo quando mi svegliai, lei si era già alzata e sul suo cuscino, c’era solo un fogliettino: “Mi sono alzata presto questa mattina, per andare a fare la spesa al market qui vicino.” Ero spaventato, mi alzai di fretta, e uscii di corsa, entrai nel market e non la trovai, l’avevo persa: -Se la sono presa quei pezzi di merda!- Urlavo. –Hei calmati, sono qui, non mi ha preso nessuno. – Era lei, dietro ad uno scaffale, dove sopra c’erano esposte delle cornici. Era stupenda, giuro! I suoi occhi azzurri, come si faceva a non innamorarsi di lei? Si avvicinò, e mi baciò. –Spaventato?- mi chiese –Secondo te? Non allontanarti più senza di me, ti prego- dissi io. –Geloso degli zombie?- Continuò lei ironizzando. –No, sul serio…è pericoloso- Lei annuì, e mi abbracciò. Tornammo alla villa, dove stavano ancora tutti dormendo, quindi preparammo la colazione, con tutto quello che avevamo “comprato” e che fosse ancora utilizzabile nonostante fosse scaduto da un pezzo.

Come sempre, ringrazio i pochi lettori che mi votano e visualizzano. Ma un ringraziamento in particolari a Tindari, per avermi pubblicizzato,a Perla, per sostenermi sempre e a Donato, che per quanto poco gli piaccia, continua a leggere e a sostenermi.

AFRAIDWhere stories live. Discover now