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Harry aveva aspettato qualche giorno prima di presentarsi al bar della terrazza, ma eventualmente, lo fece.
Quando arrivò sulla terrazza fu sorpreso di vedere che da lì, effettivamente, casa sua era visibile.
-Harry! Che bello che sei passato!- esclamò Niall vedendolo. Si erano conosciuti in un pub qualche settimana prima e avevano continuato a flirtare tutta la sera -o almeno così sembrava- prima che Niall gli dicesse di passare al suo bar se mai avesse avuto voglia di parlare un po'.
-Ehi Niall! Sono passato a vedere che si dice qui. Abito qui vicino, dopotutto- rispose Harry dandogli una pacca sulla spalla.
-Vuoi qualcosa da bere?-
-Uhm... un Bacardi?- Harry e Niall rimasero in silenzio per un po'-Sì, sì. Un Bacardi.-
-Un Bacardi!- gridò Niall alla ragazza vicino al bancone, prima di sedersi insieme a Harry a uno dei tavolini esagonali.
-Allora, cosa porta questi ricci castani in un bar come questo alle quattro del pomeriggio?- esordì Niall, passando una mano per i suoi capelli ormai più castani che biondi.
-Qualche giorno fa, dopo l'orario di chiusura, ho visto te e un altro ragazzo con i capelli castani, se non erro. Stavate quasi per baciarvi, eh?- giocò Harry prendendo a leggere gomitate l'amico. Sapeva che non fosse vero, ma era divertente prenderlo in giro.
Dopo il flirt che hanno avuto quella sera, però, non hanno neanche pensato di continuare il flirt. Niall ha incontrato una ragazza e Harry semplicemente-- no.
-Che? Baciarci? Harry, se proprio dovessi baciare un ragazzo bacerei te- ammise Niall, arrossendo, ma utilizzando un tono scherzoso.
-Così mi lusinghi, Nialler!- esclamò Harry ridendo.
Per quanto fosse la prima volta che Harry andasse sulla terrazza, i due hanno parlato più di una volta per telefono. La ragazza dietro al bancone gli portò il Bacardi che aveva precedentemente ordinato insieme a un paio di stuzzichini, prima di andarsene.
-Comunque non stavamo facendo niente di che- rispose Niall scuotendo le spalle.
-Si può sapere cosa?-
-Stavamo vedend-- - Niall fu interrotto da un altro ragazzo che entrava nel bar.
-Servo lui e torno- disse velocemente alzandosi. Harry sentì Niall esclamare un "Louis" leggero, ma decise di non pensarci.

Poco dopo, quando Harry aveva finito di fare quell'aperitivo in anticipo di un paio d'ore, tornò Niall.
-Riccio, domani sera organizziamo una festa. Musica dal vivo e roba così. Vieni?-
-Quanto si paga?- chiese subito Harry, nonostante avesse già deciso di andarci. Alla fine è solo una scusa come un'altra per ubriacarsi.
-Tecnicamente, sarebbe 8 con una sola consumazione gratuita e li altri drink a parte. Ma per te, posso fare tutto gratuito- rispose Niall facendogli l'occhiolino.
-Perfetto. Ci vediamo domani, allora. Io torno a casa- salutò il riccio, prima di pagare l'aperitivo e andarsene.
Non passò inosservato, però, quel ragazzo seduto a un tavolino poco lontano da lui che scribacchiava qualcosa su un foglio.

Harry tornò a casa più o meno due ore dopo essersene andato dal bar, imprecando mentalmente il fatto di abitare a un piano così alto, senza avere l'ascensore. Solitamente non sarebbe stato un problema, ma stavolta aveva tre buste della spesa da dover salire e, insomma, proprio no.
Caricate due delle buste sulle spalle, stava cercando attentamente un modo per portare su anche l'altra quando, per fortuna o per sfortuna, la porta di ingresso si aprì.
-Scusi, mi sposto subito- disse Harry, spostandosi come un pinguino di lato.
-Oh, non si preoccupi. Ha bisogno di una mano?- chiese il ragazzo che era appena entrato. Aveva i capelli rossi, gli occhi verdi -o così vedeva Harry- e si intravedeva anche qualche tatuaggio. Avrà avuto una trentina d'anni massimo.
Harry valutò attentamente se accettare l'aiuto o no, ma vedendo le buste -e considerando che le sue braccia già erano stanche- alla fine cedette.
-Che piano va?- chiese Harry speranzoso.
-Devo salire sull'attico. Andiamo, le do una mano con le buste- rispose il ragazzo con i capelli rossi.
-Molto gentile, sul serio. Grazie mille- esclamò Harry, sospirando sollevato.
-Piacere, sono Ed- si presentò il ragazzo mentre salivamo le scale.
-Harry- rispose secco il riccio, già stanco per le poche rampe di scale che avevano salito.
-Quindi... che fai nella vita?-
-Uh? Sono un fotografo.-
-Bello! Mi è sempre piaciuta la fotografia, ma poi mi sono reso conto che, probabilmente, non era la mia strada- rispose contento Ed.
-Tu, invece, che fai?- chiese Harry curioso.
-Oh, io canto. Non sono ancora famoso, però è un inizio.-
-Canti? Fai serate da qualche parte?-
-Domani sto al bar della Terrazza, qua vicino. Vado di bar in ba-- -
-Allora domani ci vediamo, ho già detto a Niall che ci andavo, ora ho un motivo in più!- lo interruppe Harry.

