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Svegliarsi in ritardo con il mal di testa in un giorno lavorativo non è esattamente ciò che Harry sperava di fare quel giorno. Si alzò lo stesso, mantenendosi vicino al muro in modo da non cadere e mantenendosi con l'altra mano le tempie.
Camminò sotto al muro fino al mobile dove teneva i medicinali e, strizzando gli occhi almeno una decina di volte prima di mettere a fuoco, cercò di trovare un'aspirina.
Controllò l'orario sul telefono, che segnava la 8:30, e imprecò notando di essere molto in ritardo e non aveva tempo per cercare ancora quel medicinale che non si trovava.
Andò a passo più veloce in bagno, in modo da prepararsi per scendere a lavorare.
Una volta che si fu lavato, vestito e ebbe mangiato almeno un abbozzo di colazione, prese il telefono, le chiavi e scese di casa.
Sulla strada verso lo studio-che non è per niente lunga, dal momento che era un garage modificato più o meno a un isolato si distanza, Harry messaggiò Ed, con la speranza di avere almeno un po' di aiuto.

A: Ed, Edd n Eddy
Yo, amico. SOS.

Da: Ed, Edd n Eddy
Spero sia veramente SOS perché mi hai appena svegliato.

A: Ed, Edd n Eddy
Mal di testa che scoppia e due appuntamenti. Non ho aspirine.

Da: Ed, Edd n Eddy
Dimmi dov'è lo studio, ti porto l'aspirina.

A: Ed, Edd n Eddy
Posizione inviata
Ti devo la vita. A dopo xx

Da: Ed, Edd n Eddy
È che sono fantastico, lo sanno tutti.
A dopo💪🏻

Harry posò il telefono sulla sua scrivania, giusto in tempo per l'arrivo del primo cliente della giornata.
-Salve, è Harry Styles?- chiese un signore sulla trentina entrando nello studio.
-Sì, sono io- rispose il ragazzo in questione, spostandosi un ciuffo castano da davanti agli occhi.
-Le due modelle arriveranno tra poco, hanno avuto un po' di problemi- spiegò il signore quando notò l'espressione confusa di Harry che, sulla agenda, teneva scritto "shooting modelle, collezione autunno-inverno abiti".
Harry fece segno di aver capito e indicò lui la sedia difronte alla sua scrivania, così da farlo accomodare.
Sperava davvero che le due modelle tardassero di più ad arrivare, in modo che Ed riuscisse a passare e a portargli L'aspirina per quel mal di testa che era arrivato a un livello sproporzionato.
-Oh, signor Styles,- disse l'uomo attirando l'attenzione del ragazzo -Le dispiace se fumo una sigaretta?-
-All'interno è preferibile che lei non lo faccia, mi scusi- rispose Harry. Non gli era mai piaciuto quando la gente fumava negli spazi chiusi.
-Oh, certo- disse l'uomo prima di uscire, lasciando entrare Ed.
-Harry!- salutò, a voce molto alta, Ed.
-Shh!- lo richiamò Harry -Abbassa 'sta voce che rimbomba tutto!-
Ed iniziò a ridere, prima di sedersi comodamente dove prima era seduto il cliente.
-Ho preso l'aspirina, ho il diritto di urlare visto che mi hai svegliato ore prima rispetto a quello in cui speravo- si lamentò Ed.
-Oddio, me l'hai portata?-
-Certamente, alla fine siamo amici!-
-Io ti amo, wow!- disse Harry prima di saltare in piedi e rubare la bustina bianca che il suo amico aveva in mano.
-Me lo dicono in tanti- sorrise Ed. Harry gli fece un gesto con la mano che, quasi sicuramente, significava "ma che devi fare, tu?", accompagnato da un "tsk" e le risate di Ed.
-Posso restare? Non ho niente da fare e oggi hai le modelle- propose Ed.
-Solo se ti rendi utile.-
-Ovviamente.-

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Lo shooting fotografico fu noioso, per dir poco. Però andò bene lo stesso.
Il secondo shooting, quello per una coppia di bebe e i loro genitori, così da venderle -o così ha capito Harry- fu adorabile. I bimbi furono tranquillissimi, senza piangere mai troppo e le foto vennero così adorabili che Ed si sentì salire il diabete per la dolcezza dei bimbi.

Poems To The Wind || l.s.Where stories live. Discover now