Finirono di salire le scale chiacchierando del più e del meno, entrambi con il fiatone.
-Grazie mille, Ed. Sul serio. Non saprei che avrei fatto senza il tuo aiuto- disse Harry poggiando le buste difronte la porta di casa sua.
-Oh, di niente. Allora io vado, eh. Ci vediamo domani!-
-Vuoi qualcosa da bere? Da mangiare?- propose Harry. Si era trovato bene con il ragazzo, quindi perché no?
-uhm, okay- disse Ed scrollando le spalle.
Entrati in casa Harry prese due birrette dal suo frigo e delle patatine e andò a sedersi fuori al balcone insieme al suo nuovo amico.
Stavano parlando del più e del meno -di politica, di calcio, di fotografia... qualsiasi argomento gli passasse per la testa- quando Ed notò qualcosa nel cactus.
-Cosa?- chiese Harry guardando il cactus.
E poi, lo notò.
Lì, tra i rami, c'era un altro foglio, come quello di qualche giorno prima.
-Cosa sarebbe?- domandò Ed prendendolo e osservandolo.
-Una poesia- rispose Harry.
-E perché è sul tuo cactus?-
-Non so. Anche qualche giorno fa ne trovai una. Qualcuno lascia queste poesie e queste arrivano qua- spiegò Harry.
-Solo/- iniziò a leggere Ed, ma Harry glielo prese da mano e la lesse prima a mente.
-Scusa, dovevo leggerla prima io...- sussurrò, facendosi piccolo piccolo. Gli piaceva illudersi che, in un modo o nell'altro, queste poesie fossero per lui. Sapeva che non lo fossero, in realtà, ma che importava? Si guardarono per un po', assolti tra i loro pensieri, prima di parlare. Adesso che guardava bene Ed negli occhi, si era reso conto di aver sbagliato. Non erano verdi, ma erano azzurri.
-Okay... è la prima?- disse Ed cambiando discorso.
-No, è la seconda. Entrambe di L.W.T., ma non so chi sia.-
-Domani si scoprirà.-
-Che intendi?- chiese Harry confuso.
-Domani alla serata... posso chiedere di L.W.T. al microfono. Se qualcuno ha un'espressione strana-- - iniziò a dire Ed, che venne però subito interrotto da Harry: -Significa che è il nostro uomo.-
-Esattamente!- disse soddisfatto Ed, come se pregustasse già il risultato di quel piano appena pensato.
-Geniale- assecondò Harry.

Quella sera, dopo che Ed se ne fu andato, Harry si era trovato di nuovo a leggere la poesia. Un alone di tristezza e solitudine lo avvolse poco dopo.
Lui aveva tanti amici ed era sempre in compagnia, ma quando si ritrovava da solo, quella poesia lo rispecchiava totalmente.
Si alzò dal letto dove si era poggiato e poggiò la poesia sulla scrivania, in modo da posarla.
Persino la scrittura di questo poeta misterioso gli piaceva, era normale?
Strinse ancora per un po' la poesia, poi prese il suo taccuino e la posò all'interno, vicino a quella precedente.
"Chi sei?" Pensò, prima di coricarsi nuovamente nel letto e addormentarsi.

~Mi ero scocciata di aspettare, perché sì ewe. Quindi ecco il primo capitolo della storia. Lasciate tante stelline e fatemi sapere cosa ne pensate di questa storia, per piacere.~

Poems To The Wind || l.s.Donde viven las historias. Descúbrelo ahora